venerdì 17 maggio 2019

Dove volò l'Airone


Masio - Oviglio - Castellazzo B.da - Casal Cermelli - Bosco Marengo - Novi L.re - Pozzolo Formigaro - Villavernia - Paderna - Castellania - Carezzano - Villavernia - Pozzolo Formigaro - Bosco Marengo - Casal Cermelli - Alessandria - Oviglio - Masio (Km 109)


Un Primo Maggio destinato a restare impresso a lungo nella memoria, quello che dopo tanti anni di attesa mi porta a Castellania, paese oggi al limite dello spopolamento che vive del ricordo del suo figlio più illustre, il Campionissimo Fausto Coppi. Ogni casa, ogni muro, ogni pietra della piccola borgata adagiata sulle dolci colline tortonesi parla inequivocabilmente la lingua dell'Airone e di suo fratello Serse, anche lui prematuramente scomparso in seguito a una caduta davanti al velodromo di Torino. Quando poi si raggiunge il piazzale del sacrario, la sensazione è quella di un pellegrino che dopo un lungo andare arriva al cospetto della reliquia del santo a cui si è votato: una sorta di deferenza attonita di fronte a qualcosa di troppo grande per essere spiegato, che va piuttosto sentito, meglio se in compagnia di qualcuno che condivide lo stesso modo di vivere la passione per la bicicletta.

Potrebbe bastare quanto sopra per dare il senso della giornata, ma un'uscita non si esaurisce mai nel suo momento culminante, soprattutto se si parla di un giro di più di 100 chilometri da pedalare in sella alla vecchia bici, che rispolvero dopo mesi di inattività. La prima ora, su piatte strade provinciali, è comunque interlocutoria, poi a Bosco Marengo, trovo ad aspettarmi il compagno d'avventura che mi guiderà fino a destinazione. Nel tempo di qualche chiacchiera, raggiungiamo Novi e da qui proseguiamo per Pozzolo e Villevernia, da cui comincia la decina di chilometri su quelle stesse strade collinari che chissà quante volte saranno state percorse in passato dai fratelli Coppi, e che oggi vengono solcate da stuoli di adepti della religione delle due ruote.
La salita da Villavernia all'altisonante passo Coppi misura circa sette chilometri per poco più di 200 metri di dislivello, ma la pendenza media modesta non deve trarre in inganno: nei due passaggi in cui si sale davvero, in uscita da Villavernia e lungo tutto l'attraversamento di Paderna, le percentuali sono importanti e in poco più di due chilometri complessivi si copre buona parte dell'ascesa; è il piccolo prezzo da pagare per raggiungere un autentico luogo di culto, per il resto la strada si snoda dolcemente tra i verdi colli tortonesi. A Castellania, l'atmosfera è più quella di un museo che di uno dei tanti paesini collocati in cima a una collina: tutti i muri sono coperti da gigantografie del Campionissimo che ricordano le sue imprese più epiche, dalla pista alle Dolomiti, ma sono due i punti più emozionanti: il sacrario con i monumenti e la tomba che trabocca di cimeli, e la casa, un'anonima abitazione lungo l'unica via del paese, uguale a tutte le altre, non fosse che questa ha avuto in sorte l'onore di dare la nascita al più grande atleta italiano di sempre, impareggiabile collezionista di traguardi che un destino assurdo ha voluto immediatamente consegnare all'immortalità del mito.
Potrebbe finire così, ma sono solo a metà strada, c'è da ridiscendere a Villavernia dal versante più regolare di Carezzano, percorrere i chilometri più veloci del giorno lungo una statale dritta come un fuso, darsi appuntamento alla prossima occasione con l'amico alessandrino e infine predisporsi agli ultimi 30 chilometri in solitaria, con le forze che diminuiscono poco a poco e infine finiscono quando sono ormai a Oviglio, una decina di chilometri scarsi alla chiusura del giro, da portare a termine con le gambe che non girano più e la testa ancora persa tra le colline di Castellania.

il meglio del giro

Un uomo solo è al comando, la sua maglia è biancoceleste, il suo nome è Fausto Coppi.

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