lunedì 31 marzo 2014

Primavera a Mango


Belveglio - Mombercelli - Agliano Terme - Boglietto - Castiglione Tinella - Valdivilla - Mango - S.Stefano Belbo - Canelli - Calamandrana - Nizza M.to - Incisa Scapaccino - Cortiglione - Belveglio (Km 66)


Primo giro di primavera e prima puntata in Langa nell'ultima domenica di marzo, dopo la pausa forzata di un settimana fa. La condizione è al ribasso a causa anche degli ultimi colpi di coda di una noiosa bronchite che mi porto avanti da qualche giorno, ma non mi va di rinunciare agli obiettivi prefissati, per cui mi limito a tagliare qualche chilometro di pianura partendo da Belveglio: decisione saggia, perché nel finale mi trovo al gancio e ogni pedalata in più sarebbe stata un'inutile fatica. Alla fine, esce un giro più che dignitoso e in linea col periodo dell'anno, osare di più sarebbe stato onestamente un azzardo, mentre un passo alla volta mi avvicino senza troppi problemi a raggiungere i miei standard abituali.
La temperatura è ottimale malgrado un cielo velato, e il cambio dell'ora garantisce un'uscita tranquilla, senza patemi di rientro affrettato, quel che ci vuole per riprendere in fretta confidenza con il mezzo e con l'asfalto, infastidito solo da qualche colpo di tosse, soprattutto nella prima parte. I primi sette chilometri fino a Mombrecelli e poi lungo un tranquilla stradina verso Agliano sono pianeggianti, poi, all'altezza del bivio per la borgata Bologna che ignoro, comincia la salita verso Agliano, un paio di chilometri al 5% di media con qualche passaggio al 7-8%, nel complesso un semplice riscaldamento in vista di momenti più impegnativi. Quello che in compenso posso apprezzare da subito è il risveglio della natura, se le foglie sugli alberi stanno solo cominciando a schiudersi, fiori ed erba verdissima stanno già dando il meglio, e l'aria tiepida completa un contesto primaverile davvero ideale per un pomeriggio in bicicletta.
Dopo la salita ad Agliano e una successiva discesa, imbocco una delle tante anonime stradine che attraversano le basse collinette astigiane. Per un po' si procede in piano tra prati e ruscelli, poi la strada risale per qualche centinaio di metri e quindi scende in picchiata fino a incrociare la provinciale Costigliole-Nizza. Attraverso la strada e proseguo lungo la stessa stradina verso Boglietto: vista la ripida discesa che mi sono appena lasciato alle spalle, mi aspetto un'altrettanto decisa risalita sull'altro versante, e non mi sbaglio di molto. Non appena una curva a destra mi sbatte in faccia il fianco dell'altura che stavo costeggiando, la strada si impenna improvvisamente sotto i pedali. Per qualche centinaio di metri si sale tra il 12 e il 15%, una vera rasoiata che affronto con cautela, poi la salita spiana per un po' prima di inasprirsi nuovamente all'ingresso di una minuscola borgatina. Lo sforzo è sostentuo ma i chilometri sulle gambe ancora troppo pochi per mettermi in difficoltà, semmai sarà a fine giro che questo breve muro contribuirà a farmi sentire le gambe dure e pesanti. Nel frattempo, proseguo la salita su pendenze molto più morbide fino a raggiungere la parte alta di Boglietto, da cui ridiscendo velocemente alla provinciale per S.Stefano che percorro per poco più di un chilometro prima di svoltare a destra per Castiglione Tinella.
Dopo essere entrato in provincia di Cuneo e aver percorso un altro chilometro in leggero falsopiano, la strada comincia a salire, dapprima dolcemente al 4-5%, poi un po' più severa, intorno al 7%. I chilometri di salita fino a Castiglione sono solo tre e mai particolarmente impegnativi, per di più accompagnati dal tipico panorama langarolo, ampio e armonioso, sebbene in collina i colori rimangano ancora piuttosto spenti. Il problema è semmai che il primo caldo dell'anno mi spreme parecchio sudore per quanto mi sforzi di mantenere un'andatura regolare, e quando, dopo aver attraversato il paese, la salita continua per un altro chilometro abbondante, mi accorgo che le forze sono già in diminuzione e che mi conviene evitare di forzare anche quando la conformazone del terreno mi invoglierebbe a indurire un po' i rapporti.
Superati un paio di tornanti e il bivio per Marini, raggiungo un primo scollinamento cui segue una veloce discesa fino a Valdivilla, da cui proseguo in direzione di Mango. Sono in tutto sei o sette chilometri in cresta, i più belli del giro, e riesco a godermeli fino a Romanino, dove la strada ricomincia salire. Sono a tre chilometri da Mango, la meta principale del giorno, e la pendenza non è mai impegnativa, ma mentre affronto una rampa appena più dura delle altre sento improvvisamente le gambe pesanti, segno inequivocabile che l'energia necessaria a imprimere forza sui pedali è già terminata e non mi resta che proseguire di conserva, adeguandomi alle indicazioni della strada. Quando arrivo al bivio per Camo, sono addirittura tentato di svoltare tagliando così tre o quattro chilometri, ma poi vedo che a Mango mancano solo un paio di chilometri e decido di insistere. Dopo un altro breve tratto in contropendenza, il chilometro e mezzo che precede l'ingresso in paese è nuovamente in salita abbasanza accentuata, e raggiungo il centro del paese con un po' di stanchezza. Ho percorso in tutto trenta chilometri, ma piuttosto dispendiosi, e sebbene le difficoltà altimetriche siano ormai pressoché tutte alle spalle, so che mi mancano ancora 35 chilometri da percorrere e che dovrò farlo con una certa attenzione se voglio evitare di trovarmi senza benzina nel finale.
Per prima cosa, mi tocca affrontare la discesa di Marchesini, cinque chilometri molto tecnici su strada stretta e con tante curvette cieche, non il massimo per rilassarsi, ma scendo con calma e arrivo senza problemi alla fondovalle Belbo. Da qui, attraverso i passaggi a S.Stefano, Canelli e Nizza, mi attendono 25 chilometri pianeggianti. Mi accorgo in fretta che non riesco a spingere quanto vorrei, ma mi basta mantenere un ritmo tranquillo e costante per veder scorrere uno dopo l'altro i chilometri sotto le mie ruote fino a Incisa Scapaccino, che raggiungo al chilometro 60.
Manca poco a chiudere il giro, ma prima di Belveglio c'è ancora il mezzo chilometro che più detesto, la salitella di Cortiglione che ogni volta ne inventa una per mettermi in crisi e che in questa occasione addirittura mi presenta un crampo alla coscia destra. Cerco di cambiare posizione, mi alzo in piedi, ma ogni pedalata è una piccola sofferenza fino allo scollinamento che per fortuna arriva in fretta. Discesa rinfrancante e ultimo paio di chilometri in piano prima di archiviare un proficuo e stancate giro di media difficoltà, in attesa di un aprile mai come quest'anno pieno di incognite.

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