martedì 8 giugno 2010

L'anello di Casale



Masio - Felizzano - Fubine - Vignale M.to - Camagna M.to - Conzano - Terruggia - Casale M.to - S. Giorgio M.to - Rosignano M.to - Cella Monte - Frassinello M.to - Fubine - Felizzano - Masio (Km 85,7)



Chiudo il trittico monferrino con un altro over-80 e leggero ma non banale incremento altimetrico. La meta designata è Casale Monferrato, che rappresenta anche il giro di boa dell'itinerario; poi come sempre tanto saliscendi nella parte centrale, con cinque salite e un numero indefinito di dossetti disseminati in una cinquantina di chilometri quasi privi di tratti in piano. Unico problema, una calura a tratti asfissiante che oltre a rendere più dispendioso un percorso quasi interamente esposto al sole, si porta dietro una cappa d'afa che limita parecchio l'ampiezza dei panorami che a tratti si intuiscono a perdita d'occhio.
Partenza tranquilla in direzione di Fubine, con andatura regolare e l'idea di svoltare per Cuccaro dopo una quindicina di chilometri, ma il progetto è ancora una volta rimandato dall'interruzione che si protrae di mese in mese. Tocca sorbirsi altri 4-5 chilometri in leggerissima ascesa prima che la strada si impenni verso Vignale. Solo un paio di settimane fa mi ero ripromesso di non rifare quella salita dal fondo infame, ma non ci sono alternative e dunque rieccomi a ballonzolare per il paio di chilometri che mi separano dal centro cittadino e dal bivio per Camagna. Le gambe rispondono bene e una volta scollinato non ho particolari problemi neanche nel successivo saliscendi che la strada propone nel raggiungere e attraversare Camagna e Conzano.
Da qui, una volta apprezzata la panoramica sulla pianura casalese, imbocco a sinistra la strada che mi riporterà alla fondovalle attraverso il passaggio a San Maurizio: la discesa veloce e costante è intervallata solo da una breve quanto innocua contropendenza all'altezza del passaggio nella frazioncina, poi, oltrepassata la statale, effettuo l'ultima deviazione per Terruggia prima di raggiungere Casale: circa 4 chilometri, la prima metà in facile salita e la seconda nuovamente in discesa a raggiungere la pianura e reincrociare la statale che stavolta percorro per una manciata di chilometri fino a entrare nel centro di Casale.
Per il momento è andato tutto bene, l'unico problema è il caldo intenso che quasi senza accorgermene comincia a prosciugare le mie scorte liquide.
La seconda metà del giro è più impegnativa della prima, almeno fino a Fubine, e si presenta subito con la salita più lunga della giornata: circa quattro chilometri di cui il primo è un drittone che inizia circa al 5% per terminare intorno al 7-8%, poi lungo tratto in falsopiano per arivare alla sommità della collina che sovrasta San Giorgio. Ennesima discesa lungo le strade del paese, e una volta superata la strada per Asti è già ora di ricambiare il ritmo per salire a Rosignano lungo una strada che per un altro paio di chilometri sale molto regolare. Da Rosignano a Cella Monte sono non più di tre chilometri per passare da un cucuzzolo all'altro di due collinette prospicenti, ma inopinatamente è questo il tratto che mi presenta il conto perché l'avallamento è molto più profondo di quelli superati finora e il chilometro di ascesa verso Cella Monte è il più duro di tutto il giro. Non so valutare le pendenze, ma quando mi lascio alle spalle lo strappo finale devo constatare che si accesa la spia rossa della riserva.
Mancano più di 30 chilometri all'arrivo e un altro paio di salitelle che dovrò tuttavia affrontare di conserva, senza più l'energia necessaria a spingere sui pedali. Quando, al termine della prima, raggiungo Frassinello, devo addirittura fare i conti con un crampetto alla coscia destra, cosa che mi consiglia di fare una breve sosta per bere e riposare qualche minuto. Gli ultimi 20-25 chilometri non hanno nient'altro da dire se non suggerirmi di chiudere il giro senza inutili forzature, finalmente assistito da un clima più fresco e da un terreno in lievissima ma costante discesa.
Alla fine, terzo percorso consecutivo nel Monferrato concluso in maniera più che degna sia dal punto di vista tecnico che paesaggistico, ma per le prossime uscite sarà meglio cercare percorsi un po' meno esposti alla calura che da queste parti è difficilmente sopportabile già ai primi di giugno.

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