martedì 12 novembre 2013

Tutti i colori delle Langhe


Neive - Bricco di Neive - Valdivilla - Castiglione Tinella - S. Stefano Belbo - Valdivilla - Coazzolo - Castagnole Lanze - Neive (Km 38)


La temperatura mite nel ponte dei Santi permette un'ultima uscita in un periodo avanzato dell'anno nel quale solitamente ho già appeso da un paio di settimane la bicicletta al chiodo. Sono i giorni in cui la natura sfoggia i colori più vari e intensi, per cui cosa di meglio di una bella puntata in Langa che concili un tasso tecnico adeguato al momento e lo spettacolo a perdita d'occhio delle colline tappezzate dal patchwork naturale dei vigneti post-vendemmia? Le giornate ormai corte sconsigliano fantasie troppo audaci, per cui rotta su Neive per un percorso da usato sicuro che non tradirà le attese malgrado una giornata non particolarmente luminosa che tende ad appiattire i contrasti soprattutto in lontananza; il giro consisterà in un doppio scavalco all'altezza di Valdivilla della linea di colline che separano la valle Tanaro dalla valle Belbo, con breve sconfinamento in territorio astigiano a Coazzolo e Castagnole Lanze.

giovedì 17 ottobre 2013

Dall'ultima Langa al colle di San Giacomo


Ceva - Roascio - Ceva - Perlo - Nucetto - Bagnasco - Priola - Colle di San Giacomo - Lisio - Mombasiglio - Ceva (Km 69)


Arriva a fine stagione uno dei giri più riusciti dell'anno per varietà dell'ambiente, spessore tecnico e una volta tanto per uno stato di forma abbastanza brillante da permettermi di assaporare tutti gli aspetti positivi dell'escursione senza pagare un dazio troppo elevato alla fatica insita in un percorso di media montagna e di rilevante chilometraggio. Per l'occasione, disegno un itinerario che partendo da Ceva tocca inizialmente un brandello di Langa, quindi scala le alture nei due versanti del Tanaro, e infine scende in valle Mongia; l'idea originaria prevedeva un percorso più breve con ultimo scollinamento a Battifollo, poi, come spesso accade, qualche giorno prima mi accorgo che poco più in là si trova il colle di San Giacomo e decido di inserirlo rendendo il giro decisamente più significativo, con la scalata all'ultimo 1000 dell'anno e la scoperta di una salita dura e molto bella, da tenere sicuramente in conto per eventuali future uscite in zona.

venerdì 11 ottobre 2013

Le colline gaviesi


Masio - Oviglio - Castellazzo B.da - Casalcermelli - Bosco Marengo - Fresonara - Basaluzzo - Pasturana - Francavilla Bisio - Tassarolo - Gavi - Parodi Ligure - Montaldeo - Castelletto d'Orba - Silvano d'Orba - Predosa - Casalcermelli - Castellazzo B.da - Oviglio - Masio (Km 105)


Ancora un giro molto lungo, forse qualche chilometro di troppo, per la prima uscita d'ottobre, una delle ultime dell'anno dato che l'autunno sembra presentarsi puntuale quanto l'estate è stata ritardataria. Un clima novembrino con umidità tanto spessa da toccarla e respirarla per tutto il pomeriggio mi consiglia di rimandare di qualche giorno il giro programmato nel cebano, e per questa volta ripiego su una puntata sulle collinette di Gavi, in pratica percorrendo in biciletta le zone che la settimana precedente mi ero sciroppato in macchina per raggiungere Voltaggio. Ne esce un giro poco significativo dal punto di vista altimetrico, mosso solo nella parte centrale, e tutto sommato difficile da giudicare anche da quello turistico, dal momento che il tratto teoricamente più interessante, da Tassarolo a Castelletto d'Orba, è risultato letteralmete inglobato in una fittissima coltre di nebbia, con visibilità ridotta a poche centinaia di metri.

martedì 1 ottobre 2013

I Piani di Praglia e il passo della Bocchetta


Voltaggio - Passo degli Eremiti - Capanne di Marcarolo - Piani di Praglia - Campomorone - Passo della Bocchetta - Voltaggio (Km 54)


