martedì 31 maggio 2011

Il Giro al Colle delle Finestre



Villaretto - Fenestrelle - Usseaux - Colle delle Finestre - Usseaux - Fenestrelle - Villaretto (Km 43,3)



Finestre dimezzato, ma sempre Finestre. Alla fine è la scelta migliore, a metà strada tra la gita al Sestriere e il fachiraggio del versante valsusino. Quella dalla val Chisone, con partenza da Villaretto a quota 1000, è comunque una salita vera: 1200 metri di dislivello distribuiti su 22 chilometri, con i primi 6 fino a Fenestrelle poco più che in falsopiano, buoni giusto per far girare un po' le gambe prima di cominciare a fare sul serio.
La salita inizia di fatto in entrata a Fenestrelle, in corrispndenza dei due tornanti in pavé. Da questo punto al bivio per Usseaux, sono tre chilometri al 6,5% di media, con pendenza in crescita soprattuto nel terzo chilometro, dopo l'uscita da una lunga galleria. Il fiato è ancora corto e l'andatura un po' troppo sostenuta, con gruppetti di suiveurs raggiunti e lasciati alle spalle e pochi arditi che passano oltre a velocità doppia: è chiaro che i fenomeni delle due ruote oggi salgono da Susa, da questa parte c'è comunque tantissima gente, tra cui spicca una bella percentuale di donne.
Al bivio per Usseaux, conto nove chilometri e circa 350 metri di dislivello alle mie spalle, ma anche un po' di fiatone dovuto al ritmo garibaldino tenuto negli ultimi dieci minuti. Considerato che la vera salita comincia adesso, vale la pena respirare un paio di minuti.
Una volta ripartito, supero in scioltezza il chilometro che mi porta a Usseaux con pendenza regolare tra il 6 e il 7%, mentre i successivi tre fino a Balboutet rendono bene l'idea di quella che sarà la salita fino ai 1900 metri di Pian del Colle: tratti abbastanza continui con pendenze pedalabili alternati ad altri molto duri in cui si sale su pendenze a doppia cifra che diventano sempre più lunghi e frequenti man mano che si sale. Lo sforzo in questo settore intermedio è intenso ma tutto sommato gestibile senza troppi affanni, soprattutto quando la strada si infila in una pineta e al fresco dell'ombra la strada addirittura spiana per un centinaio di metri.
È comunque un sollievo breve, perché al tornante successivo, la strada si impenna nuovamente per un chilometro abbondante, forse il più difficile di tutta la salita, fino a giungere a un lungo rettilineo che guadagna il bivio con la sterrata per l'Assietta e l'agognato Pian del Colle: è un drittone che sembra inizialmente in falsopiano, ma è solo un'impresisone visiva, in realtà anche in questo tratto si sale eccome. A ripagare la fatica, come sempre ci pensa il panorama, adesso la fatidica quota 2000 si avvicina e la visuale si libera su scenari di rara bellezza, mentre sopra la testa si intravvede per la prima volta, ancora lontano, il traguardo del GPM posto al colle.
Altra buona notizia, in corrispondenza con la diramazione per l'Assietta, ha inizio il chilometro in piano in cui rifiatare, vera manna in attesa degli ultimi quattro chilometri, molto duri e continui. Quando la strada riprende a salire con decisione poco prima di incrociare l'altra sterrata proveniente da Pra Catinat, siamo ormai quasi ai 2000 metri e ha inizio la parte finale dell'ascesa: tre chilometri senza strappi estremi ma senza mollare un metro, con pendenza regolare intorno al 9%. È forse la situazione che riesco a gestire meglio, impostando la salita sulla cadenza, e la cosa mi fa pensare che forse non sarebbe stato infattibile neppure l'altro versante, ma tant'è: mi basta salire una pedalata dopo l'altra vincendo anche l'insidia dell'altitudine, con lo scollinamento ora sempre più vicino e a portata di mano, mentre in prossimità delle ultime centinaia di metri la affollamento di bici ed escursionisti a piedi diventa ingestibile. Poco male, è giusto l'ora di pranzo quando raggiungo lo striscione del GPM e proprio lì la mia postazione di attesa degli atleti.
Mancano più di tre ore all'arrivo dei primi, ma la giornata è stupenda e la vista spettacolare sul Rocciamelone fa passare il tempo in fretta fino alla solita apoteosi con l'arrivo degli elicotteri e delle motociclette. Sfilano uno dopo l'altro Kiryenka, Rujano, Rodriguez, Betancourt e poco dopo il gruppetto di Contador (che proprio oggi si prende una giornata di riposo...) e Scarponi, seguito a pochi secondi da Nibali; poi la lunga sequela degli altri più o meno anonimi protagonisti del Giro, negli occhi dei quali pare di scorgere il sollievo per l'ultima durissima asperità lasciata alle spalle. Quando sopraggiunge il gruppo degli ultimi è trascorsa più di mezz'ora, e dopo qualche minuto di pazienza è infine ora di scendere a valle.
La discesa mi pare bella e scorrevole, ma il traffico di bici e macchine è tale da indurmi a procedere con la consueta cautela. Tornato alla macchina, è già ora di pensare a fine luglio, appuntamento al colle dell'Agnello ad aspettare la maglia gialla.

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