
Incisa Scapaccino - Castelnuovo Belbo - Bruno - Mombaruzzo - Maranzana - Ricaldone - Acqui Terme - Terzo - Montabone - Castel Boglione - Nizza M.to - Incisa Scapaccino (Km 53,2)

Il tempo è buono, giornata con buona luce e cielo nel complesso quasi sempre azzurro, ma in questo periodo non può mancare il vento, che infatti si rivelerà a lunghi tratti un elemento di disturbo, particolarmente sgradito in alcuni tratti pianeggianti in teoria destinati al recupero.

Quattro chilometri in tutto con gli ultimi due poco più che in falsopiano, ma è quanto basta per rendermi conto che non ho molto da spendere. Seguissi i messaggi provenienti dalle gambe, ce ne sarebbe abbastanza per girare la bici e tornare alla base, ma come sempre prevale la volontà di non sprecare una delle poche occasioni a disposizione, e in più sono curioso di sondare le colline acquesi, sia a livello tecnico che paesaggistico.

Da Maranzana a Ricaldone sono in tutto 4-5 chilometri, ma non c'è un metro in piano, e anzi il tratto che precede l'arrivo in paese è in costante salita, seppur decisamente pedalabile. Un paio di curve in discesa precedono l'ingresso in Ricaldone, paese letteralmente appoggiato sull'intero versante della collina: si inizia in basso e si penetra nel paese risalendo la costa attraverso una strada in buona pendenza fino alla piazzetta centrale. Qui, la sorpresa è che seguendo le indicazioni per Acqui, ci si accorge che lo scollinamento è ancora molto di là da venire, e solo adesso comincia la parte dura della salita. Sarà che da sotto l'ho presa abbastanza alla garibaldina, fatto sta che le pendenze mi sembrano ora davvero importanti e devo stringere i denti per insistere man mano che i metri passano e il cucuzzolo non sembra arrivare mai. È senz'altro questo il tratto più difficile dell'intera giornata: non ho percorso neppure venti chilometri e sono già in debito di gambe e fiato.

Qualche chilometro ancora in leggera discesa, ed eccomi ad Acqui, dove presto raggiungo il centro pedonale e la celebre piazzetta della 'bollente'. Il tempo di una foto con lo sfondo di un cielo adesso grigio e rimonto in sella dirigendomi verso Terzo, da dove avrà inizio l'ascesa per Montabone, massima asperità della giornata con i suoi sei chilometri di salita.
Com'era prevedibile, anche in questo caso la salita è piuttosto discontinua: la maggior parte del dislivello viene superato nei primi due chilometri che percorro a velocità ormai ridottissima, col solo vantaggio di potermi godere una sequenza di panoramiche davvero notevoli. La parte centrale è quasi pianeggiante e la strada costeggia ampi prati prima di arrivare in vista di Montabone, ancora distante un buon chilometro e mezzo. La salita è intanto ripresa piuttosto regolare e agevole, e termina prima di entrare in paese, prendendo a sinistra all'incrocio per Nizza.

A fondovalle, mi ricongiungo con la strada principale che porta a Castel Boglione al termine di un falsopiano che prelude all'ultimo strappetto del giro: niente più di un chilometro al 4-5% di pendenza, ma a questo punto non ne ho davvero più e mi sembra eterno. Una volta lasciata alle spalle anche quest'ultima asperità, i dieci chilometri che mancano alla chiusura del giro non presentano nessuna difficoltà: discesa scorrevole fino a Nizza, attraversamento della cittadina e cinque chilometri finali in piano.
Nel complesso, un giro abbastanza interessante e adatto alla stagione, ma da affrontare con una migliore condizione anche per godersi con maggior gusto la bellezza dei luoghi.
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