mercoledì 3 giugno 2015

La traversata delle Langhe


Fossano - Bene Vagienna - Lequio T.ro - Monchiero - Monforte d'Alba - Roddino - Pedaggera - Benevello - Mango - Valdivilla - S. Stefano Belbo - Canelli - Calamandrana - Nizza M.to - Incisa Scapaccino - Cortiglione - Masio (Km 104)


Era da molto tempo che non mi capitava di percorrere una 'tappa in linea', e dunque cerco di onorare l'evento con un bel percorso, lungo (forse qualche chilometro di troppo), impegnativo e interessante, soprattutto nei 50 chilometri centrali che prevedono l'attraversamento delle Langhe praticamente da un capo all'altro; una volta definito che attaccherò le Langhe da Monchiero e le lascerò a S. Stefano, il resto dell'itinerario viene da sé, così come il lungo chilomentraggio: non resta che mettersi in sella di buon mattino e cominciare a pedalare sotto un cielo coperto, ma che non minaccia mai pioggia.
Il percorso può essere diviso in tre parti: da Fossano a Monchiero, quasi 25 chilometri mossi ma non troppo impegnatvi, con prevalenza di discesa; da Monchiero a S. Stefano, 50 chilometri collinari, su pendenze generalmente abbordabili; da S. Stefano a Masio, ultimi 30 chilometri pianeggianti, ma resi complicati dalla tanta strada già lasciata alle spalle.
I primissimi chilometri sono un antipasto significativo del giro, con discesa allo Stura, successivo tratto pianeggiante non privo di un paio di "gobbe", e quindi salita verso Loreto, circa due chilometri e mezzo al 4-5% che scaldano i muscoli e mi regalano il primo di tanti scorci da ricordare, la verdissima campagna fossanese con sullo sfondo la piramide mozza del Monviso ancora tinta del rosa del primo timido sole del mattino.
Dopo i passaggi a Bene Vagienna e Lequio, veloce discesa al Tanaro, seguita da tre chilometri in piano fino a Monchiero, dove termina la prima parte del giro, abbastanza movimentato, ma superato senza nessun problema.
Da Monchiero, parte la lunghissima salita per la Pedaggera, 16 chilometri e mezzo stemperati da parecchi tratti in falsopiano e un paio di contropendenze significative dopo Monforte e Roddino, come lasciano intuire i soli 500 metri di dislivello tra inizio e fine ascesa. I soli tratti in cui si sale davvero, con pendenze al 7-8%, sono il primo chilometro e mezzo, e il settore tra la fine della discesina di Roddino e il bivio per Sinio.
Quando al termine di un'ultima rampa raggiungo infine i 720 metri della Pedaggera, Cima Coppi del giorno, ho già sulle gambe una quarantina di chlometri e mi concedo una pausa per la colazione, prima di intraprendere i 25 chilometri più belli e ingarbugliati del percorso, che di cresta in cresta mi porteranno fino a Valdivilla.
Dopo circa 8 chilometri in prevalente, leggera discesa, la sorpresa peggiore della gornata arriva all'altezza di Benevello, dove 100 metri di strada interrotta e impossibile da percorrere anche in bicicletta mi obbligano a deviare nel centro del paese: peccato che le poche centinaia di metri che portano alla chiesa siano un muro tremendo al 15%, che mi costringe al primo e unico vero sforzo del giro, ma che alla lunga si faranno sentire nella parte finale.
Superato il duro ostacolo e sceso a Manera, un altro paio di chilometri in falsopiano mi introducono alla discesa verso Mango, dove entro al chilometro 60 al termine di un'altra salitella. Da qui a Valdivilla, altri cinque chilometri di mangia-e-bevi tanto panoramici quanto dispersivi preludono alla discesa a S. Stefano, discretamente tecnica per le tante curve cieche, ma nel complesso piacevole per le belle viste che offre sui vigneti della valle Belbo.
Giunto a fondovalle, restano da percorrere 30 chilometri in piano, badando a non strafare e tenendo d'occhio la spia della benzina, che tuttavia di accenderà inesorabilmente poco dopo Nizza. Se la settimana precedente ero tutto sommato riuscito a chiudere il giro senza particolari problemi, stavolta arrivo allo strappetto di Cortiglione ormai privo di forze, e nei 10 chilometri conclusivi devo centellinare le poche energie rimaste come se stessi affrontando una dura salita; poco male in ogni caso, e mezz'ora dopo la fine del giro è già ora di pianificare l'uscita valdostana al seguito del Giro.

il meglio del giro

Altri 100 chilometri di strada, inattesi e faticosi quanto utili e ricchi di contenuto. Spettacolari come sempre i 50 chilometri di Langhe, pur in una giornata dal meteo poco favorevole.

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