mercoledì 18 maggio 2011

L'anello di Acqui



Masio - Castelnuovo Belbo - Casalotto - Castel Boglione - Montabone - Terzo - Acqui Terme - Ricaldone - Alice Bel Colle - Quaranti - Mombaruzzo - Oviglio - Masio (Km 77,4)



Torno ad Acqui dopo un anno da un giro che ricordo tra i più faticosi della passata stagione, quando a causa delle frequenti interruzioni la forma andava e veniva, e capitava con una certa frequenza di imbattermi in giornate di gambe molli che rendevano difficili anche percorsi decisamente abbordabili. Rispetto all'anno scorso, percorro il giro in senso inverso affrontando la salita a Montabone dal versante più duro, allungo la distanza di oltre 20 chilometri e aumento il dislivello totale di 150 metri circa. Ne esce un itinerario di media difficoltà e reso più impegnativo dal forte vento contrario nella prima metà e da una concreta minaccia di temporali che mi inducono a correre a tutta l'ultima ora, col risultato di sbagliare strada per la seconda settimana consecutiva.
Partenza subito impegnativa con salita breve ma tosta a Montebro dopo solo un paio di chilometri di riscaldamento, seguita da tre chilometri leggermente vallonati ma battuti da un forte vento contrario da sud-ovest che mi infastidirà anche più avanti in altri due tratti di falsopiano che in condizioni normali sarebbero stati adatti al recupero.
La discesa successiva a Castelnuovo Belbo si risolve in un paio di tornanti ripidissimi e un chilometro circa in piano prima di raggiungere la provinciale Nizza-Alessandria, che imbocco a destra in direzione di Bazzana. Sono altri tre chilometri quasi interamente in falsopiano a salire da percorrere col vento in faccia, la condizione che più mi dà fastidio in bicicletta, e saluto quindi con piacere la svolta a sinistra poco dopo il chilometro 15 per Casalotto. La salita al paese è lunga due chilometri, ma solo nel primo le pendenze son un po' più accentuate, pur non arrivando a superare mai il 5-6%: anche in questo caso, l'ostacolo maggiore è rappresentato dal vento in alcune rampe scoperte.
Raggiunto il paese, piombo giù per circa mezzo chilometro, prima di girare a destra per Castel Boglione, distante circa cinque chilometri. Ancora una volta, la strada è in leggera salita e per lunghi tratti esposte a un vento che pare rafforzarsi col passare dei minuti.
Il risultato di questi primi 23 chilometri è che accolgo la discesa verso Terzo come manna dal cielo, ma è un sollievo che dura poco, perché dopo appena un paio di chilometri rilassanti raggiungo il bivio a destra per Montabone, prima vera asperità della giornata. Avendo già percorso la stessa strada in discesa, ne conosco bene la difficoltà. I tre chilometri che scaleranno 200 metri di dislivello sono tutt'altro che omogenei: il primo è durissimo, con rampe ben sopra il 10% alternate a curve dove la pendenza cala di poco solo grazie al fatto che le prendo larghissime; il secondo è decisamente pedalabile, con un breve tratto addirittura pianeggiante; il terzo e ultimo è il più discontinuo, con settori più morbidi intervallati a passaggi ancora molto impegnativi. In vari punti devo produrre il massimo sforzo, ma alla fine la fatica è ripagata dallo splendido panorama sulle colline acquesi che mi si apre di fronte: in particolare, verso sud posso cominciare ad apprezzare il paesaggio che fra qualche settimana dovrebbe essere teatro di un dei giri fuorisede programmati per l'estate.
Da Montabone ad Acqui attraverso Terzo è finalmente tutta discesa con vento a favore, e bastano pochi minuti per arrivare alla piazzetta della Bollente, dove sosto qualche minuto per dissetarmi. Ho raggiunto la mia meta e sono esattamente a metà percorso, pronto a risalire in sella.
Per tre chilometri seguo la statale per Nizza, poi la abbandono per girare a destra in direzione di Ricaldone: anche in questo caso, la parte più dura dei 4 chilometri di salita è concentrata nel primo tratto con pendenze che raggiungono il 10%, poi la salita si fa più dolce e di lì a poco raggiungo uno spettacolare crinale panoramico che, oltre ad Alice Bel Colle e una serie di altri paesini, mi mostra in arrivo da ovest un imponente fronte nuvoloso. Anche alle mie spalle, Acqui appare già inglobata dalla perturbazione.
Non mi resta che forzare il ritmo e cercare di chiudere il giro prima di prendere un acquazzone. Il vento è ancora contrario nel breve tratto tra Ricaldone e Alice Bel Colle, poi comincia a spingere alle mie spalle nella discesa che mi porta prima a Quaranti e poi alla stazione di Mombaruzzo. Ho già superato i 50 km di strada quando attacco l'ultima asperità della giornata, una salita di due chilometri piuttosto pedalabile che mi porta alla piazza centrale del paese degli amaretti. A questo punto, invece di scendere direttamente a Bruno, ho in programma di raggiungere Bergamasco attraverso una serie di stradine secondarie, ma un po'la fretta, un po' il dedalo di incroci non segnalati, finisco per ritrovare la strada per Alessandria quando Bergamasco è ormai alle mie spalle. Decido di non tornare sui miei passi ma allungare il percorso di pochi chilometri, raggiungendo a est l'incrocio per Oviglio,da dove spendo le ultime energie per bruciare gli ultimi 10 chilometri appena in tempo per scampare la pioggia.
Alla fine resta una sensazione più che buona, quasi 80 chilometri movimentati superati senza troppi patemi e anzi con abbastanza forze residue per sparare il finale a tutta. I segnali che aspettavo in vista dell'ultimo test pre-Finestre della settimana prossima, ancora una volta a cavallo tra l'alessandrino e la Liguria.

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