Masio - Rocchetta Tanaro - Cerro Tanaro - Monfallito - Castello d'Annone - Azzano d'Asti - Rocca d'Arazzo - Montegrosso - Mombercelli - Bricco - Castagnassa - Masio (Km 59,5)
Torno in sella dopo una sosta di quindici giorni, e devo dire che l'inattività a tratti si fa sentire. Aumento un po' lunghezza del percorso e dislivello rispetto all'ultima uscita, inserendo ben sei salitelle, e alla fine mi ritrovo con un responso non del tutto atteso: bene il fondo, con 60 km pedalati tutto sommato in buona scioltezza; meno bene del previsto in salita, dove negli ultimi strappi patisco l'affiorare dell'acido lattico nelle gambe. La scelta di non tagliare le due salite finali al Bricco e alla Castagnassa spero si riveli azzeccata per le prossime uscite prepasquali, con tutte le incognite del caso.
Stavolta metto sulla carta un itinerario pieno di saliscendi tra le due sponde del Tanaro, pronto a modificarlo in corso d'opera a seconda dell'andamento della giornata.
Inizio subito moderatamente all'insù, con risalita alla parte alta di Masio, poi leggero falsopiano per guadagnare l'abitato di Mogliotti. Già da questi primi chilometri mi si presenta quello che sarà il principale leit-motif della giornata: l'abbondante neve caduta nei giorni precedenti si sta sciogliendo velocemente generando a ogni avallamento larghi rivoli d'acqua e fanchiglia che attraversati riducono in stato pietoso bicicletta e indumenti. Fa comunque un certo effetto percorrere in questo periodo dell'anno strade che fiancheggiano distese di neve. L'aspetto negativo dal punto di vista strettamente ciclistico è invece l'abbigliamento: impossibile rinunciare alla bardatura invernale, ma nei tratti di salita assolati un bel bagno di sudore è assicurato, e per la prima volta a un certo punto mi trovo nella necessità di abbassare la cerniera della giacca a vento.
Ridisceso a fianco del Tanaro, supero prima Rocchetta e poi Cerro, per poi oltrepassare la statale Asti-Alessandria e risalire le alturine soprastanti. In questo tratto, già apprezzato l'anno scorso, incontro una serie di frazioncine che terminano con Monfallito prima di ridiscendere a Castello d'Annone. Da qui mi dirigo verso Azzano con l'intenzione poi di ricongiungermi alla strada per Montegrosso. La strada costeggia il fiume per un paio di chilometri, aggirando a destra la collinetta di Rocca d'Arazzo, poi si impenna nel chilometro che prelude l'ingresso in paese, niente più di un paio di mezze curve e un lungo rettilineo, ma è quanto basta per rendermi conto che la condizione migliore è ancora lontanissima. In paese, l'unica indicazione è per Asti, ed è una fortuna, perchè chiedendo maggiori informazioni vengo a sapere che la strada che volevo percorrere non è praticabile. Non mi resta che girare la bicicletta, ridiscendere in piano e da qui attaccare un'identica salita che mi porta a Rocca d'Arazzo, da cui stavolta imbocco senza indugi la direzione di Montegrosso.
Dopo il passaggio in paese, la strada continua a salire a intervalli per un paio di chilometri, ed è in questo tratto che faccio lo spiacevole incontro con un paio di randagi che per fortuna più che arrabbiati sembrano in cerca di compagnia: nel giro di poche centinaia di metri mi lasciano perdere per dedicarsi alle macchine, ma non è mai divertente trovarsi accerchiati dai cani.
Il momento dello scollinamento è il più bello del giro, non solo perchè distanzio definitivamente la coppia di animali, ma perchè la vista sulla val Tiglione innevata è il momento paesaggisticamente più rilevante dell'uscita.
In un paio di minuti scendo a Montegrosso bassa e da qui il primo pensiero è quello di rientrare per la via diretta, perchè nell'ultimo tratto di salita ho cominciato a sentire un po' di male alle gambe. A Mombercelli prevale tuttavia la voglia di incrementare l'allenamento, e mi impongo le ultime due salitelle, rendendo più mossa la parte conclusiva del giro, chiuso dopo una sessantina di chilometri e una certa voglia di cambiare prospettiva nelle prossime uscite.
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