Masio - Cortiglione - Incisa Scapaccino - Nizza M.to - Castel Rocchero - Acqui Terme - Ricaldone - Maranzana - Frascaro - Borgoratto Al.no - Oviglio - Masio (Km 71,9)
Primavera nell'aria, finalmente, e ghiotta occasione per comincare ad allungare di un po' la gittata dei percorsi superando per la prima volta nell'anno i 70 chilometri. La meta di giornata è Acqui, giro di boa di un itinerario piatto nelle parti iniziale e finale, e ricco di saliscendi in quella centrale, impreziosita dai passaggi a Castel Rocchero e a Ricaldone che aggiungono qualità cicloturistica a un contesto tecnico comunque di livello più che accettabile.
Primi 15 chilometri fino a Nizza lungo le valli Tiglione e Belbo sostanzialmete pianeggianti, seppur contrastati da un debole vento contrario, poi deviazione per Acqui e dopo un paio di chilometri in falsopiano inizio della prima salita, la più lunga del giorno con i suoi sette chilometri, ma sempre pedalabile quanto basta per riuscire a procedere di buona lena senza perdere d'occhio il contorno di un panorama che in questo periodo comincia a offrire una bella varietà di colori tra il verde dell'erba e gli alberi da frutto fioriti. I primi tre chilometri di ascesa fino al bivio per Castel Boglione non riservano nessuna sorpresa, scorrono regolari al 4-5% e non rappresentano altro che un piacevole ritorno su una strada che ormai conosco bene. Dal bivio in poi, proseguo invece fino alla deviazione per Castel Rocchero lungo un settore che finora avevo percorso solo in discesa: la strada, sempre larga e filante, è ora molto panoramica, e salvo una prima rampa intorno al 6% diventa se possibile ancor più padalabile, non fosse che salendo di quota aumenta l'esposizione al vento, comunque mai troppo fastidioso.
L'unico tratto davvero impegnativo dell'intera salita arriva nel finale, quando lascio la statale per Acqui deviando a destra per Castel Rocchero. Da questo punto fino a raggiungere il cimitero poco prima dell'entrata in paese, la strada presenta un ampio curvone a destra che in poche centinaia di metri colma tutto il dislivello rimanente su pendenze intorno al 10%. Per un breve passaggio, si tratta dunque di profondere un buono sforzo, ma le gambe sono ancora fresche e l'impegno è d'altra parte ripagato da una visuale che ora si estende anche sulle colline di Montabone e giù fino alla catena degli Appennini con le vette estreme ancora innevate.
Arrivato a Castel Rocchero, la strada prosegue in quota per circa quattro chilometri fino alla frazione di Moirano: è il tratto più bello del giro, un continuo ma rilassante saliscendi immerso tra i vigneti con lo sfondo che spazia dalle colline del Monferrato alla pianura fino alle montagne, a sinistra le Alpi e a destra gli Appennini; se si aggiunge che la stradina è pressoché deserta e che a bordo strada spuntano fiori di ogni colore, ecco pronta la miscela perfetta per pedalare in questa stagione. I chilometri scorrono veloci, sono quasi 30 quando inizia la discesa su Acqui, non molto bella a dire il vero: il fondo è imperfetto, la strada strettina e con qualche curva cieca, e soprattutto si piomba all'improvviso in città, fino a quel momento nascosta dalle alture alla sinistra del senso di marcia.
Il tempo di una brevissima quanto canonica sosta nella piazza della Bollente per rendermi conto che sta andando decisamente meglio del previsto, e sono già pronto a cominciare la seconda metà del giro, che nella prima parte proporrà i contenuti tecnici più interessanti, per quanto mai esasperati. Dopo circa tre chilometri in piano in uscita da Acqui, è infatti il momento di svoltare a destra alla volta di Ricaldone per scalare una salita di quattro chilometri alquanto discontinua, già affrontata un paio di anni fa. Appena imboccata la nuova strada, il biglietto da visita è infatti un cartello che indica la pendenza del 10%, e la sensazione salendo la prima rampa è che la stima sa semmai errata per difetto. È comunque uno sforzo che dura poco, perché dopo una curva a sinistra la salita si assesta su pendenze molto più morbide, attorno al 6-7%, prima di concedere addirittura un breve tratto pianeggiante.
Il sollievo è tuttavia breve, perché di lì a poco si ricomincia a salire per affrontare il secondo gradone che caratterizza la salita, appena un po' meno duro ma più lungo del precedente; quando però si raggiunge la cresta della collina, con la vista che adesso si estende ad Alice sulla sinistra e alla pianura di Novi sulla destra, il peggio è davvero alle spalle, resta solo un chilometro circa di dolce salita intervallata da una leggera contropendenza poco prima dell'ingresso nella parte alta di Ricaldone, da cui si percorre alla rovescia il ripido muro che nel giro di mezzo chilometro scarso porta al bivio per Maranzana, 50 metri più in giù.
I tre chilometri che separano i due paesi sono, salvo un tratto in contropendenza, in salita pedalabile, mentre è abbastanza dura l'erta che attraversa il paese da sud-ovest fino alla bella piazzetta centrale, dominata da un'alta torre in muratura.
Dal centro di Maranzana, seguono un paio di chilometri abbondanti di discesa piuttosto tecnica, prima tra le case della parte opposta del paese, poi nella boscaglia che anticipa l'immissione nella provinciale proveniente da Mombaruzzo. Il chilometro e mezzo pianeggiante che segue, nel mezzo di una campagna verdissima, è l'ideale per tonificare i muscoli e la mente prima dell'ultimo strappo della giornata, che risale alla strada per Gamalero.
Ho ormai 50 chilometri sulle gambe e tutte le difficoltà altimetriche alle spalle, quando prendo a sinistra la stradina peggio che dissestata per la frazione di Tacconotti; mi restano davanti poco più di 20 chilometri, e il timore è di sentire la fatica nel tratto finale, ma al di là di uno stato di forma migliore del previsto, mi vengono a questo punto a sostegno prima alcuni chilometri in live discesa fino a Frascaro, poi un bel vento a favore che nel frattempo è andato intensificandosi. Il risultato è che anche i chilometri finali se ne vanno senza problemi, consentendomi di chiudere nel migliore dei modi un giro più che soddisfacente per il periodo e i problemi che hanno finora limitato la stagione ciclistica.
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