lunedì 25 ottobre 2010
L'anno che verrà
Stagione finita, dunque. Chilometri percorsi poco più di mille, giri non sempre memorabili, ma anche qualche bella conquista doppiamente sudata e goduta. In tutto questo, da vecchio suiveur del circo professionistico, annata completamente da dimenticare. Sanremo nemmeno intravista, Giro e Tour che girano al largo dal Piemonte.
Tutt'altra musica l'anno prossimo, quando se tutto andrà bene già si profilano addirittura cinque tappe a portata di route, impreziosite dai passaggi sul Finestre e sull'Agnello. Avrò una condizione sufficiente per arrampicarmi fin lassù? Le circostanze mi permetteranno di assecondare i buoni propositi? Non lo so, ma intanto i disegni dei grandi Giri mi faranno trascorrere un inverno e una primavera felici, come un bambino che si segna le date di Natale e del compleanno pregustando i pacchi da aprire.
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lunedì 11 ottobre 2010
La Langa nascosta
Cerretto Langhe - Cravanzana - Torre Bormida - Gisuole - Feisoglio - Cravanzana - Arguello - Pedaggera - Cerretto Langhe (Km 41,7)
Per chiudere degnamente la stagione in una dolcissima domenica autunnale, disegno un percorso breve ma duro e suggestivo sulle strade dell'Alta Langa che ormai da qualche tempo ha in parte soppiantato nel mio cuore il fascino classico e decisamente inflazionato della Bassa Langa. Nel momento in cui le uscite in bici diventano sempre più occasione di evadere dalle beghe del lavoro e della vita in città, preferisco concentrare le mie ricerche su stradine sperdute e solitarie tra noccioli e castagni, piuttosto che ripercorrere le ricche, coloratissime e - soprattutto la domenica - trafficate alture coperte di vigneti.
L'itinerario prevede tre discese e altrettante salite, di cui le ultime due inedite e molto temibili sulla carta, che renderanno il giro tecnicamente interessante e impegnativo; anche dal punto di vista paesaggistico alcuni tratti si rivelano particolarmente remunerativi, malgrado la giornata non molto luminosa e qualche passaggio tutt'altro che memorabile. In sostanza, un percorso da prendere come spunto per qualcosa di più completo in un futuro più o meno prossimo.
lunedì 4 ottobre 2010
Da S.Stefano a Cessole
S.Stefano Belbo - Loazzolo - Cessole - Vesime - Bric Faidal - Cossano Belbo - S.Stefano Belbo (Km 34)
Ottobre grigio e freddino che mi imballa le gambe e consiglia di ridurre l'uscita domenicale con un pensiero già alla chiusura della stagione. Dopo lungo ponzare e sfoltire le ipotesi più complicate, opto per un classico saliscendi sulle colline di S.Stefano, con salite (forse troppo) collaudate e un paio di belle scoperte in discesa: ne esce un percorso molto breve - sotto i 35 km - ma pur sempre interessante cui, viste le condizioni di forma tutt'altro che brillanti, taglio un'ultima ipotetica appendice dalle parti di Mango. Geograficamente, l'itinerario si snoda poco a ovest di quello percorso la settimana precedente, sempre a cavallo delle colline tra Belbo e Bormida, una zona che sto cominciando a conoscere e apprezzare sempre di più.
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lunedì 27 settembre 2010
Tra Belbo e Bormida
Incisa Scapaccino - Nizza Monferrato - Castel Boglione - Rocchetta Palafea - Sessame - Monastero Bormida - Bubbio - Cassinasco - Calamandrana - Nizza Monferrato - Incisa Scapaccino (Km 52,2)
Buon giro tra le valli del Belbo e del Bormida in un sabato pomeriggio fresco e plumbeo che tuttavia non degenera mai in un autentico maltempo, e anzi la temperatura mite favorisce la pedalata nei tratti in salita senza infastidire in quelli di discesa.
Il percorso si snoda essenzialmente tra le colline che dividono Nizza e Calamandrana da una parte e Monastero Bormida e Bubbio dall'altra, attraversando strade in generale tranquille e abbastanza divertenti intervallate da tratti in piano su provinciali comunque mai troppo trafficate.
