venerdì 27 giugno 2014

Il colle del Prel


Mondovì - Vicoforte - Corsaglia - Bossea - Colle del Prel - Prato Nevoso - Frabosa Sottana - Villanova M.vì - Mondovì (Km 63)


Una delle rare salite cuneesi che mi mancavano era quella al colle del Prel, meglio nota come 'lato B' di Prato Nevoso, dal momento che sale alla stazione sciistica del monregalese dal versante sud della val Corsaglia. È una scalata di media lunghezza ma vera, con tanti passaggi a doppia cifra e un finale da brividi, che merita una trasferta abbastanza impegnativa, per quanto la sua difficile collocazione geografica implichi un percorso più o meno obbligato e per lunghe parti tutt'altro che esaltante; nella fattispecie, la giornata nuvolosa in quota ha poi reso inutile la salita finale da Prato Nevoso al panoramico Monte Malanotte, completamente avvolto nebbia.
Il punto di partenza è fissato a Mondovì Breo, con immediata salita a Mondovì Piazza e successiva continuazione verso Vicoforte. Fino a Mondovì Piazza sono un paio di chilometri belli pedalabili con un paio di puntate al 6-7%, ma presi così a freddo richiedono comunque un minimo di impegno; poi, dopo una breve discesa fino al bivio a sinistra per Vicoforte, la strada riprende progressivamente a salire fino all'ingresso in paese, sempre su pendenze molto moderate, e resa in questo caso più gradevole dal bel panorama sulle collinette della zona. L'attraversamento del paese è tutto in discesa fino a imboccare la deviazione per la frazione Moline, dove si incontra un breve ma durissimo muro in pavé. Superata la rampetta, si prosegue per un paio di chilometri in un bel saliscendi che regala alcune delle migliori visuali della giornata sul santuario di Vicoforte e i suoi dintorni, quindi un paio di tornantini all'ingiù introducono la veloce discesa a Moline e al fondovalle Corsaglia, che si raggiunge dopo circa una dozzina di chilometri dall'inizio del giro, fno a questo punto divertente e movimentato.
Lo scenario cambia purtroppo nei quindici chilometri successivi che risalgono la val Corsaglia fino a Bossea: è la classica strada che risale blandamente il corso del torrente tra i due versanti della montagna, senza un tornante o un cambio di passo, da percorrere col pilota automatico senza pretese che andrebbero in ogni caso deluse. Solo un chilometro prima di Bossea la pendenza aumenta fino al 3-4%, ma si tratta comunque di uno scialbo antipasto in attesa dell'attacco della salita vera e propria che arriva appena fuori dall'abitato. Per un pao di chilometri fino a Fontane, si sale in realtà abbastanza regolarmente con pendenze dal 5 al 7% buone a riscalare la gamba prima di entrare nel vivo della scalata. Non si fa in tempo a lasciare la frazioncina che iniziano infatti i cinque chilometri più impegnativi, con pendenza media prossima al 10% ma frequenti passaggi al 12-13% e pochissimi tratti in cui tirare il fiato; l'aspetto positivo è che la strada si snoda quasi sempre all'ombra e il cielo nuvoloso offre un buon riparo dal caldo, ma resta la sostanza di una salita davvero difficile, da percorrere con pazienza e la dovuta attenzione a non finire fuori giri. La gamba gira comunque più che bene e arrivo senza troppi problemi al punto più suggestivo del giro, uno spettacolare passaggio della strada tra rocce appuntite che ricordano vagamente le Dolomiti e che prelude al durissimo arrivo al colle. Un paio di tornanti molto ripidi portano la strada sui pascoli che ricoprono la vetta, ma manca ancora un buon chilometro allo scollinamento ed è veramente impegnativo, con qualche tratto che si avvicina molto al 15% e che richiede il massimo sforzo.
Quando raggiungo finalmente il colle, ho dato praticamente tutto quello che avevo, ma la fatica non è ancora terminata, perché Prato Nevoso, che spunta tra la nebbia un paio di chilometri più in là, è separato dal colle del Prel da un profondo avallamento. Risultato: un chilometro in ripida discesa seguito da un altro di altrettanto pendente salita che a questo punto risalgo d'inerzia, senza aver più l'energia necessaria a imprimere forza sui pedali. È comunque una fatica di breve durata, poi ridiscendo i tornanti contornati dai palazzoni della stazione sciistica e infine affronto la discesa per Frabosa, che mi incute sempre un certo timore da quando tanti anni fa ci lasciai un paio di ossa fratturate per una rovinosa caduta causata dalle tante buche che allora costellavano il manto stradale e che oggi ritornano numerose dopo la perfetta asfaltatura in occasione del passaggio del Tour. La discesa per fortuna scorre via senza nessun intoppo, e gli ultimi dodici chilometri in leggero falsopiano a scendere attraverso Villanova filano velocissimi a chiudere un giro che ha rappresentato un ottimo allenamento in vista dell'impresa d'Oltralpe di tre giorni dopo.

Nessun commento:

Posta un commento