martedì 3 settembre 2013

Dalla valle Belbo al Bric Puschera


S. Stefano Belbo - Cossano Belbo - Castino - Cortemilia - Gorrino - Brallo - Roccaverano - Vesime - Bric Faidal - Seirole - S. Stefano Belbo (Km 77)



Per l'ultima domenica di agosto, il piano prevedeva un bell'anello da Garessio con obiettivo principale il colle di Caprauna, ma per l'ennesima volta nell'anno il meteo incerto ci mette lo zampino, e anche questo proposito finisce nell'elenco dei desideri per l'anno prossimo. Come alternativa, ripiego su un percorso in Langa molto completo e tecnicamente poco meno impegnativo di quello inizialmente preventivato, seppure le salite non propongano quasi mai pendenze troppo impegnative.
La partenza da Santo Stefano verso Cossano è subito molto vivace rispetto alle mie abitudini, perché dopo pochi metri mi aggancio a un trenino di tre ciclisti brizzolati che si magiano i sei chilometri di fondovalle ad andatura garibaldina, e l'idea sarebbe di proseguire insieme anche quando vedo che inuscita dal paese lasciano come me la strada principale per imboccare a sinistra la deviazione per Castino; peccato che, già dopo il primo paio di tornanti molto agevoli, il ritmo cala vertiginosamente, per cui non mi resta che passare avanti e proseguire col mio passo.
La salita da Cossano a Castino via Scorrone è una delle più facili tra quelle che scavallano dal Belbo al Bormida: lunga circa nove chilometri per poco più di 300 metri di dislivello, presenta una bella serie di dieci tornanti nella parte iniziale, con pendenze regolari sempre sul 4-5%, quel che ci vuole per scaldare la gamba con gradualità, godendosi nel contempo le splendide panoramiche che da queste parti non mancano mai, coi filari delle viti che poco a poco lasciano il posto ai pregiati noccioleti e quindi al bosco di faggi e castagni. Così, quasi senza accorgermene, raggiungo in fretta il primo scollinamento di giornata e proseguo per Cortemilia, distante otto chilometri, di cui i primi cinque in discesa ampia e scorrevole, da percorrersi in assoluta tranquillità.
A Cortemilia, supero il Bormida e proseguo per tre chilometri lungo la valle Uzzone, che comincio a risalire nel suo versante sinistro quando lascio la fondovalle per proseguire in direzione di Savona. Anche in questo caso, la strada sale lungo una serie di tornanti intervallati da lunghe e morbide rampe che non fanno male nemmeno quando al chilometro 31 abbandono la statale per svoltare a sinistra verso Gorrino, una delle mete principali del giro. La sede stradale adesso è ridotta della metà, ma la pendenza resta sempre moderata, ed è un piacere assaporare anche in questa stagione la dolcezza schiva delle colline dell'Alta Langa a pochi passi dal confine ligure. A un chilometro circa da Gorrino, arriva infine un discreto cambio di pendenza che prelude all'ingresso del minuscolo centro abitato, in realtà un piccolo agglomerato di edifici in pietra che si stringono attorno a una bella e panoramica piazzetta, uno dei tanti salti indietro nel tempo nei quali capita di imbattersi da queste parti, un borghetto perfettamente intatto che non sfigurerebbe nelle guide turistiche di altre province più abili a propagandare le proprie bellezze.
Da Gorrino, la strada scendepoi per circa un chilometro fino a ricongiungersi nuovamente con la statale per Savona, riprendendo a salire molto dolcemente fino al bivio per Serole, poche decine di metri prima dello scollinamento in Liguria. Per circa tre chilometri, si procede in saliscendi lungo una bella stradina di cresta che propone a tratti qualche tratto in salita e in discesa in buona pendenza, fino a raggiungere in discesa il quadrivio del Brallo, ormai in provincia di Asti, da cui proseguo per Roccaverano attraverso il passaggio appena al di sotto della sommità del Bric Puschera, che con i suoi 850 metri costituisce il punto più elevato della provincia di Asti, nonché un eccezionale punto panoramico, se non fosse che avvicinandosi a mezzogiorno la foschia limita di molto l'ampiezza della visuale. Per un paio d chilometri dopo il Brallo, la strada sale con una certa continuità, proponendo in un tratto uno dei passaggi più impegnativi della giornata e arrivando a lambire gli 800 metri di altitudine, poi si scende per uh buon chilometro, mantenendosi quindi in quota fino all'ingresso in Roccaverano, di cui si raggiunge la bellissima piazza centrale in capo a una rampetta breve quanto ripida.
I chilometri già percorsi sono quasi 50, con oltre 1000 metri di dislivello sulle gambe, ed è il momento di una prolungata sosta per ritemprarmi con un bel tagliere di ottimi salumi e formaggi locali. Quando riparto, opto per la prima parte della discesa per il versante di Monastero Bormida, di cui percorro i primi tre filanti chilometri, prima di svoltare a sinistra per Vesime. Il chilometro e mezzo di strada che fa da raccordo tra la discesa di Monastero e quella di Vesime è equamente suddiviso tra discesa e risalita all'altezza di San Giorgio Scarampi, ed è proprio in questo breve tratto che si trovano le pendenze più dure di tutto il giro, non lontane dal 10%; è comunque uno sforzo di breve durata, e nel giro di poche pedalate si ricomincia a scendere verso la fondovalle a Vesime, raggiunta al chilometro 60.
Dopo un breve chilometro in piano, ha inizio l'ultima asperità di giornata, quei sei chilometri scarsi che conducono al Bric Faidal che tre anni fa mi fecero tanto penare a conclusione di un giro simile a questo. Anche in questo caso la temperatura elevata è un ostacolo ben superiore alle modeste pendenze della salita, ma stavolta sento la gamba girare ancora abbastanza fluida - merito della faticaccia appenninica di pochi giorni prima - e l'ascesa non riserva brutte sorprese, se non un innocuo appesantimento nell'ultima parte, proprio quando la strada entra nel bosco e il caldo si fa meno pressante: basta comunque ridurre un po' l'andatura per arrivare senza patemi all'ultimo scollinamento che precede il ritorno in valle Belbo.
Per l'ultima discesa del giro, mi concedo una deviazione a Seirole per terminare con quella che ho ormai eletto a miglior discesa della zona un giro come sempre molto remunerativo, ma che in questa occasione ha rappresentato un ripiego di lusso a un percorso su quote più elevate e teoricamente più consone al periodo dell'anno.

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