L'ultimo giro veramente impegnativo dell'anno si sviluppa ancora una volta sulle medie quote dell'Appennino ligure con le salite ai Piani di Praglia e al passo della Bocchetta, diametralmente opposte dal punto di vista tecnico: lunghissima e discontinua la prima, breve e secca la seconda che a tratti presenta pendenze ampiamente a doppia cifra; il tutto in un contesto ambientale ragguardevole e in una giornata finalmente caratterizzata da un sole pieno e una temperatura ideale per la bicicletta. Unico neo, a voler essere pignoli, l'ennesima lunga trasferta di questa stagione all'insegna più dell'esplorazione che dell'approfondimento o delle variazioni sul tema.

venerdì 20 settembre 2013

Oltre il muro dei 100 chilometri


Masio - Quattordio - Viarigi - Altavilla M.to - Frassinello M.to - Sala M.to - Treville - Ozzano M.to - Casale M.to - Frassineto Po - Borgo San Martino - Ticineto - Valmacca - Bozzole - Pomaro M.to - San Salvatore M.to - Castelletto M.to - Quargnento - Solero - Felizzano - Masio (Km 108)


Il ritorno in pianura dopo la stagione dei giri in montagna è sempre un po' triste, ancor più in un'annata come questa, nella quale meteo, malanni vari e condizione fisica precaria hanno spesso cancellato gli obiettivi più importanti; occorre inventarsi qualcosa per dare sale a un'uscita altrimenti abbastanza anonima e così, se non posso puntare in alto, decido di dedicarmi al lungo disegnando un tracciato di oltre 100 chilometri che mi mancava da tantissimo tempo. I lunghi chilometraggi non sono mai stati nelle mie corde, ma quest'anno ho portato a termine senza troppi problemi parecchi giri intorno agli 80 km, e dunque valuto che basterà limitare le difficoltà altimetriche per portare a casa l'obiettivo senza intoppi: previsione per una volta azzeccata, se è vero che le gambe reggono più che dignitosamente anche gli ultimi 35 chilometri battuti da un fastidioso vento contrario. Per quanto riguarda il percorso, nella prima parte attraverserò il Monferrato scavalcando un serie di morbide collinette, poi costeggerò per una trentina di chilometri il lato destro del Po e infine chiuderò l'anello con ancora tanta pianura intervallata solo dalla facile salita a San Salvatore.

lunedì 16 settembre 2013

Il colle del Nivolet


Ceresole Reale - Colle del Nivolet - Ceresole Reale (Km 36)


Alla ricerca di un degno sostituto del Galibier per la chiusura della stagione in montagna, la scelta cade infine sul Nivolet, solo 30 metri più basso del collega francese, ugualmente o forse ancora più bello, ma soprattutto decisamente più agevole, dal momento che inizierò la scalata dai 1600 metri di Ceresole. La decisione di abbassare decisamente l'asticella dell'impegno è figlia delle difficoltà sofferte sul finale della Bonette e della stanchezza derivante da un trasferimento troppo lungo; e dunque, scartate per una volta le alternative cuneesi e valdostane, via libera al Nivolet, che pure non è dietro l'angolo e che avevo scalato in passato una sola volta, restandone piuttosto deluso a causa di un meteo poco favorevole. In questo caso, il tempo è abbastanza buono, sole pieno fino al colle, ma parecchia nuvolaglia a coprire le cime circostanti; fortuna che il Nivolet dà spettacolo prima ancora di cominciare, già all'uscita della galleria prima di Ceresole con la magnifica cartolina sulle Levanne, e non smette fino ai 2612 metri dello scollinamento in un tripudio di laghi, tornanti, prati fioriti e passaggi scavati tra le rocce.

martedì 10 settembre 2013

La Bonette


Jausiers - la Bonette - Jausiers (Km 46)


