mercoledì 29 marzo 2017

Vetan, ovvero la quintessenza della Valle d'Aosta


Saint-Pierre - Saint-Nicolas - Vetan (Km 15)


E' l'ultimo giorno d'inverno, ma dal clima sembra giugno avanzato: cielo terso, vento quasi assente, temperatura più che gradevole anche in quota. Se l'anno scorso la trasferta valdostana sulla Route des Salasses era stata parzialmente guastata da un meteo sfavorevole, stavolta la giornata sembra uscita su ordinazione per valorizzare al meglio un angolo di Valle d'Aosta incantevole seppure (o forse perché) fuori dalle principali mete turistiche. La strada che da Saint-Pierre sale a Saint-Nicolas e quindi fino alla frazioncina di Vetan è qualcosa di straordinario, che racchiude il meglio di quanto sappia offrire la regione: priva di traffico, esposta al sole del mattino e aperta a splendidi panorami dal primo all'ultimo metro, dapprima a picco sul fondovalle, poi adagiata su pendii prativi con vista sui ghiacciai del Gran Paradiso e del Rutor.

Per l'occasione, ho poi l'opportunità - che si rivelerà provvidenziale - di avvalermi per una volta di un'ammiraglia che mi accompagnerà nella prima vera scalata dell'anno, e dunque posso cominciare a pedalare a Saint-Pierre sotto i migliori auspici. Il tempo di percorrere un chilometro nella strada principale del paese e di attraversare il sottopasso della statale, e la salita ha inizio. Con 16 chilometri al 7% di pendenza media e un andamento sostanzialmente regolare, quella di Vetan è una salita tecnicamente non troppo difficile ma neppure banale, ideale per la primavera e per godersi la bellezza dell'ambiente valdostano senza ammazzarsi di fatica.
Dopo le prime rampe all'interno del paese, si supera in fretta la frazione di Vereytaz per poi proseguire verso Saint-Nicolas, principale traguardo intermedio distante ancora circa sei chilometri. Se per buona parte, fino a Gratillon, si sale attraverso una serie divertente di spettacolari tornanti su pendenze non troppo impegnative, gli ultimi due chilometri prima di Saint-Nicolas propongono lunghi drittoni all'8-9% che supero con discreto affanno, fino a raggiungere il centro del paese con fondo stradale in pavée.
Qualche istante per rifiatare, poi la seconda metà della salita riprende su pendenze più moderate già dall'uscita dall'abitato. Poche centinaia di metri, e lascio la strada principale che prosegue verso Avise per imboccare sulla destra uno spezzone della Route des Salasses percorso un anno fa in senso inverso. Per circa un chilometro e mezzo, la strada spiana infilandosi nella pineta, poi torna ad attraversare ampi pascoli su ripide pendenze fino alla borgata di Petit Sarriod, dove svolto a sinistra verso Vetan, che dista ormai soltanto tre chilometri, distribuiti in una serie di belle rampe intervallate da sette tornanti.
La grandiosità del paesaggio aiuta a non pensare alla fatica che affiora con l'inasprirsi delle pendenze, che nell'ultimo chilometro toccano il 10%; sono in vista dell'ultimo tornante all'altezza della frazioncina di Gerbore, a mezzo chilometro da Vetan, quando accade l'imponderabile episodio che macchia una giornata altrimenti perfetta: con la bicicletta appena revisionata, la camera d'aria posteriore esplode costringendomi alla resa proprio in vista del traguardo. Un rapido controllo mi certifica che è andato anche il copertoncino, impossibile rimediare soprattutto in vista della discesa che avrebbe dovuto articolarsi verso Sarre. Accetto con filosofia il verdetto del destino, ormai la pedalata ha ampiamente dato il meglio e non sarebbero state poche centinaia di metri in più a cambiarne il significato; piuttosto, ringrazio la singolare intuizione di aver richiesto l'auto al seguito che mi ha evitato guai peggiori.
Mi godo una mezz'oretta di temperatura primaverile anche sopra i 1600 metri di altitudine, poi risalgo in macchina per un arrivederci alla Vallée non prima di un meritato pasto in un simpatico bistrot di Saint-Nicolas. Una giornata ben spesa al di là del piccolo inconveniente.

il meglio del giro

Una salita talmente bella da far passare in secondo piano l'incidente meccanico e il conseguente taglio della discesa. Da non perdere.

Nessun commento:

Posta un commento