mercoledì 11 dicembre 2019

Arrivederci, Langhe

Bastia Mondovì - Briaglia - Niella Tanaro - Marsaglia - Murazzano - Passo della Bossola - Bonvicino - Lovera - Murazzano - Surie - Bastia Mondovì (Km 64)


Comincia male la terza e ultima uscita langarola dell'anno: sono quasi a destinazione quando mi accorgo di aver dimenticato a casa il telefono, e questo significa, oltre a non poter scattare nessuna fotografia a ricordo della giornata, che dovrò ridurre al minimo il tempo dell'irreperibilità, con inevitabile ripercussione sul chilometraggio del giro, che tuttavia cercherò di non tradire nel suo significato originario. Rispetto ai giri precedenti, mi sposto leggermente a ovest disegnando un percorso articolato prevalentemente tra le alte colline intorno a Murazzano.

C'è il primo freddo dell'anno quando arrivo a Bastia, sulla fondovalle Tanaro, e per non farmi mancare niente ho dimenticato anche i guanti, ma conto che col passare del tempo il sole si faccia sentire, oltre al fatto che i primi chilometri saranno in salita. Un minuto di brividi per attraversare il Tanaro, poi la strada si impenna alla volta di Briaglia, prima meta del giorno, e di freddo per un po' non se ne riparlerà. Dopo un paio di tornanti piuttosto ripidi, la salita prosegue poi su pendenze moderate per circa sei chilometri fino a Briaglia, l'ideale per scaldare i muscoli ancora addormentati delle gambe, mentre il sole ancora basso disegna ombre lunghissime sui prati a bordo strada.
Superata Briaglia in capo a un paio di rampe nuovamente impegnative, la strada continua a salire più blandamente in direzione di Vicoforte, finché dopo circa un chilometro la abbandono per prendere a sinistra una bella stradina secondaria che mi porterà a Niella Tanaro. Un tratto in quota nel quale rifiatare dopo la salita affrontata a ritmo più elevato delle mie abitudini precede una discesa breve ma tecnica fino all'ingresso in Niella e alla strada di fondovalle, che percorrerò per una manciata di chilometri, gli unici nei quali patirò un po' di freddo prima di ricominciare a salire.
La seconda ascesa del giorno, che mi porterà per una prima volta a Murazzano, è anche la più lunga, coi suoi 10 chilometri, e la più elevata, toccando i 780 metri, ma tutto sommato risulterà più che abbordabile.
Non ricordo se avessi mai percorso in salita questa strada (in discesa sicuramente più di una volta), ma questa è tutto sommato la testimonianza che non si tratterà di un'impresa epica; superato con discreto impegno il primo terzo fino a Marsaglia, che copre buona parte del dislivello, il resto è ordinaria amministrazione, e anzi potrò approfittare di un settore del percorso poco esigente per gustarmi le più belle viste del giorno sull'Alta Langa in veste autunnale, un panorama più che familiare ma mai deludente.
Scollinato anche il secondo gran premio della montagna, imbocco sulla sinistra la strada per Murazzano, ma poco prima di arrivare in paese piego a destra in direzione di Bossolasco: tre o quattro chilometri in quota, poi arrivo al quadrivio del passo della Bossola e da qui comincio la discesa verso Dogliani, che tuttavia interrompo dopo mezza dozzina di chilometri per svoltare a gomito e attaccare immediatamente la seconda e più dura scalata a Murazzano, annoverata peraltro tra le sei Salite dei Campioni, più precisamente intitolata ad Anquetil.
La salita misura poco meno di sette chilometri, comprensivi di una breve discesa nella parte finale, e presenta un paio di settori particolarmente duri: si comincia con una bella serie di tornanti intervallati da rampe impegnative che superano una parete boscosa della collina, poi la strada esce dalla vegetazione fitta, spiana e si arriva senza altre difficoltà nei pressi della frazione di Lovera, dove la salita ritorna cattiva per un paio di chilometri nei quali si incontrano le pendenze più marcate del giorno, in concomitanza con l'inevitabile affiorare di un po' di stanchezza: basta comunque metterci impegno e pazienza per arrivare senza grandi affanni al passaggio in contropendenza, dove di fatto termina la salita vera, dal momento che l'ingresso in Murazzano dalla parte del santuario della Madonna di Hal non comporta ulteriori difficoltà. Le asperità langarole dell'annata finiscono qui, pochi giri ma buoni sulle mie colline di sempre, col mezzo rimpianto di non essere riuscito a percorrere nemmeno un metro in Bassa Langa, la prima volta che mi succede da una tre decenni a questa parte.
Gli ultimi 18 chilometri del giro, quasi interamente in discesa attraverso Belvedere e Surie, tagliando per ragioni di tempo possibili varianti, chiudono in gloria un'uscita forse meno completa delle due precedenti, ma comunque entro gli altissimi standard di questo territorio impareggiabile.

il meglio del giro

La salita di Lovera, bella per gli occhi e tosta per le gambe.

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