martedì 3 dicembre 2019

Tra Langa cebana e valle Bormida savonese


Priero - Montezemolo - Roccavignale - Millesimo - Cengio - Rocchetta di Cengio - Cairo Montenotte - Carretto - Colle Buzurou - Valle - Gottasecca - Gabutti - Camerana - Sale delle Langhe - Sale San Giovanni - Luschetti - Priero (Km 69)


Ideale prosecuzione del giro precedente con spostamento del baricentro a sud, affronto un percorso che risulterà più e meno equamente diviso tra Piemonte e Liguria nel chilometraggio, ma non nella qualità, dal momento che il settore ligure mi riserverà un'inaspettata delusione, soprattutto se confrontato con l'usato sicuro dei paesaggi ormai autunnali dell'Alta Langa. Notevole il contenuto tecnico, col rapido susseguirsi di sei salite, tutte abbastanza brevi e con caratteristiche raramente in grado di impensierire, ma che sommate comporteranno un dislivello e un impegno di tutto rispetto.

Come punto di partenza, scelgo il tranquillo paesino di Priero, pochi chilometri dopo Ceva in direzione di Savona, da cui si comincia subito a salire per cinque chilometri verso Montezemolo, spartiacque tra Piemonte e Liguria. È un inizio all'insù ma non preoccupante, perché la media è intorno al 5% e solo un paio di tratti negli ultimi due chilometri richiedono un certo sforzo, che a freddo sembra comunque maggiore di quanto l'altimetria non giustificherebbe.
Raggiunto il piazzale da cui si scollina, abbandono la statale per imboccare sulla sinistra la vecchia strada che scende a Millesimo attraverso Roccavignale. Dopo un chilometro in moderata discesa, entro in territorio ligure, dove percorro qualche chilometro in saliscendi prima di arrivare a Roccavignale: è una strada tranquilla ma non proprio indimenticabile, salvo un bel punto panoramico nel quale è stata installata una Panchina Gigante; purtroppo, il cielo coperto ingrigisce e uniforma il boscoso paesaggio collinare dell'entroterra savonese, e non andrà molto meglio fino al rientro in Piemonte.
Sceso poi al livello del Bormida all'altezza di Millesimo, ne seguo il corso per qualche chilometro fino a Cengio, dove lascio la strada di fondovalle per deviare a destra in direzione di Cairo Montenotte. Comincia a questo punto la seconda salita del giorno, poco più di tre chilometri per scavalcare la collina che separa il ramo del Bormida di Millesimo da quello di Spigno. Solo il chilometro centrale, col ripido attraversamento della frazione di Rocchetta, richiede un certo impegno, poi si raggiungono senza difficoltà, presso un'anonima curva, i 600 metri dello scollinamento, da cui si gode di un'ampia vista sul fondovalle e sulle verdeggianti alture del savonese.
Dopo l'altrettanto rapida discesa a Cairo, in uscita dalla cittadina, si abbandona immediatamente il fondovalle Bormida per puntare il colle Buzurou, lontano circa sei chilometri. Anche in questo caso si tratta di una salita abbastanza innocua, con qualche rampa al 7/8% soltanto nei dintorni dell'abitato di Carretto, poi la strada spiana decisamente e si raggiunge senza nessuna difficoltà il colletto presso il bivio per Dego, che ignoro per proseguire a sinistra verso la cuneese valle Uzzone. La trentina di chilometri in territorio ligure termina dopo un paio di chilometri di discesa, senza aver lasciato particolari ricordi né dal punto di vista tecnico, né - purtroppo - da quello cicloturistico, contrariamente a quasi tutte le precedenti escursioni in questa regione che meglio di ogni altra coniuga le bellezze del mare con quelle della montagna.
La discesa in valle Uzzone prosegue per altri tre chilometri fino alla borgata Valle, dove svolto a sinistra in direzione di Gottasecca: la quarta salita del giorno è anche la prima a presentare nella parte iniziale 500 metri davvero duri, con percentuali prossime al 10%, ma poi le pendenze calano e, salvo qualche breve tratto al 7/8%, riesco a procedere ancora con discreta lena fino a raggiungere l'abitato di Gottasecca; quello che nel frattempo è cambiato, grazie anche al sole che si decide a spuntare al di là delle nuvole, è il paesaggio collinare, ora molto più curato rispetto alla boscaglia che dominava l'ambiente appena pochi chilometri più in là.
I chilometri alle spalle sono a questo punto 45 e la salita sulle gambe, per quanto quasi sempre pedalabile, è già tanta, ma dopo la bella e filante discesa che mi riporta al fondovalle Bormida, sta per arrivare l'ostacolo più difficile del giorno, con la salita di Camerana che in passato mi ha fatto spesso penare.
La quinta salita in programma misura sei chilometri, comprensivi di un breve tratto in discesa in corrispondenza dell'attraversamento del Belbo, qui delle dimensioni di un piccolo rio. Dopo un paio di chilometri abbastanza regolari, è il terzo a presentare il conto più salato, con un drittone seguito da un'ampia curva e un successivo rettilineo lungo i quali la pendenza non scende mai sotto il 10% e talvolta raggiunge il 12; le energie a questo punto sono quelle che sono, ma le gestisco senza strafare e supero i momenti peggiori con la pazienza e la tenacia necessarie. Il passaggio attraverso il fiabesco avvallamento del Belbo è a questo punto il giusto premio a tutti gli sforzi finora sostenuti, prima di incrociare la strada di cresta che unisce Murazzano a Montezemolo, che oltrepasso per proseguire in discesa verso Sale delle Langhe.
Ce ne sarebbe più che a sufficienza per chiudere il giro così, scendendo tranquillamente a fondovalle e tornando quindi a Priero, ma ho conservato abbastanza forze per affrontare ancora un'ultima piccola asperità, il paio di chilometri di salita che separano Sale delle Langhe dalla sovrastante Sale San Giovanni, di cui nel cuore del Novecento rappresentò l'espansione industriale toccata anche dalla linea ferroviaria Torino - Savona: una lunga storia di rivalità campanilistica divide da allora i due piccoli comuni della Langa cebana, che ancora oggi si oppongono alla fusione.
Nello spazio di tre semplici tornanti, termino anche l'ultima salita del giorno, riguadagno la strada principale dalla bella variante di Luschetti, raggiungo la statale proveniente da Ceva, percorro con tutta calma il paio di chilometri in leggera ascesa che mi riportano a Priero e chiudo con piena soddisfazione un giro che nella prima parte mi aveva lasciato qualche perplessità.

il meglio del giro

Il tratto in Alta Langa da Gottasecca a Sale San Giovanni, tutta un'altra storia.

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