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mercoledì 22 settembre 2010
L'anello di Sezzadio
Masio - Oviglio - Cantalupo - Castellazzo B.da - Castelspina - Sezzadio - Gamalero - Borgoratto Al. - Oviglio - Masio (Km 48,8)
Giro piatto che più piatto non si può per il ritorno in sella quasi un mese dopo il trittico sulle alpi francesi. Cinquanta chilometri sulla piana alessandrina con giro di boa a Sezzadio, tra lunghi rettilinei intervallati dall'attraversamento dei vari paesini incontrati. Sole pieno ma non fastidioso che favorisce un'andatura dicsreta e costante per tutto il giro, che onestamente non presenta quasi nulla da ricordare. Pedalare in piano non è il mio pane né la mia passione, ma anche questo può bastare dopo l'ennesimo lungo periodo di sosta.
martedì 31 agosto 2010
Il col du Galibier
Le Monetier les Bains - Col du Lautaret - Col du Galibier - Col du Lautaret - Le Monetier les Bains (Km 42,7)
Conclusione del trittico montano nelle Alpi francesi col nome più altisonante: il col du Galibier.
Qui bisognerebbe aprire subito una parentesi, perché è chiaro che se uno dice 'Galibier' e basta, è sottinteso che si parla del versante nord, quello da St.Michel con il Telegraphe. Anzi, sono arcisicuro che molti puristi non direbbero mai di aver fatto il Galibier se l'avessero scalato (come ho fatto io) dal versante sud. D'altronde, il Fedaia da Canazei, il Gavia da Bormio o - per dire - il Melogno da Calizzano sono tutt'altra cosa rispetto ai versanti più nobili e impegnativi.
Resta il fatto che i miei quasi 1200 metri di dislivello me li sono sciroppati, che là sopra c'era comunque il cartello 'Col du Galibier - Alt. 2645' e che questa trasferta l'ho fortissimamente voluta malgrado le mie condizioni fisiche fossero nell'occasione molto deficitarie. Il rischio a ben vedere era che non sarei per chissà quanto tempo potuto andarci, e alla fine va bene così, è stata una faticaccia e questo mette d'accordo anche la coscienza: il Galibier non è stato un regalo, né l'ho fatto col motorino. Che poi rimanga la voglia di fare prima o poi anche il versante nord è un altro discorso che la fantastica impressione lasciata da questo mostro alpino manterrà aperto per i prossimi anni.
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giovedì 19 agosto 2010
Il col du Granon
Saint-Chaffrey - col du Granon - Saint-Chaffrey (Km 24,6)
Seconda uscita francese per scalare un altro mostro sacro alpino. Stavolta il Granon vince il ballottaggio col Galibier per tre buoni motivi: è un po' più vicino, è un po' più basso e - soprattutto - il Galibier è uno di quei colli che di riffa o di raffa prima o poi lo farò; il Granon non l'avessi fatto in questa occasione rischiava di rimanere forse per sempre tra i buoni propositi irrealizzati.
Del Granon ho letto recensioni entusiastiche. Dal mio punto di vista, dividerei il giudizio su due aspetti: tecnicamente basta una parola, è semplicemente terribile, per durezza e continuità mi ha ricordato gli ultimi 10 chilometri dell'Agnello, lunghi rettilinei, semicurve, pendenze sempre attorno al 10% e mai, mai un minuto di respiro, di pianetti non si parla proprio, al massimo qualche decina di metri in cui l'erta si addolcisce, ma alla rampa successiva è subito pronto il conto da pagare con una rasoiata terrificante; quanto al paesaggio, non so che dire, forse la giornata grigia ha incupito le panoramiche d'alta montagna, lo sforzo mi ha impedito di godermi appieno l'ambiente circostante, o il traffico inaspettato mi ha innervosito, fatto sta che la salita mi è parsa ben lontana dalla sensazione di maestosità e di grande impresa che solo 15 giorni prima mi aveva trasmesso l'Iseran.
C'è poi da dire che il Granon è il tipico esempio di esercizio di stile: è una strada che potrebbe tranquillamente non esistere, non inizia e non finisce da nessuna parte, non collega niente, è una mera arrampicata sul fianco di una montagna, bellissima per carità, ma alla fine rimane la vaga domanda: ne valeva la pena? Risposta sibillina: sì, ma non lo rifarei.
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lunedì 16 agosto 2010
L'Iseran
Bonneval-sur-Arc - col de l'Iseran - Bonneval-sur-Arc (Km 26,3)
È il colle più alto d'Europa, quanto basta per farne una meta tra le più ambite per qualunque pedalatore che si rispetti. Lunghezza della salita, dislivello totale e pendenza media relegherebbero l'Iseran lontano dalle scalate alpine più impegnative, ma numeri e dati statistici non possono rendere giustizia di tutte le variabili insite in un itinerario che si arrampica a queste altitudini estreme.