L'agosto più interessante degli ultimi anni si chiude con una bella quanto faticosa rivincita su quel col de la Bonette che quattro anni fa mi costrinse alla resa, e che anche stavolta mi fa penare non poco prima di essere domato. Detto che la topografia del luogo è alquanto confusa (il col de la Bonette è in realtà a 2715 m, e da lì inizia l'anello che gira intorno alla cima e raggiunge i famosi 2802 m), chiamerò semplicemente 'Bonette' il punto culminante della scalata, essendo chiaro a chiunque a cosa si riferisce la pomposa definizione di 'Plus haute route d'Europe', altra imprecisione dal momento che il Pico del Veleta in Spagna la supera di oltre 500 metri. Lasciando da parte le riflessioni sull'esatta terminologia da adottare, rimane intatta la soddisfazione di aver portato le ruote della bicicletta nel punto più elevato di sempre, superando i 2770 dell'Iseran e, in casa nostra, i 2744 dell'Agnello; per contro, direi che i paesaggi della Bonette, a cavallo tra i dipartimenti delle Alpi Marittime e di quelle dell'Alta provenza, non valgono quelli di altri colossi di poco più bassi, ma qui il giudizio non può che essere soggettivo e di certo avrà pesato la giornata meteorologicamente non troppo azzeccata, se è vero che la cima è stata quasi sempre coperta e che le nuvole hanno di fatto impedito la visuale sullo spettacolare versante sud.

martedì 3 settembre 2013

Dalla valle Belbo al Bric Puschera


S. Stefano Belbo - Cossano Belbo - Castino - Cortemilia - Gorrino - Brallo - Roccaverano - Vesime - Bric Faidal - Seirole - S. Stefano Belbo (Km 77)



Per l'ultima domenica di agosto, il piano prevedeva un bell'anello da Garessio con obiettivo principale il colle di Caprauna, ma per l'ennesima volta nell'anno il meteo incerto ci mette lo zampino, e anche questo proposito finisce nell'elenco dei desideri per l'anno prossimo. Come alternativa, ripiego su un percorso in Langa molto completo e tecnicamente poco meno impegnativo di quello inizialmente preventivato, seppure le salite non propongano quasi mai pendenze troppo impegnative.

mercoledì 28 agosto 2013

L'Appennino ligure


Cantalupo L.re - Albera L.re - Cabella L.re - Gordena - Passo di San Fermo - Vobbia - Alpe di Vobbia - Passo dell'Incisa - Crocefieschi - Vobbia - Costa Salata - Mongiardino L.re - Rocchetta L.re - Cantalupo L.re (Km 69)



Se il mese di luglio si era chiuso con un po' di anticipo tra i monti valdostani, agosto comincia dopo trenta lunghi giorni di sosta tra quelli più modesti, ma non per questo meno interessanti e impegnativi, dell'Appennino ligure. La pausa prolungata suggerirebbe forse un percorso più tranquillo (e infatti fino all'ultimo sono stato indeciso se inserire o tagliare il passo dell'Incisa), ma se voglio sparare le ultime cartucce importanti da qui all'inizio di settembre, vale la pena fare uno sforzo in più, pur sapendo quanto mi costerà in termini di fatica. Ne esce alla fine un giro di buon contenuto cicloturistico e di grande applicazione fisica e mentale, portato a casa senza troppi danni grazie a un sapiente uso della testa più che alla forza delle gambe, in ogni caso tutt'altro che imballate nella prima metà del percorso.

lunedì 26 agosto 2013

Ai piedi del Grand Combin


Variney - Doues - Champillon - Doues - Valpelline - Variney (Km 43)



Saltata per maltempo anche la traserta a seguito del Tour, recupero un pomeriggio pr piazzare una bella uscita in Valle d'Aosta, garanzia di panorami grandiosi e in genere di strade poco trafficate. A dispetto delle imponenti montagne che la circondano da tutti i lati, sono solo cinque le strade asfaltate che superano i 2000 metri nella Vallée, e di queste la più nascosta è certamente quella che porta a Champillon dalla frazione Variney di Gignod, una sorta di Pian del Re ai piedi del massiccio del Grand Combin, colosso di 4300 metri situato interamente in territorio svizzero. Geograficamente, la salita a Champillon è situata tra la valle del Gran San Bernardo e la Valpelline, e consiste nella risalita attraverso una ventina tornanti di un costone laterale ben visibile già da fondo valle, paragonabile come esercizio al Granon in Francia. Dal punto di vista tecnico, c'è poco da dire: la salita è lunga quasi venti chilometri e nella seconda parte dura, a tratti molto dura, quanto basta per classificarla fuori categoria e affrontarla con la giusta cautela, anche se posso contare su una condizione fisica è più che buona. Altro aspetto da non sottovalutare e che mi costerà qualcosa nei giorni successivi è che pedalerò nelle ore più calde lungo una strada quasi interamente esposta al sole.

