Biella - Mongrando - Donato - Ceresito - Netro - Graglia - Muzzano - Sordevolo - Pollone - Favaro - Biella - Zumaglia - Ronco Biellese - Biella (Km 60)
Ottobre agli sgoccioli e ultima opportunità di progettare un giro serio, seppur a quote collinari. Per una volta scarto le Langhe e decido di tornare nel biellese, andando a disegnare un percorso molto vallonato che nel suo sviluppo geografico risulterà una sorta di cornice interna rispetto a quello della strada del Tracciolino che in marzo mi aveva portato a Oropa. In questo caso, condizione fisica un po' al ribasso e climatica da autunno inoltrato mi tengono a quote più basse, ma quello che ne uscirà, sarà comunque un giro molto interessante, con parecchi spunti degni di nota.
I primi otto chilometri pianeggianti fino a Mongrando ricalcano esattamente l'inizio del giro del Tracciolino, poi prima di lasciare l'abitato svolto a destra in direzione di Donato, attaccando subito la linea di colline che corre parallela alla Serra di Ivrea. Il primo chilometro fino alla frazione di San Lorenzo è durissimo, con passaggi ben al di sopra del 10% e rarissimi momenti per rifiatare, ma il massimo sforzo dura pochi minuti, poi la strada spiana e il resto della salita non presenta ulteriori difficoltà; il cielo grigio e la strada nel bosco conferiscono al giro un bel clima da "classica delle foglie morte", in parte confermato da un'altimetria ricca di saliscendi.
Dopo Donato, poco lontano da Andrate, la strada piega decisamente a nord-est in direzione di Graglia, continuando per un breve tratto a salire su pendenza moderata, poi comincia un lungo tratto in leggera ma costante discesa che si interrompe poco prima dell'ingresso nel "paese dei selciatori", quando si ricomincia a salire.
Lasciata Graglia alle spalle, la strada scende verso Occhieppo e la pianura, ma dopo solo un paio di chilometri abbandono la strada principale per deviare a sinistra verso Sordevolo, meta più importante della giornata che si raggiunge dopo altri due chilometri di salita discretamente impegnativa. Arrivato alle porte del paese, mi ci addentro risalendolo per intero lungo una bella e faticosa serie di curve e tornantini in pavé. Guadagnata la parte superiore del paese noto per la rappresentazione teatrale della passione di Cristo, per i tre chilometri successivi si ritorna a scendere fino a Pollone.
Nuova svolta secca a sinistra e attacco a una nuova salita verso il parco Burcina e il paese di Favaro, situato all'incirca a metà strada tra Biella e Oropa: anche in questo caso si tratta di una salita di breve chilometraggio, ma a più riprese si incontrano pendenze elevate che a questo punto del percorso cominciano a farsi sentire sulle gambe: è quindi con una certa fatica che termino l'ennesima asperità.
Una veloce discesa di circa cinque chilometri mi riporta poi a Biella, e il giro potrebbe dirsi concluso, ma ho percorso meno di 50 chilometri e ho ancora sufficiente energia per aggiungere un'ultima salita prima di mandare in archivio la giornata; rotta dunque verso Zumaglia per gli ultimi cinque chilometri in salita della stagione. Le pendenze non sono mai particolarmente impegnative, e anzi a Pavignano si incontra anche un tratto in discesa, ma ormai comincio a essere davvero stanco ed è un sollievo quando infine raggiungo il paese e posso fare ritorno in città, dove prima di tornare alla macchina mi tocca superare ancora una salitella con fondo in pavé, degna chiusura di una divertente giornata su e giù per colline diverse dalle mie abitudini.
il meglio del giro
Le ultime salite dell'anno, quanto basta per renderle difficili da dimenticare.
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