Un paio d'ore di macchina che comprendono lo scollinamento al Moncenisio, e finalmente raggiungo Bonneval-sur-Arc, località a circa 1800 mslm dove ho fissato il punto di partenza. La giornata è bella, cielo azzurro solo in parte coperto dai soliti addensamenti pomeridiani, ma non c'è rischio di pioggia e questa è l'aspetto più incoraggiante quando inforco la bicicletta.
Ho studiato l'altimetria con attenzione e devo dire che per una volta rispecchia molto fedelmente la realtà: i pianori indicati esistono davvero, così come i ripetuti picchi a doppia cifra. La salita peraltro presenta a bordo strada ad ogni chilometro un cippo con indicati chilometri mancanti, altitudine e pendenza media del chilometro successivo. Quest'ultimo dato è in realtà il meno indicativo, perché l'ascesa è abbastanza discontinua e un 7% può significare di volta in volta un chilometro con pendenza regolare oppure uno con tratti in sequenza al 3 e al 10%. Meglio dunque lavorare di testa e aspettarsi il peggio dietro ogni curva.
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martedì 3 agosto 2010
Allenamento tra Bergamasco e Vaglio Serra
Masio - Oviglio - Bergamasco - Castelnuovo Belbo - Incisa Scapaccino - Nizza M.to - Vaglio Serra - Incisa Scapaccino - Cortiglione - Masio (Km 45)
Caldo e poco tempo a disposizione mi inducono a posticipare il giro in programma e ripiegare su una semplice sgambata di allenamento, quasi interamente pianeggiante.
Strada larga e abbastanza noiosa fino a Bergamasco, da qui ingresso sulla bella stradina che porta ad Incisa passando per Castelnuovo Belbo. Da Incisa raggiungo Nizza per affrontare l'unica asperità del percorso, la salita che porta a Vaglio Serra. L'ascesa è divisa in due tronconi, il primo di un chilometro circa, il secondo di un paio, intervallati da una avallamento in discesa. Seppur brevi, le rampe hanno una discreta pendenza soprattutto nell'ultimo chilometro.
Il ritorno a Incisa è lungo un'altra stradina molto bella e in leggera discesa che finora avevo sempre affrontato in senso inverso.
Dopo la risalita a Cortiglione e successiva discesa, ancora finale in piano percorrendo la val Tiglione.
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martedì 27 luglio 2010
La Langa astigiana
Santo Stefano Belbo - Santuario dei Caffi - Bubbio - Monastero Bormida - Roccaverano - Vesime - Santo Stefano Belbo (Km 59,7)
Torno in sella dopo un mese esatto dall'ultima uscita e stavolta azzecco un percorso da incorniciare, senza dubbio il migliore dell'anno fino a questo punto. Le starde per Bric delle Forche e Roccaverano si dimostrano superiori alle attese, e anche l'azzardo di piazzare un dislivello da colle alpino dopo settimane di inattività alla fine è ampiamente ripagato: molto meglio soffrire in salita che cuocere a 35 gradi lungo un'anonima provinciale di fondovalle.
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martedì 29 giugno 2010
Assaggio di Langhe a Castiglione Tinella
Masio - Belveglio - Vinchio - Castelnuovo Calcea - Moasca - Canelli - Santo Stefano Belbo - Castiglione Tinella - Castagnole Lanze - Isola d'Asti - Montegrosso - Mombercelli - Belveglio - Masio (Km 82,3)
Ponte di San Giovanni piuttosto avaro di soddisfazioni, almeno rispetto alle attese. Delle due uscite previste, va in porto solo la prima, un lungo itinerario mattutino con sconfinamento in provincia di Cuneo a S. Stefano Belbo e Castiglione Tinella, prima della lunga cottura sulla strada del ritorno sotto il solleone.
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lunedì 14 giugno 2010
Portato dal vento tra Montegrosso e Asti
Masio - Belveglio - Mombercelli - Montegrosso - Vigliano - S. Marzanotto Piana - Azzano - Castello d'Annone - Rocchetta Tanaro - Masio (Km 54,7)
Sabato pomeriggio rovinato dal vento che mi convince a rimandare ad altra data il percorso che avevo disegnato. Tra un taglio, una piallata, una deviazione improvvisata e qualche incrocio da interpretare sul momento, esce un giro di circa 55 chilometri senza particolari spunti da ricordare.