mercoledì 17 luglio 2013

Il Colle del Sestriere


Villaretto - Fenestrelle - Pragelato - Colle del Sestriere - Pragelato - Fenestrelle - Villaretto (Km 56)



Il primo 2000 dell'anno è anche l'unico che non avevo mai scalato in Piemonte, quel Sestriere che avevo sempre scartato, un po' perché troppo lontano dalla mia idea di montagna, un po' per campanilismo cuneese che non mi fa mai apprezzare fino in fondo le montagne dei vicini torinesi, neppure quando si tratta di perle come il Nivolet. Se a questo si aggiunge che più di una volta in passato è stato il maltempo a rimandare l'appuntamento col 'Colle', ecco spiegato come mai una delle salite più facilmente accessibili fosse rimasta finora fuori dalle mie rotte. Quanto alla scelta del versante, opto per la val Chisone sostanzialmente perché permette un giro dal chilometraggio un po' più lungo, e poi perché la trovo meno trafficata e più panoramica rispetto all'alta valle Susa. In effetti, al di là degli ecomostri che deturpano il colle e le borgate che si susseguono lungo la strada, la val Chisone non ha poi molto da invidiare ad altre valli più selvagge e anche la strada, seppur troppo larga e dal tracciato poco spettacolare, non è male come mi era sempre sembrata in macchina.

mercoledì 10 luglio 2013

Il Mottarone


Invorio - Massino Visconti - Lesa - Belgirate - Stresa - Baveno - Levo - Gignese - Monte Mottarone - Armeno - Orta S. Giulio - Bolzano N.se - Invorio (Km 75)



Insolita trasferta tra i laghi Maggiore e Orta nelle province di Novara e Verbania per un giro bello quanto difficile che ha come obiettivo principale la scalata del Mottarone, la montagna dei sette laghi che domina dall'alto dei suoi 1500 metri la parte nord-orientale del Piemonte. In teoria, dalla vetta dovrebbe aprirsi una vista a 360° indimenticabile, dal Monte Rosa a nord agli Appennini a sud, passando dai laghi a fondo valle all'estensione della pianura piemontese e lombarda; in pratica, in questa occasione il gran caldo genera una spessa foschia che lascia solo intuire la bellezza del territorio circostante e cancella del tutto le panoramiche in lontananza: un peccato se penso che da queste parti non tornerò tanto presto, ma non abbastanza per non apprezzare almeno in parte la varietà dei paesaggi di questi luoghi così lontani e diversi da quelli che sono abituato a frequentare. Tecnicamente, il percorso di presenta ostico al di là del chilometraggio e del dislivello ragguardevoli: per la prima volta nell'anno, affronterò infatti una salita vera, lunga più di venti chilometri e con un finale che ha ben poco da invidiare i più rinomati colli alpini.

venerdì 5 luglio 2013

Tour del Monferrato


Masio - Quattordio - Montemagno - Grana - Casorzo - Grazzano Badoglio - Ottiglio - Olivola - Frassinello M.to - Vignale M.to - Camagna M.to - Conzano - Lu - Cuccaro M.to - Felizzano - Masio (Km 76)



Giro in Monferrato di carattere prevalentemente turistico, con difficoltà limitate e ritmo da passeggiata, buon raccordo tra gli ultimi tre percorsi impegnativi e i prossimi, finalmente in alta quota. L'occasione la dà un ritrovo tra vecchi amici e l'obiettivo è quello di girovagare senza impegno tra i dolci pendii monferrini toccando il maggior numero di paesi possibili. Ne esce comunque un percorso con un chilometraggio e un dislivello totale più che ripettabili, degna cornice ai bei panorami che accompagnano i 50 chilometri centrali.

venerdì 28 giugno 2013

Mombarcaro 4x4


Niella Belbo - S. Benedetto Belbo - Mimberghe - Mombarcaro - Valle - Mombarcaro - Lunetta - Mombarcaro - Monesiglio - Noceto - Mombarcaro - Niella Belbo (Km 51)


