venerdì 28 febbraio 2014

Da Cavoretto al colle della Maddalena


Torino - Cavoretto - Monte Calvo - Colle della Maddalena - Eremo - Torino (Km 20)


La città di Torino, addossata alla sua collina, ha un grande e non scontato pregio ciclistico: permette di gustarsi la classica 'oretta di bici' su strade tranquille e allenanti non appena attraversato il Po. Ce n'è per tutti i gusti, basta infilare una qualsiasi strada che si arrampica in collina e si trova di tutto, soprattutto si ha la certezza di imbattersi prima o dopo in qualche rampa a doppia cifra che dà spessore all'uscita e aggiunge quell'irrinunciabile senso di conquista anche all'ennesimo passaggio sotto il faro del colle della Maddalena.
Il pomeriggio di domenica non è primaverile come quello di sabato, ma comunque tranquillamente pedalabile anche a quote collinari, il problema è che ho davvero pochissimo tempo a disposizione, giusto quello che mi consente di salire e scendere dalla Maddalena.
Per l'occasione, scelgo di scalare il versante di Cavoretto, abbastanza discontinuo ma non annoverabile tra i più duri, d'altronde a febbraio non posso pretendere di più. Partenza dunque da piazza Vittorio e primi tre chilometri e mezzo pianeggianti lungo il Po in direzione di Moncalieri, poi svolta a sinistra in via Sabaudia e attacco della salita in direzione di Cavoretto, distante un paio di chilometri. A parte una breve rampa al 7-8% al termine del primo rettilineo, si sale moderatamente fino al borgo, beneficiando anche di un paio di tratti in piano.
Dalla bella piazzetta centrale, svolta ancora a sinistra imboccando la strada dei Ronchi. Dopo circa mezzo chilometro di saliscendi in uscita dal centro abitato, l'ascesa propone il primo tratto mediamente impegnativo, con un lungo drittone seguito da una serie di semicurve intorno al 7%, che supero comunque in discreta scioltezza fino a toccare quota 440. Da qui, qualche centinaio di metri in contropendenza precedono la ripresa regolare della salita fino all'incrocio con la strada di S.Brigida proveniente da Moncalieri, che si imbocca sulla sinistra in direzione del Monte Calvo.
Da questo momento, la natura della salita cambia, inasprendosi decisamente. In realtà, si affrontano brevi tratti piuttosto discontinui: alcune rampe sfiorano il 10%, altre permettono di rifiatare, almeno fino a quando si raggiungono un paio di stretti tornantini in cui la pendenza tocca l'11-12%, costringendomi a scalare il rapportino e a consumare buona parte delle poche energie a mia disposizione. Per fortuna, fino al Monte Calvo e oltre, segue un chilometro abbondante molto facile che mi permette di rifiatare e di godermi finalmente il tranquillo ambiente boschivo che mi circonda.
Quando poi la strada ricomincia a salire, si raggiunge in fretta il ricongiungimento con la strada principale per il colle, all'altezza del parco della Rimembranza. Svoltato a destra, manca ancora un chilometro e mezzo allo scollinamento, ma sarà davvero faticoso. La strada ora ampia e trafficata può dare un'errata sensazione visiva di dolcezza, ma la difficoltà della salita, al netto delle forze ormai ridotte, è certificata dalla pedalata pesante e dalla lentezza con cui mi lascio alle spalle un metro dopo l'altro, fino all'ultma svolta e all'apparizione dei locali ai lati del colle.
In vetta, solito viavai di auto e pedoni, poi comincia la discesa su Torino col sole già basso e la temperatura diminuita poco al di sopra del mio (basso) limite di sopportazione del freddo. Non è comunque nemmeno il caso di indossare guanti e berretto, anzi l'aspetto più sgradevole della prima parte di discesa fino all'eremo è il pessimo stato di conservazione del manto stradale, costellato di buche profonde e pericolose. Una volta reimmesso nella strada principale proveniente da Pecetto, la situazione da questo punto di vista migliora sensibilmente, e gli ultimi chilometri giù fino alla Gran Madre sono la divertente conclusione di un giro breve ma sufficientemente intenso, in attesa di tempi più favorevoli.

3 commenti:

  1. Ciao, finalmente dalle mie parti :)
    Grazie per l'info sul manto stradale dopo il colle, è da un po' che non salgo e non sapevo delle infide buche!
    Volevo suggerirti di prendere strada della creusa-strada tetti gariglio-strada della viola, poco sopra Cavoretto, vedrai che pendenze!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. conosco la strada della viola di fama, come quella della vetta da revigliasco. non sono amante delle pendenze da muli, ma prima o poi le proverò. non a febbraio con 30 km sulle gambe, però... :-)

      Elimina
  2. Hai ragione, a febbraio, poi con sto freddo, è già dura salirci normalmente!
    La vetta non l'ho mai fatta, neanche mai vista. Nel caso andassi a vederla ti farò avere le mie impressioni. Ciao!

    RispondiElimina