Masio - Solero - Quargnento - Castelletto M.to - S. Salvatore M.to - Valenza - Frascarolo - Suardi - Gambarana - Pieve del Cairo - Sale - Piovera - Alessandria - Villa del Foro (Km 92,5)
Quello che doveva essere un (quasi) tranquillo giro di ripresa dopo la scalata del Finestre e il successivo week-end di riposo, si trasforma in un'imprevista e dolorosa débâcle. L'idea era di percorrere un itinerario interamente pianeggiante, con lungo chilometraggio e breve escursione in terra lombarda: alla fine mi tradisce un mix di caldo e stanchezza, cui fa detonatore finale una bibita ghiacciata. Restano a fine giornata tanti dubbi sul prosieguo della stagione.
La giornata è calda ma non insopportabile, così decido di partire con destinazione Lomellina, una simbolica puntata di una ventina di chilometri in Lombardia dove a quanto ricordo non avevo mai fatto correre le mie due ruote. Bastano poche pedalate per capire che la prima metà del percorso sarà controvento, niente di esagerato ma tenere una media costante si rivela più impegnativo del previsto. I chilometri passano tutti uguali, con l'unico intermezo dell'innocua salitella di S. Salvatore, che anzi ha l'effetto positivo di farmi cambiare ritmo e posizione in sella per qualche minuto.
Dopo Valenza, mi immetto nella statale per Pavia e prima del quarantesimo chilometro oltrepasso finalmente il Po, che da queste parti ha già una larghezza di tutto rispetto. Di lì a poco, prendo a destra una strada secondaria che attraverso i passaggi a Frascarolo, Suardi, Gambarana e Pieve del Cairo dovrà riportarmi in provincia di Alessandria.
Davvero poco da ricordare in questo lembo di terra di confine, se non un gran numero di aironi bianchi e grigi che mi fanno piacevole compagnia tra le risaie.
Ho percorso più di 50 km quando finalmente mi immetto nella statale della Lomellina con una svolta secca a destra che segna la fine del vento contrario.
La strada da fare è ancora tanta, ma per una ventina di chilometri riesco a tenere una bella andatura: adesso la brezza mi spinge e mi induce a rimandare troppo la necessaria pausa per bere. Quando supero il cartello dei meno 15 ad Alessandria, decido di tenere duro fino là, e sarà probabilmente questo l'errore che pagherò caro. All'ingresso in città, sento la spinta diminuire e soprattutto una gran sete, ma la sosta al bar diventa una toppa peggiore del buco. La Coca-Cola ghiacciata è un sollievo menno che effimero, sto ancora finendo di scolarla quando mi rendo conto di quello che sta succedendo.
Non so come sarebbe andata senza quell'incauta bevuta, di certo quando mi rimeto in sella ho lo stomaco sottosopra e mi sento completamente privo di forze. Nel giro di cinque chilometri sono costretto a fermarvi per vomitare, rinunciando in un colpo solo a chiudere il giro e a superare il muro dei 100 chilometri.
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