Più o meno tutti sanno che coi suoi 896 metri di altitudine Mombarcaro è il punto più elevato delle Langhe, e molti sono in grado di arrivarci risalendo la valle Belbo o percorrendo la provinciale proveniente da Monesiglio in valle Bormida; quello che forse i più ignorano è che le strade di accesso alla 'Vetta delle Langhe' sono una buona dozzina, la maggior parte interamente asfaltate, seppure talvolta in condizioni precarie e, per larghezza e pendenze, più simili a mulattiere che a strade vere e proprie. Partendo da questo pensiero, ecco dunque la decisione di dedicare a Mombarcaro un'intera giornata, andando a scovare e a scalare quattro dei versanti più impervi lungo un percorso difficile da decifrare sulla carta, ma a conti fatti vario e impegnativo quanto un'arrampicata alpina: resta fuori la tremenda salita di Brondo, ma per il famigerato muro langarolo preparerò semmai un giro ad hoc in futuro. Mombarcaro 4x4, dunque, e non solo per il numero delle salite, ma anche perché tutte presentano passaggi più o meno prolungati nei quali verrebbe la voglia di equipaggiare la bici con una bella trazione integrale: non sono un patito delle pendenze estreme, ma mettere nelle gambe un po' di strappi a doppia cifra può tornare utile per le uscite in montagna previste a partire da luglio.

martedì 18 giugno 2013

Nebbia sul Faiallo


Ovada - Molare - Cassinelle - Bric Berton - Urbe - Passo del Faiallo - Passo del Turchino - Masone - Campo Ligure - Rossiglione - Ovada (Km 85)


Fiasco difficile da digerire. Un giro più volte rimandato nelle settimane precedenti e che doveva essere tra i più belli della stagione si risolve purtroppo in una delle peggiori delusioni della mia carriera ciclistica: il percorso prevede le scalate al Bric Berton e al Faiallo ed entrambi, per motivi diversi, mi restano sul gozzo lasciandomi alla fine la sensazione di un'occasione sprecata in una giornata inutilmente faticosa.

venerdì 14 giugno 2013

Tra rocche e castelli


Arquata Scrivia - Isola del Cantone - Ronco Scrivia - Santuario di Bastia - Camarza - Crocefieschi - Vobbia - Isola del Cantone - Colle della Serra - Montessoro - Roccaforte Ligure - Grondona - Arquata Scrivia (Km 73,3)


Giro interessante e impegnativo sulle alture a cavallo di Piemonte e Liguria, tra le valli Scrivia, Vobbia e Spinti. Più che la bellezza complessiva del territorio attraversato, caratterizzato in larga parte da basse montagne argillose ricoperte da una fitta boscaglia, quello che mi resterà di questa giornata è lo spuntare di tanto in tanto dal nulla di scorci sorprendenti, naturalistici o architettonici, e talvolta le due cose insieme, come nel caso dei castelli di Vobbia e di Roccaforte.

mercoledì 5 giugno 2013

Dove il Tanaro incontra il Po


Masio - Quattordio - Felizzano - Fubine - Cuccaro M.to - Lu - S. Salvatore M.to - Valenza - Bassignana - Rivarone - Montecastello - Pietra Marazzi - Alessandria - Oviglio - Masio (Km 83,2)


I postumi di giorni di tosse e mal di gola mi inducono a miti consigli, rimpiazzando la trasferta appenninica in programma con un percorso semipianeggiante, senza troppe pretese se non quella di rimontare in sella e valutare la tenuta delle gambe dopo la breve pausa forzata. Meta del giro diventa quindi Bassignana, anonimo paesino ai confini con la Lombardia, posto alla confluenza di Tanaro e Po, peccato che lungo la strada non siano visibili né l'uno né l'altro e che per riuscire a fare una foto del grande fiume mi debba avventurare per un breve tratto lungo una stradina sterrata.
L'aspetto migliore del giorno finisce così per essere il meteo, che in occasione della festa della Repubblica regala la prima giornata estiva dell'anno, con la speranza che ci sia un seguito nelle prossime settimane. Per il resto, la pedalata vive il suo momento più interessante nella quindicina di chilometri che separano Fubine da San Salvatore, con l'attraversamento delle basse colline del Monferrato, dove l'abbondante pioggia della stagione ha conferito al terreno e alle sue colture colori di rara lucentezza e intensità.

