Fossano - Salmour - Narzole - Vergne - Novello - Lequio T.ro - Bene vagienna - Fossano (Km 54,1)
Un marzo disastroso va in archivio col colpo di coda di un estemporaneo déjà-vu sulle strade che videro le mie prime pedalate a cavallo di una sferragliante bici da turismo a 5 cambi. Per l'occasione, rispolvero tale e quale il percorso di quello che considero il mio primo 'vero' giro in bici, agli inizi degli anni 90: la prima volta che portavo le mie ruote al di là del Tanaro, la prima puntata in Langa, la prima salita più lunga di cinque chilometri, tutti quegli elementi che in breve avrebbero acceso la scintilla della passione.
A distanza di tanti anni, quello che non è cambiato è la voglia di osare qualcosa in più di quanto la condizione del momento suggerirebbe, pronto a guadagnare l'ennesima piccola soddisfazione a costo di qualche inevitabile momento di fatica. Appesantito da quasi sei mesi di inattività interrotta da un paio di uscite poco significative, piazzo nell'unica finestra di bel tempo del weekend pasquale un giro di media lunghezza piuttosto vallonato, seppur privo di pendenze impegnative. La temperatura è ideale e l'aria completamente tersa quando muovo le prime pedalate da Fossano, e già dalla discesa di S. Lazzaro posso apprezzare un'ottima visuale che spazia fino alle Alpi innevate e insolitamente vicine.
Superato il fiume Stura, ho invece la brutta sorpresa di un moderato vento contrario che mi infastidirà fino a metà percorso per poi sospingermi benevolmente sulla via del ritorno. Al quinto chilometro ha inizio la prima asperità della giornata, un chilometro e mezzo di salita regolare che in alcuni punti presenta però le maggiori pendenze del giro, intorno al 7%: niente che possa comunque rappresentare una vera difficoltà, e così raggiungo senza affanni Salmour e la successiva discesa alla frazione di Sant'Antonino.
I cinque chilometri successivi che portano a Narzole sono un avvicinamento pianeggiante alle Langhe, ma è in questo tratto che il vento soffia più forte, rendendolo inutilmente dispendioso. Da Narzole, un paio di chilometri di discesa fino alla fondovalle Tanaro, quindi attacco della salita più lunga del giorno, che attraverso Vergne mi condurrà alla cima Coppi di Novello. È un'ascesa facile, quattro chilometri intorno al 5% con l'unico passaggio impegnativo poco prima del cimitero di Vergne a causa più del vento che della pendenza, che si mantiene sul 6%. Dopo un tratto in falsopiano e un tratto abbastanza ripido nell'attraversamento dell'abitato, la salita concede un chilometro in contropendenza prma di riprendere su pendenze modeste per un altro paio di chilometri fino a Novello.
È in questo settore che raggiungo un gruppone di cicloturisti senesi coi quali scambio qualche parola a fine salita: mi chiedono se da Novello si vedono il monte Bianco o il mare, ma a parte questo fa piacere cogliere l'entusiasmo per i panorami piemontesi espresso da chi arriva da una delle province più belle e giustamente celebrate d'Italia. Peccato per loro che per la visita in Langa abbiano scelto la stagione meno propizia e trovato un clima decisamente inclemente, a parte la giornata in corso.
Tornato in sella e lasciata alle spalle la maggiore asperità del giro, le difficoltà non sono tuttavia terminate. Dopo la veloce discesa a Monchiero, è subito ora di risalire a Lequio con due chilometri e mezzo di salita che per quanto facile mi trova per la prima volta con un po' di acido nelle gambe, segno che per oggi le energie sono quasi finite e di qui alla fine andranno dosate col bilancino.
Superata anche Bene Vagienna, gli ultimi dodici chilometri sono di discreta sofferenza dovuta a un certo mal di gambe più che alla mancanza di fiato, cosa che mi fa ben sperare di qui in avanti, se solo il meteo mi permetterà un allenamento più continuo. Non mi resta che proseguire senza forzare l'andatura e godendomi per un paio di chilometri lo spettacolo del Monviso che svetta maestoso e finalmente libero da nuvole proprio di fronte a me, una vista che per tanti anni mi è parsa scontata e che oggi posso apprezzare appieno. L'ultimo chilometro e mezzo, ancora in salita, non fa comunque troppo male e il giro pasquale all'insegna dell'amarcord può conludersi con buona soddisfazione. Unica nota negativa, gli anni non sono passati solo per me: lo stato della strada tra Fossano e Salmour è pietoso, così come quello della saitella che da S. Bernardo porta a Loreto.
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