martedì 30 luglio 2019

Tra Ospedaletti e Sanremo


Diano Marina - Imperia - San Lorenzo al Mare - Santo Stefano al Mare - Riva L.re - Arma di Taggia - Sanremo - Ospedaletti - Coldirodi - San Romolo - Sanremo - Arma di Taggia - Riva L.re - Santo Stefano al Mare - San Lorenzo al Mare - Imperia - Diano Marina (Km 103)


Rotta a ponente per la seconda uscita ligure consecutiva, analoga alla precedente per il chilometraggio appena superiore ai cento e per il tanto lungomare goduto tra andata e ritorno, ma con la sostanziale differenza di una lunga salita nell'entroterra sanremese piazzata all'altezza del giro di boa. Non una scalata paragonabile a un colle alpino, ma il gran caldo e la quasi costante esposizione al sole la renderanno comunque probante quanto deve esserlo l'ultima rifinitura in vista del clou della stagione, se non della mia intera avventura sulle due ruote.

I primi 38 chilometri sono comunque pianeggianti, quasi interamente percorsi su pista ciclabile, con l'esclusione dell'inevitabile attraversamento di Imperia. La novità è che, rispetto al solito, stavolta proseguo anche dopo Sanremo fino a Ospedaletti: i due centri abitati sono collegati da una lunga galleria rettilinea, all'interno della quale una serie di striscioni dovrebbe celebrare i grandi vincitori della Classicissima, ma testi e foto risultano pressoché illeggibili per la scarsa illuminazione.
Poco male, perché uscito dalla galleria e terminata la ciclabile, dopo poche centinaia di metri è già il momento di concentrarsi sulla lunga salita che culminerà piuttosto anonimamente in corrispondenza di un incrocio per Perinaldo, a circa un chilometro e mezzo da San Romolo. I tre chilometri iniziali risalgono la parte alta di Ospedaletti e poi riattraversano in saliscendi il paese verso est, fino a congiungersi con un'altra serie di tornantini provenienti dall'Aurelia. Iniziano a questo punto i dieci chilometri al 6% di pendenza media che rappresentano il cuore e la parte più impegnativa dell'ascesa. Rispetto al versante che sale a San Romolo da Sanremo, questo sembra più continuo e nel complesso un po' meno impegnativo, ma soprattutto molto più panoramico, visto che da questa parte la vegetazione è scarsissima e quasi sempre è garantita una bella visuale sul mare; l'altra faccia della medaglia è evidentemente che pedalare all'ombra è per lunghissimi tratti una chimera, e con la temperatura che aumenta col passare dei minuti, i chilometri centrali della salita risultano nella realtà più faticosi di quanto non lo sarebbero sulla carta.
Con un po' di affanno, arrivo infine all'ultimo tornante della salita, che è anche il punto più panoramico in assoluto, con vista a picco sul mare da Sanremo a Bordighera, purtroppo guastata da una spessa foschia. Da questo punto, la salita prosegue per altri quattro chilometri che tuttavia non fanno più male, da un lato perché le pendenze diminuiscono sensibilmente, dall'altro perché la strada si infila in un bosco fitto che garantisce ombra e frescura.
Lo scollinamento - come detto - arriva all'improvviso all'altezza di un bivio, senza alcuna indicazione toponomastica, e siccome il bosco toglie qualunque visuale, non resta che cominciare a scendere alla volta di Sanremo. Dopo un chilometro e mezzo abbastanza ripido e tecnico, si raggiunge il bivio per San Romolo, poche centinaia di metri a sinistra, che ignoro per continuare a scendere.
Ci vogliono 13 chilometri per tornare alla città dei fiori e quando ci arrivo, con ormai oltre 70 chilometri sulle gambe, ne mancano ancora 30 per chiudere il giro. Con le difficoltà altimetriche alle spalle, i pericoli maggiori per la tenuta diventano il caldo e il vento che poco alla volta mi disidratano, inducendomi a una sosta per bere una coca-cola in uscita da Imperia, quando manca ormai una manciata di chilometri al termine. Piccolo inconveniente a parte, le sensazioni a fine giro sono abbastanza buone da poter cominciare a concentrarmi con ottimismo a una delle più sensazionali trasferte della mia carriera cicloturistica.

il meglio del giro

Una salita senza nome e senza un vero punto d'arrivo, ma non senza significato. La curva panoramica prima del bosco è potenzialmente un punto di osservazione eccezionale.

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