Torino - Eremo - Pino T.se - Torino (Km 16)
Arriva l'autunno a Torino e anche una semplice sgambata in collina diventa un'avventura piena di variabili. Le previsioni danno pioggia certa nel pomeriggio, ma per il mattino dovrebbe tenere, e così pianifico due orette di allenamento con le scalate all'eremo e a Superga, che quest'anno mi manca ancora. Il meteo ci metterà poco a dettare la sua legge.
Basta mettere il becco fuori casa per far nascere qualche dubbio sull'esito dell'uscita, da piazza Vittorio si scorge a malapena il monte dei Cappuccini, tutto quello che sta sopra è immerso in una spessa coltre di nuvole grigie come la cenere: la speranza è comunque che non si vada oltre un bagno di nebbia, che anzi porterebbe un suo fascino particolare.
Giusto un paio di chilometri per superare la Gran Madre, attaccare la salita (circa cinque chilometri con alcuni passaggi belli tosti) e lasciarmi alle spalle Villa della Regina e il parco di Villa Genero, ed entro in un'atmosfera umida e ovattata, inglobato dalle nuvole basse. Il traffico scarso del sabato mattina contribuisce a creare un effetto di totale isolamento dalla città distante poche centinaia di metri in linea d'aria, e posso concentrarmi esclusivamente sul gesto atletico. La salita è sempre impegnativa, con qualche passaggio sopra il 10%, ma la conosco a menadito e comunque sono in uno stato di forma più che soddisfacente: il risultato è che risalgo le rampe della collina con buon ritmo ma senza strafare, dal momento che il clou del giro è previsto più tardi, sui tremendi muri di Superga.
Quando infine raggiungo il piazzale dell'eremo, l'ambiente è surreale, con la visibilità ridotta a poche decine di metri e l'umidità talmente elevata che il vapore acqueo si deposita sulla pelle e pare di respirarlo. Ignoro a questo punto la prosecuzione verso il colle della Maddalena e piego a sinistra verso Pino. La strada bagnata impone prudenza in discesa, ma raggiungo la rotonda di Pino in pochi minuti e comincio la discesa a Torino, caratterizzata da una lunga serie di curve abbastanza insidiose, ma tutto sembra procedere per il meglio fino alla frazione di Reaglie, quando improvvisamente la nebbia si trasforma in pioggia. Non si tratta certamente di un diluvio, ma mi ritrovo subito bagnato, e con la temperatura di poco al di sopra dei 10 gradi non mi va di rischiare e decido di chiudere il giro anzitempo, tagliando a malincuore la salita di Superga, che a questo punto rimando all'anno prossimo. Termino la discesa a Madonna del Pilone e chiudo velocemente il giro più breve della stagione, monco nel percorso ma non del tutto privo di significato.
il meglio del giro
La nebbia fitta che dà un tono epico all'ennesima scalata all'eremo.
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