lunedì 31 maggio 2010

L'anello di Moncalvo



Masio - Felizzano - Quattordio - Montemagno - Grana - Calliano - Tonco - Alfiano Natta - Moncalvo - Grazzano Badoglio - Casorzo - Fubine - Felizzano - Masio (Km 83,4)



Giro molto bello andando a sconfinare in un lembo di Monferrato finora mai toccato, e alla fine anche una dozina di chilometri più lungo di quanto programmato: ne esce il primo over-80 da tanto tanto tempo e la soddisfazione di aver concluso stanco ma non proprio sfiancato. A livello altimetrico, classica su e giù monferrino, salite e discese di massimo un paio di chilometri poco significative se prese una alla volta, ma sommate per uno sviluppo di una cinquantina di chilometri più nervosi di un elettrocardiogramma, alla fine presentano il loro conto salato. Se a questo si aggiunge un caldo a tratti intenso, il risultato è che anche gli ultimi cavalcavia sembrano passi di alta montagna.
Parto con tranquillità cercando di mantenere un ritmo abbastanza costante attraverso Felizzano e Quattordio, fino alla borgata Accorneri. Ho già alle spalle circa 15 chilometri quando lascio la strada per Viarigi per girare a sinistra in direzione di Montemagno, che raggiungerò dopo il passaggio nelle frazioni Oggeri e S. Carlo. Sono circa 6 chilometri lungo una stradina immersa nel verde davvero bellissima: si prende quota con una rampa di mezzo chilometro molto ripida, forse il tratto in assoluto più pendente del percorso, per poi procedere sul crinale e sul finaco di una serie di collinette boscose in un alternarsi di morbidi saliscendi che curva dopo curva propongono panoramiche sempre nuove fino all'entrata in Montemagno dalla parte del cimitero.
Inizia qui il nucleo centrale del giro che nei successivi 40 km mi farà attraversare una lunga teoria di cittadine, paesini e borgate distanti al masismo 4-5 chilometri l'uno dall'altro e separati immancabilmente da una discesa e susseguente risalita.
I primi paesi attraversati sono Grana e Calliano che si raggiungono pedalando in una strada altamente spettacolare che segue la linea ondulata delle colline proponendo una doppia splendida balconata, a sinistra sulla pèianura astigiana e torinese, a destra sul cuore del Monferrato nel quale mi addentrerò nella seconda parte dell'itinerario. Peccato solo che la giornata non sia limpidissima e che il paesaggio in lontananza vada indovinato oltre la leggera foschia.
Dopo Calliano, svolta a sinistra e imbocco di un'altra stradina per scendere alla fondovalle attraverso la frazione Perrona. Un chilometro abbondante in piano, merce rara da queste parti, e all'altezza della stazione ferroviaria è già ora di prendere a sinistra la salita per Tonco. Sono tre chilometri di ascesa molto discontinua: un chilometro di salita al 4-5%, un altro con alternanza di brevi tratti in falsopiano e in discesa, e infine l'entrata e l'attraversamento del paese di nuovo in salita, con pendenzze che si fanno via via più marcate.
Scollinato al termine del paese e oltrepassata una breve discesa, i successivi tre chilometri in leggera ascesa e battuti da un fastidioso vento laterale mi fanno lampeggiare per la prima volta la spia della riserva. L'ingresso nel paese di Alfiano Natta è ancora una volta in salita, e lo supero con una certa calma, consapevole che di lì a poco dovrò affrontare l'asperità più impegnativa della giornata avevndo già speso parecchie energie.
La discesa è molto filante e in breve riguadagno la fondovalle, che tuttavia abbondono dopo pochi metri imboccando una strada secondaria per Moncalvo. È una salita di un paio di chilometri abbondanti, discretamente dura nella prima parte, poi per fortuna regolare e abbastanza ombreggiata.
Raggiunta la sommità di Moncalvo, mi addentro nel centro della cittadina alla ricerca di un bar per dissetarmi, e scopro con sorpresa un paese molto bello, con un suggestivo budello di vicoli in pavé che sboccano infine in un'ampia piazza centrale, dove finalmente mi concedo una sosta.
Con i suoi 300 metri slm, Moncalvo rappresenta anche la massima altitudine del giro, per cui i circa 33 chilometri che mancano all'arrivo, per quanto percorsi cone le forze quasi al lumicino, sono i più facili, con una prevalenza di discesa e pianura rotta solo da un paio di contropendenze in corrispondenza di Casorzo e poco prima di Fubine.
Da questo momento, i 15 chilometri finali servono solo a migliorare il fondo in vista della prossima uscita, per la quale salvo imprevisti la meta è fissata a Casale.

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