martedì 6 settembre 2016

I borghi del Ponente ligure


Diano Marina - Imperia - San Lorenzo al Mare - Santo Stefano al Mare - Riva L.re - Arma di Taggia - Poggio - Ceriana - Passo Ghimbegna - Bajardo - Apricale - Perinaldo - Soldano - San Biagio della Cima - Vallecrosia - Bordighera - Ospedaletti - Sanremo - Arma di Taggia - Riva L.re - Santo Stefano al Mare - San Lorenzo al Mare - Imperia - Diano Marina (Km 125)


Primo giro estivo sulle Alpi Marittime, molto lungo e discretamente impegnativo, con l'obiettivo primario di transitare in alcuni dei borghi più belli e rinomati del Ponente ligure, abbarbicati tra le colline che separano il mare dalle montagne di confine con la Francia; una volta stabilito che il giro di boa sarà a Bajardo e che da Diano a Sanremo e ritorno sfrutterò il più possibile la ciclabile, il resto del percorso viene abbastanza da sé, e d'altronde in Liguria è difficile prendere una cantonata non appena si lascia l'Aurelia, che col traffico agostano diventa oggettivamente un martirio.

Parto presto per evitare il grosso del traffico di Imperia, e già le prime pedalate sull'incompiuta a fianco del mare promettono una giornata da ricordare, poi l'attraversamento della città si conferma discretamente tranquillo, e dopo un'altra manciata di chilometri lungo l'Aurelia raggiungo rapidamente S. Lorenzo, da dove imbocco la stupenda ciclabile in direzione di Sanremo. In una decina di chilometri, raggiungo prima S. Stefano e poi Arma di Taggia, dove rientro nell'Aurelia per altri tre chilometri, già parecchio trafficati, fino ad arrivare il bivio per il Poggio.
I quattro chilometri più famosi della Milano-Sanremo rappresentano in questo caso solo l'antipasto della salita che mi porterà ai quasi 900 metri del passo Ghimbegna, che precede di un paio di chilometri l'arrivo a Bajardo. Guadagnata in fretta la frazione di Sanremo, invece di scendere in città proseguo sulla destra in direzione di Ceriana. La strada sale di quota con regolarità addentrandosi tra le verdissime colline dell'entroterra dalle quali dopo una decina di chilometri spunta inatteso l'abitato di Ceriana, il primo borgo che attraverso con alle spalle già 40 chilometri circa. Mi trovo circa a metà salita, in un tratto di strada molto agevole caratterizzato da facili saliscendi che precede l'ultima e più dura parte dell'ascesa al Ghimbegna.
Di lì a poco, la strada si infila definitivamente nel fresco del bosco e ricomincia a salire con costanza per gli ultimi otto chilometri. La pendenza non è mai terribile, si sale in media tra il 6 e il 7% con rare punte prossime al 10, ma la scalata è lunga ed è con piacere che nel finale aggancio un altro ciclista col quale scambio qualche chiacchiera e alleggerisco un po' l'andatura per un paio di chilometri. Quando raggiungo il passo, posto al centro di un quadrivio, proseguo dritto e quasi subito mi si apre una bella vista su Bajardo, in cima al cucuzzolo prospicente, con le cime delle Alpi Marittime ormai molto vicine alle spalle del paese.
Proprio all'ingresso del paese, sulla sinistra inizia la lunga e panoramica discesa che in poco più di dieci chilometri mi porterà alla meravigliosa Apricale, una delle perle più note ma geograficamente nascoste di tutta la Liguria: vale la pena, una volta raggiunto il paese, di dedicare qualche minuto a girare per i suoi incantevoli carruggi, prima di riprendere la strada principale e proseguire alla volta di Perinaldo, altro borgo che in questo caso mi limiterò soltanto a lambire.
Dopo un paio di chilometri sostanzialmente pianeggianti, la strada si impenna con decisione. Stavolta saranno solo tre chilometri di salita, ma più cattiva di quella al Ghimbegna: si sale in media all'8-9%, ma almeno un paio di rampe prolungate superano il 10% e richiedono uno sforzo importante, mentre in alto a sinistra compare il paese allungato sul ciglio della collina. Quando poi la strada spiana improvvisamente, raggiungo in fretta il bivio per Dolceacqua - che ignoro - e poi quello per Vallecrosia, che imbocco sulla destra, evitando di salire a Perinaldo, un paio di tornanti più in su.
Comincia a questo punto la lunga discesa verso il mare, che raggiungerò una dozzina di chilometri più avanti all'altezza delle trafficatissime Vallecrosia e Bordighera; un'altra decina di chilometri lungo l'Aurelia mi portano quindi a Sanremo, dove mi fermo per una lunga sosta, avendo orami quasi 100 chilometri sulle gambe. Il timore, una volta risalito in sella è di patire il lungo chilometraggio negli ultimi 30 chilometri pianeggianti che richiederanno un rapporto più lungo, soprattutto in caso di vento contrario. In effetti, la giornata ha una leggera brezza proveniente dal mare, ma tutto sommato le folate fastidiose sono rare e contrariamente alle mie previsioni riesco a tenere fino al termine un'andatura regolare e accettabile. Unico problema, il traffico di Imperia si è fatto molto caotico e l'attraversamento della città diventa un piccolo tormento tra smog e lamiere; poi, per fortuna, è di nuovo ora di entrare nell'incompiuta per godersi in tranquillità il finale di un ottimo giro che ha ben coniugato il contenuto turistico e quello più strettamente tecnico.

il meglio del giro

I borghi liguri sono tutti ricchi di fascino per la loro conformazione fisica e urbanistica, ma Apricale ha quel qualcosa in più che rimane nel cuore. Imperdibile.

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