lunedì 8 aprile 2019

La strada del Tracciolino


Biella - Mongrando - Bornasco - Sala Biellese - Andrate - Santuario di Oropa - Favaro - Biella (Km 61)


Il primo giro in montagna dell'anno mi riporta a Oropa a un anno di distanza e completa un bel trittico biellese, preceduto dalle più impegnative conquiste di Bielmonte e della galleria di Rosazza. Questa volta l'obiettivo è la panoramica strada del Tracciolino che da Andrate, sulla sommità occidentale della Serra d'Ivrea, conduce al santuario di Oropa dopo 25 chilometri di curve in morbida salita, più o meno equamente divisi tra bosco e ampie vedute sui pascoli, la Serra e la pianura a sud, e le rocce e i pochi residui nevosi a nord. Piccola curiosità del percorso, proprio nel giorno in cui si corre la Strade Bianche nel senese, appena sopra Andrate incontrerò gli unici tre chilometri del Tracciolino rimasti a fondo naturale, peraltro in condizioni abbastanza buone da non costituire un problema nemmeno per le ruote sottili.

Il percorso studiato, per quanto non particolarmente esigente, è praticamente privo di pianura, a parte i primi 7-8 chilometri in uscita da Biella alla volta di Mongrando. Un paio di chilometri ancora in direzione di Zubiena, poi una prima rampa mi porta al bivio per Sala, che imbocco sulla destra. I quattro chilometri che seguono mi faranno raggiungere la cresta della Serra, che poi dovrò percorrere fino alla sua estremità occidentale. Questo primo tratto non presenta particolari problemi, a parte l'ultimo chilometro che dalla frazione di Bornasco a Sala, che presenta rampe molto ripide soprattutto nel finale.
Raggiunto infine il piccolo abitato di Sala, la strada prosegue immersa nel bosco fitto, in agevole salita per circa cinque chilometri verso Andrate, settore nel quale si lascia momentaneamente la provincia di Biella per entrare in quella di Torino; l'ultimo tratto lungo la serra ha invece un andamento decisamente più discontinuo, con rampe che raggiungono anche il 10% alternate a tratti facili e infine a una discreta discesa fino all'ingresso in paese, dove la strada riprende a salire fino alla piazzetta centrale.
I chilometri di salita percorsi, seppur a bassa intensità, sono già una dozzina, ma ne mancano addirittura il doppio per raggiungere il santuario; inutile dire che a maggior ragione l'ascesa diventa a questo punto ancor più relativa, con lunghi e frequenti tratti in falsopiano o in leggera discesa, ma non mancano passaggi discretamente impegnativi. E' il caso del primo chilometro dopo Andrate, quando la strada diventa una sottile striscia d'asfalto e s'inerpica ripida sul versante della montagna verso nord, prima di piegare bruscamente a est e assumere i connotati di un lungo falsopiano a mezzacosta.
Superato un ponticello che segna il ritorno in provincia di Biella, inizia ufficialmente la strada del Tracciolino, che si presenta con tre chilometri sterrati. Grazie alle pendenze adesso molto leggere e al lungo periodo di secca, il fondo è in buono stato e basta fare un po' d'attenzione per non correre il rischio di forare, poi torna l'asfalto e non resta che proseguire ad andatura regolare per non farsi sorprendere dall'unica insidia della salita, una lunghezza fuori del comune che in questa fase iniziale della stagione potrebbe riservare un brutto quarto d'ora nella parte finale.
La strada, dal canto suo, si snoda prevalentemente nel bosco, ma soprattutto nella seconda metà si aprono ampie finestre sui pascoli che permettono visuali spettacolari, il miglior alleato quando le gambe cominciano a diventare pesanti e il fiato ad accorciarsi. La sostanza è che dopo un po'di sofferenza nell'ultimo paio di chilometri in salita continua al 6-7%, all'altezza del cimitero inizia una veloce discesa che in breve mi porta al santuario di Oropa, primo traguardo significativo della stagione.
La cronica mancanza di tempo mi induce a tagliare un'ultima deviazione a metà discesa, all'altezza di Favaro, e a ritornare direttamente in città, dove mi aspetta un ultimo chilometro a saltellare sul pavé, prima di tornare alla macchina e chiudere un giro tagliato su misura per la metà di marzo.

il meglio del giro

Un ottimo percorso per un primo approccio alla montagna, con strade tranquille sotto ogni punto di vista.

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