giovedì 23 maggio 2013

La bassa valle Belbo


Masio - Cortiglione - Incisa Scapaccino - Nizza M.to - Calamandrana - Canelli - Bric Faidal - Castino - Bosia - Rocchetta Belbo - Cossano Belbo - S. Stafano Belbo - Canelli - Calamandrana - Nizza M.to - Incisa Scapaccino - Cortiglione - Masio (Km 98,2)


Saltata causa maltempo la prevista trasferta alpina al seguito del Giro, ripiego la domenica mattina su un percorso molto lungo sulle strade della bassa valle Belbo, con una sola vera salita da Canelli al bivio per Loazzolo, ma con tanto saliscendi nella parte centrale che finisce per generare un dislivello abbastanza considerevole pur senza arrivare mai a superare i 600 metri di altitudine. Per il resto, tanta, tanta pianura in testa e in coda al giro, buona per mettere un po' di chilometri nelle gambe e sondare la fattibilità di un giro nel Monferrato settentrionale che spero di portare a casa entro fine anno: responso tutto sommato positivo.

venerdì 17 maggio 2013

Le Terre del Giarolo


Borghetto di B.ra - Garbagna - Montebore - Dernice - S. Sebastano C.ne - Gremiasco - Fabbrica C.ne - Giarolo - Pertuso - Borghetto di B.ra (Km 64,9)


Ideale prolungamento del giro sui colli tortonesi di due settimane prima, la trasferta nel cuore delle terre del Giarolo, tra il verde delle valli Borbera e Curone, si rivela di ben altro spessore tecnico e turistico. Se la prima uscita nella parte più orientale della provincia di Alessandria mi aveva lasciato più di qualche perplessità, questa è stata un'autentica scoperta grazie a un percorso perfettamente equilibrato tra contenuti paesaggistici di ottima rilevanza e impegno ciclistico ben distribuito su tutto l'arco del giro, senza difficoltà estreme ma con pochissimi tratti di puro trasferimento.

martedì 30 aprile 2013

I colli tortonesi


Tortona - Viguzzolo - Volpedo - Monleale - Montemarzino - Avolasca - Bocchetta di Oliva - Garbagna - Passo della Crocetta - Stazzano - Cassano Spinola - Villavernia - Tortona (Km 73,2)


Dopo tre anni in cui per un motivo o per l'altro era saltato, va finalmente in porto il giro sui colli tortonesi, trasferta non troppo memorabile in un territorio compreso tra le valli Scrivia, Grue e Curone, quest'ultima appena toccata. Premetto che il percorso disegnato è molto perfettibile dal momento che doveva tener conto di alcuni paletti che han finito per condizionarlo negativamente: uno stato di forma approssimativo che mi ha indotto a limitare i saliscendi, la conoscenza pressoché nulla dei luoghi che mi ha fatto andare un po' a tentoni, i passaggi 'obbligati' a Volpedo e Garbagna che se da un lato hanno impreziosito la valenza turistica della giornata, dall'altro hanno comportato i lunghi tratti pianeggianti di inizio e fine giro; detto questo, la primissima impressione è stata che a parte la salita molto bella da Monleale e Montemarzino, per il resto esiste un gap oggettivo tra queste colline e quelle più rinomate di Langhe, Roero e Monferrato, non saprei dire se causa o conseguenza (o entrambe) del diverso sviluppo economico e turistico delle zone citate.

mercoledì 24 aprile 2013

Dal Ponte Isabella alla collina


Torino - S. Vito - Revigliasco - Pecetto - Chieri - Baldissero T.se - Superga - Torino (Km 37,3)


Continua l'aprile piovoso e così anche una finestra di un paio d'ore ritagliata dopo il lavoro diventa un'occasione per un probante allenamento sulla collina torinese. Disegnare un bel percorso di una quarantina di chilometri fuori porta è la cosa più facile del mondo grazie al dedalo di strade e stradine che tagliano e scavalcano in lungo e in largo le alture a est del Po: l'unico imbarazzo è la scelta di volta in volta delle salite da scalare, e in questo caso i due obiettivi sono il Parco della Rimembranza dal famigerato versante del Ponte Isabella e Superga da Chieri attraverso la solitaria strada di Valle Ceppi.

