venerdì 21 marzo 2014

La ritirata di Alice


Masio - Oviglio - Borgoratto Al.no - Gamalero - Cassine - Ricaldone - Alice Bel Colle - Quaranti - Mombaruzzo - Bruno - Castelnuovo Belbo - Masio (Km 58)


Il giro che doveva segnare una prima svolta della stagione, con un incremento abbastanza sensibile delle difficoltà, si risolve purtroppo in un mezzo buco nell'acqua; colpa mia che stavolta sbaglio sia il giorno (la giornata di sabato si rivela climaticamente molto peggiore della domenica), che la destinazione, confermando una puntata a sud verso l'acquese piuttosto che ripiegare a nord sul Basso Monferrato, dove avrei trovato un meteo molto più clemente. Ne esce alla fine un giro comunque dignitoso, ma più breve di una quindicina di chilometri rispetto al previsto e privato del passaggio in Acqui che era uno degli obiettivi di giornata.
Quando parto, la temperatura è piacevole e il vento una brezza leggera non dà nessun fastidio, ma il cielo è coperto e lo diventerà sempre di più man mano che macino chilometri verso sud-est. Il precorso prevede infatti 23 chilometri pianeggianti fino a Cassine, con passaggi a Oviglio, Borgoratto e Gamalero in bassa valle Bormida, e quando giungo a Cassine l'impressione è che la temperatura sia effettivamente scesa di un paio di gradi, per quanto non faccia ancora freddo.
Poco prima di entrare in paese, abbandono la statale per Acqui e svolto a destra per Ricaldone, distante sette chilometri e circa 200 metri più in su. I primi 3-4 chilometri sono in facile falsopiano, poi la strada inizia progressivamente a salire seppure su pendenze non troppo impegnative, salvo un paio di passaggi intorno al 7% prima del cimitero e nell'aggiramento del paese: c'è da dire che malgrado la giornata non esaltante, il panorama collinare comincia a essere un po' più vivace, il che rende la risalita molto più piacevole.
Risalito fino alla parte alta di Ricaldone e guadagnata la cresta collinare, vengo però accolto da improvvise e gelide raffiche di vento potentissimo, come raramente ho incontrato anche in alta montagna. Il piano prevederebbe a questo punto di scendere a Strevi, raggiungere Acqui e da qui risalire ad Alice Bel Colle, ma constatato che le condizioni ambientali sono proibitive al punto di faticare a tenere in piedi la bicicletta, non mi resta che tagliare questa appendice e proseguire sulla strada che sto percorrendo fino ad Alice, solo un paio di chilometri più in là.
È una strada che ho già percorso e che regala ottime visuali dagli Appennini alle Alpi, ma stavolta penso solo a togliermi il più in fretta possibile dalla traiettoria del vento scollinando in paese e poi buttandomi in discesa verso Quaranti e Mombaruzzo Stazione. La discesa misura circa sei chilometri, comprensiva di un paio di innocue contropendenze, ed è molto divertente, su strada tranquilla e filante che si snoda tra i filari di vigneti che ancora non danno segni di risveglio, ma che con la loro geometria conferiscono comunque un aspetto caratteristico all'ambiente.
Finita la discesa, comincia subito la risalita a Mombaruzzo e qui ho la fortuna di essere preceduto di pochi secondi da un paio di ciclisti provenienti da Maranzana. Con un piccolo sforzo riesco a raggiungerli e poi a proseguire insieme a loro fino in paese. L'andatura è abbastanza frizzante ma riesco a tenere botta con relativa disinvoltura anche nei passaggi più impegnativi della salita, intorno al 7%, segno che piano piano la condizione comincia a crescere.
Giunto a Mombaruzzo al chilometro 40, scendo in fretta a Bruno e da qui proseguo per Castelnuovo, dove il vento nel frattempo è cessato ed anzi davanti a me, verso nord, posso vedere un bel cielo azzurro e mangiarmi le mani per la scelta sbagliata. Non c'è comunque troppo tempo per rimuginare, perché all'uscita del paese comincia subito il passaggio di gran lunga più duro del giorno: un muro di poche centinaia di metri con punte più vicine al 20 che al 15%, a non voler dar retta al cartello che a inizio salita indica addirittura la pendenza del 25%. Quel che è certo che in un paio di punti addirittura la ruota anteriore si solleva leggermente dalla strada, tanto è arretrato il baricentro: rispetto alla salita a S.Marzano di una settiana prima, l'impressione è comunque anche in queso caso di un discreto miglioramento, considerato soprattutto che stavolta non ci sono punti in cui rifiatare e che la pendenza è sensibilmente maggiore.
È l'ultima difficoltà del giorno, non resta che percorrere gli ultimi veloci dieci chilometri per chiudere un giro senza infamia e senza lode che mi lascia tuttavia in eredità una brutta tosse, classico inconveniente di stagione.

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