Torino - Eremo - Colle della Maddalena - Torino - Cavoretto - Colle della Maddalena - Eremo - Pino T.se - Torino (Km 32)
I primi imprevisti dell'anno fanno sfumare il Piano A e, all'ultimo momento, anche il Piano B. Non resta quindi che approntare sui due piedi un giro che tenga fermo il principio di partenza: cominciare a pedalare in salita mettendo nelle gambe un migliaio di metri di dislivello, e visto che dal Po al colle della Maddalena ce ne sono poco meno di 500, la soluzione è presto trovata, e pazienza se tornerò per l'ennesima volta sulle stesse strade e il chilometraggio risulterà più o meno la metà di quello preventivato. Con queste premesse, c'è solo da scegliere i versanti delle due scalate, e il percorso si disegnerà da sé.
Per cominciare, raggiunta la Gran Madre, opto per la salita classica di Villa della Regina e strada di Pecetto, un versante che conosco a menadito e che ben si adatta alle mie caratteristiche per lunghezza e pendenze, costantemente impegnative ma mai sopra il 10%, se non forse in qualche breve rampetta. Ne risulta una scalata più efficace delle mie previsioni, sebbene si trattasse della prima vera salita dell'anno: i chilometri macinati in febbraio danno i loro frutti e non ho mai una sensazione di fatica, neppure nei passaggi più impegnativi prima dell'Eremo o nelle ultime rampe prima che la strada spiani in prossimità dello scollinamento.
Nulla osta quindi a portare a termine l'idea di doppiare la scalata al punto più alto della collina torinese, una volta stabilite le strade per la discesa e la successiva risalita. Scartata l'ipotesi di scendere verso Chieri, decido di tornare in città attraverso San Vito e la tecnica discesa al ponte Isabella. Tornato in corso Moncalieri, lo percorro fino al bivio per Cavoretto, da dove ripercorro il tratto in salita lungo la strada vecchia che un mese prima mi aveva fatto penare. Poche settimane di allenamento mi permettono stavolta di raggiungere la piazzetta del paese senza nessuna difficoltà, e da qui di proseguire alla volta del colle.
Il versante che intendo scalare è quello di strada Tetti Gariglio, variante appena meno ripida della tremenda strada della Viola. In uscita dal centro abitato, svolta dunque a sinistra per imboccare la strada della Creusa, che nel suo sviluppo di un chilometro scarso comincia a proporre percentuali di tutto rispetto, ma nulla rispetto a quanto mi aspetta a partire dalla diramazione tra le strade della Viola e di Tetti Gariglio; imboccata la seconda, per circa 350 metri la pendenza si attesta al di sopra del 15%, senza concedere un metro di respiro. Inutile dire che si tratta del passaggio fino a questo momento più duro dell'anno, e la vista di questo muro verticale inizialmente mi scoraggia parecchio, ma contrariamente ai miei timori riesco a mantenere una cadenza tanto lenta quanto regolare che mi consente di superare il difficilissimo ostacolo e di confluire infine in strada della Viola, di cui percorro l'ultimo chilometro, che presenta un andamento discontinuo e non privo di qualche insidia, accentuata dallo sforzo appena profuso.
Rientrato nella strada principale, il chilometro e mezzo finale di salita è ancora impegnativo, ma lo conosco bene e mi basta pazientare un po' per completare senza altri problemi anche la seconda scalata alla Maddalena. Da qui, discesa rapida all'Eremo e alla rotonda del colle Arsete, e qualche chilometro ondulato fino a Pino, da cui ridiscendo a Torino per chiudere un classico giro di allenamento in collina, breve ma tutt'altro che banale.
il meglio del giro
Due salite diverse che si completano a vicenda e fanno uscire un bel percorso a due passi da casa. Le classiche due orette ben spese a un passo da casa.
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