Il vento è da sempre il mio peggior avversario: in pianura mi impedisce di trovare il ritmo e mi obbliga a tenere una posizione in sella che alla lunga mi provoca un po' di mal di schiena; in salita rende impercie anche rampette da nulla; in discesa mi sballotta di qua e di là aumentando la mia atavica insicurezza.
Finisce che decido di risalire la val Tiglione fino a Montegrosso, col vento che mi martella ora in faccia ora di lato, prima di affrontare le due salitelle per Vigliano (comoda e regolare nella prima parte, finale con un paio di rampe niente male) e per Mongardino, paese che tuttavia non raggiungo perché all'ultimo bivio svolto a sinistra per Asti.
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martedì 8 giugno 2010
L'anello di Casale
Masio - Felizzano - Fubine - Vignale M.to - Camagna M.to - Conzano - Terruggia - Casale M.to - S. Giorgio M.to - Rosignano M.to - Cella Monte - Frassinello M.to - Fubine - Felizzano - Masio (Km 85,7)
Chiudo il trittico monferrino con un altro over-80 e leggero ma non banale incremento altimetrico. La meta designata è Casale Monferrato, che rappresenta anche il giro di boa dell'itinerario; poi come sempre tanto saliscendi nella parte centrale, con cinque salite e un numero indefinito di dossetti disseminati in una cinquantina di chilometri quasi privi di tratti in piano. Unico problema, una calura a tratti asfissiante che oltre a rendere più dispendioso un percorso quasi interamente esposto al sole, si porta dietro una cappa d'afa che limita parecchio l'ampiezza dei panorami che a tratti si intuiscono a perdita d'occhio.
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lunedì 31 maggio 2010
L'anello di Moncalvo
Masio - Felizzano - Quattordio - Montemagno - Grana - Calliano - Tonco - Alfiano Natta - Moncalvo - Grazzano Badoglio - Casorzo - Fubine - Felizzano - Masio (Km 83,4)
Giro molto bello andando a sconfinare in un lembo di Monferrato finora mai toccato, e alla fine anche una dozina di chilometri più lungo di quanto programmato: ne esce il primo over-80 da tanto tanto tempo e la soddisfazione di aver concluso stanco ma non proprio sfiancato. A livello altimetrico, classica su e giù monferrino, salite e discese di massimo un paio di chilometri poco significative se prese una alla volta, ma sommate per uno sviluppo di una cinquantina di chilometri più nervosi di un elettrocardiogramma, alla fine presentano il loro conto salato. Se a questo si aggiunge un caldo a tratti intenso, il risultato è che anche gli ultimi cavalcavia sembrano passi di alta montagna.
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lunedì 24 maggio 2010
Da Masio al Monferrato
Masio - Rocchetta Tanaro - Cerro Tanaro - Refrancore - Viarigi - Altavilla M.to - Vignale M.to - Cuccaro M.to - Quargnento - Solero - Felizzano - Masio (Km 66)
Giornata finalmente splendida, con temperatura superiore ai 25 gradi, per l'ormai classico attacco ai primi contrafforti del Monferrato, che dà il meglio di sé grazie alla felice combinazione di luce e stagione.
Il percorso è il solito mangia-e-bevi di queste parti: tanto saliscendi nei primi 50 chilometri, poi pianura per gli ultimi 15. In tutto le salite da affrontare sono sei, ma basta dare un'occhiata al dislivello totale (inferiore ai 600 metri) per rendersi conto che si tratta sempre di strappi brevi e pedalabili.
lunedì 17 maggio 2010
L'anello di Asti
Masio - Roccheta Tanaro - Castello d'Annone - Azzano d'Asti - Asti - Monfallito - Quattordio - Felizzano - Masio (Km 55,4)
Risalgo in bicicletta dopo un mese e mezzo, ed è già una notizia. L'altra è che ha smesso di piovere e questo sabato pomeriggio sembra quasi di primavera, anche se il sole è coperto da un sottile strato di nuvole.
Sulla carta ho preparato un giro di 55 km in prevalenza pianeggiante con destinazione Asti. La condizione è un 'incognita, per cui ho studiato eventuali vie di fuga in caso di cotta prematura, che per fortuna non saranno necessarie, sebbene gli ultimi chilometri da Felizzano a Masio si chiudano in sofferenza.
