lunedì 17 maggio 2010

L'anello di Asti



Masio - Roccheta Tanaro - Castello d'Annone - Azzano d'Asti - Asti - Monfallito - Quattordio - Felizzano - Masio (Km 55,4)



Risalgo in bicicletta dopo un mese e mezzo, ed è già una notizia. L'altra è che ha smesso di piovere e questo sabato pomeriggio sembra quasi di primavera, anche se il sole è coperto da un sottile strato di nuvole.
Sulla carta ho preparato un giro di 55 km in prevalenza pianeggiante con destinazione Asti. La condizione è un 'incognita, per cui ho studiato eventuali vie di fuga in caso di cotta prematura, che per fortuna non saranno necessarie, sebbene gli ultimi chilometri da Felizzano a Masio si chiudano in sofferenza.
Le asperità disseminate sul percorso sono tre, tutte accessibili per lunghezza e pendenze. La prima è proprio in partenza, breve rampa in paese seguita da un lungo falsopiano pedalabile fino alla frazione Mogliotti, da dove si scende subito a Rocchetta per poi affrontare un tratto pianeggiante abbastanza lungo fino all'imbocco della salita per Azzano.
È una salita di poco più di un chilometro ma abbastanza dura, soprattutto perché molto dritta, però l'ho già fatta un paio di mesi fa e la pedalo con buona lena. La discesa successiva è intervallata da un paio di tornati, quindi, dopo un altro saliscendi di circa mezzo chilometro, la strada spiana verso Asti scavalcando in successione una linea ferroviaria, la tangenziale e il Tanaro.
L'arrivo in città coincide più o meno con il giro di boa, sia come chilometraggio che come difficoltà altimetriche. Fin qui è andata anche meglio del previsto: la gamba tiene e gli otto chilometri seguenti, pianeggianti e su strada statale, non presentano nessun problema.
Superato Quarto, dopo un chilometro e mezzo svolto a sinistra imboccando la strada per Monfallito. Sono un paio di chilometri di salita, di cui il primo abbastanza impegnativo, che mi portano sulla vallonata strada di cresta fino ad Alberoni: è il tratto paesaggisticamente più rilevante dell'itinerario.
Un chilometro circa di discesa e giro di nuovo a destra per la frazione Serra, che raggiungo al termine di uno strappo breve quanto ripido che di fatto esurisce le energie residue. La strada che da qui porta a Quattordio e Felizzano è in leggera discesa, ma per i sei chilometri che chiudono il giro, seppure in piano, non ho più spinta e finisco la pedalata con le gambe appesantite dall'acido lattico. Non è un problema, se il tempo regge la settimana prossima si replica.

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