Vernante - Limone Piemonte - Panice Soprana - Colle di Tenda (Km 19,5)
Approfitto di un'occasione familiare per una puntata in montagna. Il colle di Tenda è una salita media, col veleno in coda. Lunga una ventina di chilometri, inizia molto dolcemente da Vernante, presenta i primi tratti montani da Limone al bivio per Panice prima del tunnel, sale per lunghe traverse regolari intervallate da panoramici tornanti e si conclude con un secco cambio di pendenza nell'ultimo chilometro, proprio quando le energie sono affievolite dall'arrampicata precedente.
Parto dunque da Vernante col primo obiettivo di raggiungere Limone col 53, cosa che mi riesce salvo un centinaio di metri leggermente più impegnativi in cui la velocità scendeva troppo e il rischio era di imballarmi. Sono comuinque chilometri facili, la salita è al 2-3% e la gamba gira bene senza eccesivi sforzi.
Con l'inizio della circonvallazione, la pendenza aumenta attestandosi per i successivi 7 chilometri fino al tunnel attorno al 5% medio, con tratti leggermente più duri e altri che permettono di rifiatare, soprattutto in corrispondenza dei larghi tornanti. In questo tratto salgo in agilità col 21, solo a tratti col 19. In uscita da Limone, ho anche l'occasione di raggiungere un paio di ciclisti, uno dei quali abbastanza attempato, che lascio alle mie spalle con l'idea di vederli arrivare ai fortini almeno 5 minuti dopo di me. In effetti, in questo tratto pedalabile apro subito un discreto buco, e dopo il bivio per Limonetto non li vedo più alle mie spalle. Per quanto mi riguarda, salgo regolare, in preparazione alla parte impegnativa della salita, quella che dalla galleria porta al colle.
Appena arrivato al bivio per Panice Soprana e lasciata la statale, cambia tutto, dalla sede stradale che si restringe di più della metà, alla pendenza che nel primo tratto varia dall'8 al 10%.
Al termine della prima rampa, quando la mia strada incrocia quella proveniente dal bivio di Limonetto, ho la sorpresa di vedere spuntare i due ciclisti di prima, che hanno optato per la via più breve e difficile. Percorro le difficili rampe che attraversano l'abitato e giunto al primo tornante butto l'occhio all'ingiù: l'anziano sale con andatura tranquilla, l'altro mantiene la mia velocità seguendomi a un centinaio di metri.
Da questo momento, l'ascesa continua per 4-5 chilometri molto regolare, attorno al 6%. A ogni tornante, ho modo di verificare che il mio ritmo prosegue senza cedimenti e che il tipo alle mie spalle è sempre pèiù o meno alla stessa distanza, anzi a un paio di chilometri dalla vetta, quando si incontra il primo strappo all'8%, sembra perdere un po' di terreno.
In realtà, come sapevo ma speravo di evitare, il momento di crisi è alle porte e arriva appena mezzo chilometro più in là. In corripsondenza di un ulteriore cambio di pendenza, mi ritrovo nel giro di un minuto fuori giri: le gambe non reggono più la frequenza che ho tenuto fin lì e sono costretto fino al tornante successivo ad abbassare nettamente l'andatura. Quando svolto, mancano ancora due traverse al colle, più o meno un chilometro all'8-9%. Il ciclista che mi seguiva mi raggiunge ma si comporta da signore, accompagnandomi alla vetta e scambiando due parole sulla salita.
Alla fine, abbiamo modo di chiacchierare un po' e raccontarci qualche impressione ed esperienza comune. Poi, quando lui riparte, faccio ancora due passi fino a raggiungere il valico e godermi lo spettacolo del versante francese, coi suoi 48 tornanti in parte sterrati, uno spettacolo pressoché unico in un tratto di strada così breve e una fiancata di montagna così stretta.
Alla fine gli obiettivi di giornata sono felicemente raggiunti: più di mille metri di disleivello superati, gamba quasi sempre reattiva a parte la crisetta dell'ultimo chilometro, tenuta sul fondo in miglioramento, soddisfazione per il percorso come sempre massima, quando si entra nelle valli del cuneese.
Per la prossima uscita in montagna, l'intenzione è di superare i 2000. Mancano poco più di tre settimane all'appuntamento col Gran S. Bernardo.
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