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giovedì 8 aprile 2010
Dalla Bassa all'Alta Langa
Dogliani - Bonvicino - S. Benedetto Belbo - Mombarcaro - Paroldo - Murazzano - Belvedere Langhe - Dogliani (Km 49,5)
Uno scenario che non delude mai e qualche breve excursus inedito per il sabato di Pasqua, prima e verosimilmente ultima uscita di aprile. Prima di una sosta difficile da stimare, rinuncio all'itinerario sulle strade coppiane e punto decisamente sull'usato sicuro, un bel percorso tra le alture delle Langhe, toccando alcune delle mete più classiche e suggestive (Mombarcaro, Murazzano) e altre molto più nascoste (Ca' di Lù, Paroldo) ma altrettanto affascinanti.
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martedì 6 aprile 2010
Le colline di Acqui
Incisa Scapaccino - Castelnuovo Belbo - Bruno - Mombaruzzo - Maranzana - Ricaldone - Acqui Terme - Terzo - Montabone - Castel Boglione - Nizza M.to - Incisa Scapaccino (Km 53,2)
Sabato pomeriggio di poca gamba per l'ultima uscita di un marzo abbastanza deludente, in attesa di una primavera-estate tutta da verificare. L'obiettivo fissato è quello di raggiungere Acqui, e visto che nell'ultimo mese la condizione è peggiorata invece di migliorare, decido di tagliare qualche chilometro e di partire da Incisa.
Il tempo è buono, giornata con buona luce e cielo nel complesso quasi sempre azzurro, ma in questo periodo non può mancare il vento, che infatti si rivelerà a lunghi tratti un elemento di disturbo, particolarmente sgradito in alcuni tratti pianeggianti in teoria destinati al recupero.
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lunedì 15 marzo 2010
A cavallo del Tanaro
Masio - Rocchetta Tanaro - Cerro Tanaro - Monfallito - Castello d'Annone - Azzano d'Asti - Rocca d'Arazzo - Montegrosso - Mombercelli - Bricco - Castagnassa - Masio (Km 59,5)
Torno in sella dopo una sosta di quindici giorni, e devo dire che l'inattività a tratti si fa sentire. Aumento un po' lunghezza del percorso e dislivello rispetto all'ultima uscita, inserendo ben sei salitelle, e alla fine mi ritrovo con un responso non del tutto atteso: bene il fondo, con 60 km pedalati tutto sommato in buona scioltezza; meno bene del previsto in salita, dove negli ultimi strappi patisco l'affiorare dell'acido lattico nelle gambe. La scelta di non tagliare le due salite finali al Bricco e alla Castagnassa spero si riveli azzeccata per le prossime uscite prepasquali, con tutte le incognite del caso.
Stavolta metto sulla carta un itinerario pieno di saliscendi tra le due sponde del Tanaro, pronto a modificarlo in corso d'opera a seconda dell'andamento della giornata.
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lunedì 1 marzo 2010
Il dolce naufragar tra Nizza e Mombaruzzo
Masio - Belveglio - Vinchio - Vaglio Serra - Nizza M.to - Mombaruzzo - Bruno - Bergamasco - Oviglio - Masio (Km 51,3)
Bella giornata di bici in quest'ultimo fine settimana di febbraio. Mi muovo di sabato perchè domenica è prevista pioggia, e anche se il sole è coperto da uno strato di nuvole, la temperatura è più che accettabile: sopra i 10 gradi, salvo qualche tratto all'ombra e qualche altro attraversato da una corrente fredda.
Per questa terza uscita, aumento ancora il chilometraggio (sopra i 50) e un po' il dislivello, concentrato tutto nella parte centrale, quasi interamente inedita e a tratti faticosa in rapporto alla stagione.
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lunedì 22 febbraio 2010
Su e giù attorno a Mombercelli
Masio - Belveglio - Vinchio - Mombercelli - Montaldo Scarampi - Roeto - Mombercelli - Belveglio - Masio (Km 40,6)
Non è esattamente il giro che avevo preparato, ma per un freddo pomeriggio di fine febbraio basta e avanza; alla fine metto in cascina altri 40 chilometri e un paio di salitelle, la prima delle quali in teoria breve ma molto tosta, mentre un terzo strappo rimane in canna per la prossima occasione.
