martedì 6 aprile 2010

Le colline di Acqui



Incisa Scapaccino - Castelnuovo Belbo - Bruno - Mombaruzzo - Maranzana - Ricaldone - Acqui Terme - Terzo - Montabone - Castel Boglione - Nizza M.to - Incisa Scapaccino (Km 53,2)



Sabato pomeriggio di poca gamba per l'ultima uscita di un marzo abbastanza deludente, in attesa di una primavera-estate tutta da verificare. L'obiettivo fissato è quello di raggiungere Acqui, e visto che nell'ultimo mese la condizione è peggiorata invece di migliorare, decido di tagliare qualche chilometro e di partire da Incisa.
Il tempo è buono, giornata con buona luce e cielo nel complesso quasi sempre azzurro, ma in questo periodo non può mancare il vento, che infatti si rivelerà a lunghi tratti un elemento di disturbo, particolarmente sgradito in alcuni tratti pianeggianti in teoria destinati al recupero.
Parto al piccolo trotto e raggiungo dopo qualche minuto la vicina Castelnuovo seguendo il corso del Belbo. Da qui, superato un passaggio a livello che mi tiene fermo per un bel pezzo in attesa di una littorina, supero la fondovalle Nizza-Alessandria e prendo subito a destra in direzione di Mombaruzzo, salita ormai ben conosciuta e ideale per rompere il fiato.
Quattro chilometri in tutto con gli ultimi due poco più che in falsopiano, ma è quanto basta per rendermi conto che non ho molto da spendere. Seguissi i messaggi provenienti dalle gambe, ce ne sarebbe abbastanza per girare la bici e tornare alla base, ma come sempre prevale la volontà di non sprecare una delle poche occasioni a disposizione, e in più sono curioso di sondare le colline acquesi, sia a livello tecnico che paesaggistico.
Superato Mombaruzzo, la strada scende per un paio di chilometri fino all'omonima stazione immersa nei vigneti, quindi svolto a sinistra per Maranzana. La strada adesso è stretta e per un buon chilometro sostanzialmente pianeggiante, poi, dopo una curva a destra, punta all'insù verso la punta del bricco sopra il quale è abbarbicato il paesino. Pendenze tutt'altro che terribili, ma in qualche punto impegnative quanto basta per farmi scalare il rapporto, e l'ultima rampetta prima di girare verso Ricaldone è una bella rasoiata.
Da Maranzana a Ricaldone sono in tutto 4-5 chilometri, ma non c'è un metro in piano, e anzi il tratto che precede l'arrivo in paese è in costante salita, seppur decisamente pedalabile. Un paio di curve in discesa precedono l'ingresso in Ricaldone, paese letteralmente appoggiato sull'intero versante della collina: si inizia in basso e si penetra nel paese risalendo la costa attraverso una strada in buona pendenza fino alla piazzetta centrale. Qui, la sorpresa è che seguendo le indicazioni per Acqui, ci si accorge che lo scollinamento è ancora molto di là da venire, e solo adesso comincia la parte dura della salita. Sarà che da sotto l'ho presa abbastanza alla garibaldina, fatto sta che le pendenze mi sembrano ora davvero importanti e devo stringere i denti per insistere man mano che i metri passano e il cucuzzolo non sembra arrivare mai. È senz'altro questo il tratto più difficile dell'intera giornata: non ho percorso neppure venti chilometri e sono già in debito di gambe e fiato.
Appena scollinato, la strada svolta decisamente a sinistra per Acqui, il cielo adesso è coperto ma non fa freddo. Dopo un breve tratto in leggero saliscendi, inizia la discesa, morbida nella prima parte, ripida e tecnica nel segmanto centrale prima di ricongiungersi alla statale Nizza-Acqui.
Qualche chilometro ancora in leggera discesa, ed eccomi ad Acqui, dove presto raggiungo il centro pedonale e la celebre piazzetta della 'bollente'. Il tempo di una foto con lo sfondo di un cielo adesso grigio e rimonto in sella dirigendomi verso Terzo, da dove avrà inizio l'ascesa per Montabone, massima asperità della giornata con i suoi sei chilometri di salita.
Com'era prevedibile, anche in questo caso la salita è piuttosto discontinua: la maggior parte del dislivello viene superato nei primi due chilometri che percorro a velocità ormai ridottissima, col solo vantaggio di potermi godere una sequenza di panoramiche davvero notevoli. La parte centrale è quasi pianeggiante e la strada costeggia ampi prati prima di arrivare in vista di Montabone, ancora distante un buon chilometro e mezzo. La salita è intanto ripresa piuttosto regolare e agevole, e termina prima di entrare in paese, prendendo a sinistra all'incrocio per Nizza.
La discesa che segue è molto divertente, piena di curve e controcurve, tornanti e allunghi e soprattutto mai pericolosa, malgrado la carreggiata sia stretta e in qualche tratto un po' dissestata.
A fondovalle, mi ricongiungo con la strada principale che porta a Castel Boglione al termine di un falsopiano che prelude all'ultimo strappetto del giro: niente più di un chilometro al 4-5% di pendenza, ma a questo punto non ne ho davvero più e mi sembra eterno. Una volta lasciata alle spalle anche quest'ultima asperità, i dieci chilometri che mancano alla chiusura del giro non presentano nessuna difficoltà: discesa scorrevole fino a Nizza, attraversamento della cittadina e cinque chilometri finali in piano.
Nel complesso, un giro abbastanza interessante e adatto alla stagione, ma da affrontare con una migliore condizione anche per godersi con maggior gusto la bellezza dei luoghi.

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