martedì 16 aprile 2013

Primavera ad Acqui


Masio - Cortiglione - Incisa Scapaccino - Nizza M.to - Castel Rocchero - Acqui Terme - Ricaldone - Maranzana - Frascaro - Borgoratto Al.no - Oviglio - Masio (Km 71,9)


Primavera nell'aria, finalmente, e ghiotta occasione per comincare ad allungare di un po' la gittata dei percorsi superando per la prima volta nell'anno i 70 chilometri. La meta di giornata è Acqui, giro di boa di un itinerario piatto nelle parti iniziale e finale, e ricco di saliscendi in quella centrale, impreziosita dai passaggi a Castel Rocchero e a Ricaldone che aggiungono qualità cicloturistica a un contesto tecnico comunque di livello più che accettabile.

martedì 9 aprile 2013

Tra Orba e Bormida


Predosa - Rocca Grimalda - Carpeneto - Montaldo B.da - Trisobbio - Cremolino - Morsasco - Orsara B.da - Rivalta B.da - Castelnuovo B.da - Sezzadio - Predosa (Km 57,8)


Meteo ancora molto incerto - pioggia e freddo in mattinata - e percorso rivisitato e corretto alla meno peggio per la terza uscita dell'anno, che richiede ancora l'abbigliamento invernale. Ne esce alla fine un giro discreto, tracciato in un lembo di territorio alessandrino a me del tutto sconosciuto, sulle collinette tra Ovada e Acqui delimitate dai corsi dell'Orba e del Bormida: il giudizio finale è tutto sommato positivo, anche se la giornata non è delle migliori, ed è sempre difficile riuscire ad apprezzare al primo assaggio, per di più abbastanza frettoloso, una zona mai vista prima.

mercoledì 3 aprile 2013

Amarcord a Novello


Fossano - Salmour - Narzole - Vergne - Novello - Lequio T.ro - Bene vagienna - Fossano (Km 54,1)


Un marzo disastroso va in archivio col colpo di coda di un estemporaneo déjà-vu sulle strade che videro le mie prime pedalate a cavallo di una sferragliante bici da turismo a 5 cambi. Per l'occasione, rispolvero tale e quale il percorso di quello che considero il mio primo 'vero' giro in bici, agli inizi degli anni 90: la prima volta che portavo le mie ruote al di là del Tanaro, la prima puntata in Langa, la prima salita più lunga di cinque chilometri, tutti quegli elementi che in breve avrebbero acceso la scintilla della passione.
A distanza di tanti anni, quello che non è cambiato è la voglia di osare qualcosa in più di quanto la condizione del momento suggerirebbe, pronto a guadagnare l'ennesima piccola soddisfazione a costo di qualche inevitabile momento di fatica. Appesantito da quasi sei mesi di inattività interrotta da un paio di uscite poco significative, piazzo nell'unica finestra di bel tempo del weekend pasquale un giro di media lunghezza piuttosto vallonato, seppur privo di pendenze impegnative. La temperatura è ideale e l'aria completamente tersa quando muovo le prime pedalate da Fossano, e già dalla discesa di S. Lazzaro posso apprezzare un'ottima visuale che spazia fino alle Alpi innevate e insolitamente vicine.

lunedì 4 marzo 2013

Prime fatiche in Monferrato


Masio - Quattordio - Pergatti - Fubine - Cuccaro M.to - Quargnento - Solero - Felizzano - Masio (Km 45,8)


Gambe rigide e fiato cortissimo per la prima, tardiva e faticosa uscita della stagione. In oltre 20 anni di attività ciclistica, non ricordo di aver dovuto attendere marzo per dare i primi colpi di pedale, e pure questo sabato in cui a stento si toccano i 10° avrebbe forse meritato di essere scartato, non fosse che l'attesa per il debutto si stava ormai protraendo oltre ogni limite, con sensibili ricadute sullo stato di forma e di conseguenza sull'efficacia dell'azione in bicicletta.