Parto subito dopo pranzo con sole velato e leggero vento alle spalle, condizioni ideali per i primi dieci chilometri di riscaldamento lungo una deserta val Tiglione, fino a Belveglio. Quando lascio la provinciale e, dopo un altro chilometro in piano, imbocco a sinistra una delle stradine che portano a Vinchio, sono preparato ad affrontare il paio di chilometri che si annunciano come i più difficili della giornata. Purtroppo, appena la strada inizia a salire, mi trovo davanti una brutta sorpresa: la parte centrale della salita non solo è sterrata, ma ridotta a un impraticabile impiastro di neve e fango. Sono rischi che si corrono quando ci si infila in strade troppo sconosciute, fatto sta che non mi resta che mettere i piedi a terra e proseguire per qualche centinaio di metri con la bici a fianco. Quando finalmente torna l'asfalto e posso risalire in sella, buona parte del dislivello è già alle mie spalle, ma prima di raggiungere Vinchio rimangono un paio di rampe buone per testare la gamba in salita.
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lunedì 15 febbraio 2010
Tra Tanaro e Belbo
Masio - Castelnuovo Belbo - Incisa Scapaccino - Vinchio - Cortiglione - Castagnassa - Masio (Km 33,7)
L'inverno infinito concede una tregua di qualche ora di mezzo sole tra una nevicata e l'altra. Sembra più fine gennaio che metà febbraio, siamo ancora parecchio sotto i dieci gradi e non sono queste le giornate che mi invogliano a inforcare la bici. Però le settimane passano, l'astinenza dura da tre mesi abbondanti e sono stufo di aspettare i primi cenni di una primavera che rischia di arrivare parecchio più tardi del solito.
Il percorso del primo giro della stagione era pronto da settimane, non resta che coprirsi bene e partire subito dopo pranzo, nel breve scorcio di pomeriggio con temperatura umana. C'è di buono l'assenza di vento, sia perché l'aria sarebbe fredda, sia perché affrontare le prime pedalate dell'anno controvento non è mai un piacere.
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lunedì 18 gennaio 2010
Cinquant'anni senza Airone
Avrei voluto arrivarci in bici, poi un raffreddore micidiale e i tempi ristrettissimi mi hanno convinto a ripiegare sui mezzi motorizzati: macchina fino a Villavernia, poi navetta per Castellania.
Da quando seguo il ciclismo, e più tardi ho cominciato a pedalare anch'io, i miei campioni preferiti sono stati Argentin, Bugno e Pantani. Prima e sopra di loro l'icona dell'uomo che diventa altro a cavallo di una bicicletta: Fausto Coppi.
Il Campionissimo è morto quasi dieci anni prima della mia nascita, il suo apice sportivo risale agli anni tra la fine dei Quaranta e l'inizio dei Cinquanta, un'epoca che posso solo immaginare, filtrata da racconti, letture e filmati di repertorio.
Eppure mi sono sempre sentito un coppiano, per l'idea che mi sono fatto del suo modo di stare al mondo che sapeva magistralmente riprodurre in corsa. Un uomo solo al comando sulle strade del Giro, dove precedeva gli avversari di qualche manciata di minuti, e su quelle della vita, dove precorreva i tempi di qualche decennio. Ma tutto quasi per sbaglio, con un atteggiamento schivo di chi sembra subire la propria grandezza e unicità, prima ancora che cavalcarla e sfruttarla commercialmente. Un uomo tanto grande e unico che il destino cercò in tutti i modi di mettergli i bastoni tra le ruote mentre gli si inchinava impotente.
Quanto basta per svegliarsi di buon'ora in un freddo mattino d'inverno di mezzo secolo dopo, per rendere omaggio al più grande atleta italiano di tutti i tempi, per pensare non 'io c'ero', ma 'non potevo non esserci' la prossima volta che monterò in sella.
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martedì 5 gennaio 2010
Un omino con le ruote
Un omino con le ruote
contro tutto il mondo
Un omino con le ruote
contro l'Izoard
e va su ancora
e va su
Viene su dalla fatica
e dalle strade bianche
La fatica muta e bianca
che non cambia mai
E va su ancora
E va su
Qui da noi per cinque volte
poi due volte in Francia
Per il mondo quattro volte
contro il vento due
Occhi miti e naso che divide il vento
occhi neri e seri
guardano il pavé
E va su ancora
E va su
E va su ...
Poi lassù ,
contro il cielo blu
con la neve che ti canta intorno
E poi giù
Non c'e' tempo per fermarsi
per restare indietro
la signora senza ruote
non aspetta più
un omino che non ha
la faccia da campione,
con un cuore grande
come l'Izoard
e va su ancora
e va su
e va su
e va su ...
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