martedì 29 marzo 2011

Le colline del Barolo



Gallo d'Alba - Grinzane Cavour - Diano d'Alba - Sinio - Serralunga d'Alba - Perno - Monforte d'Alba - Barolo - La Morra - Gallo'd'Alba (Km 49,3)



Primo obiettivo della stagione 2011 centrato. Per l'ultimo sabato di marzo avevo programmato una sortita nelle Langhe, 50 km movimentati attraverso strade e paesi che più classici non si può, il terreno di innumerevoli uscite negli anni addietro che oggi riassaporo a distanza di mesi se non anni. Certo, la stagione non è certo la migliore per godersi gli impareggiabili scenari delle colline del Barolo (ma c'è di buono che a marzo non c'è praticamente traccia di turisti e scarseggiano pure le moto), e pure la giornata è tutt'altro che da incorniciare, col sole che fatica a farsi sentire velato dalla foschia e raffreddato da un vento da SE a tratti molto fastidioso; e tuttavia, pur con un occhio sempre attento all'orologio, sono questi i giri che danno il più vero significato al mio andare in bici, forse più delle arrampicate estive sulle Alpi, sicuramente più della ricerca di nuovi luoghi e nuovi percorsi tra le province di Asti e Alessandria.
Il giro che ho disegnato prevede quattro salite e altrettante discese per un dislivello totale prossimo ai 1000 metri, l'equivalente di un passo alpino. Un bel test anche da punto di vista tecnico, ma le buone sensazioni tratte dalle due uscite precedenti mi fanno ben sperare, e in effetti le gambe rispondono abbastanza bene, salvo qualche prevedibile affanno nel finale.
Fisso la partenza a Gallo, località di fondovalle facile da raggiungere in macchina. Appena in sella, attacco la prima salita della giornata: sei chilometri senza particolari difficoltà da superare che mi porteranno a Diano dopo il suggestivo passaggio a Grinzane. Muscoli freddi e vento subito contrario rendono un po' pesante il passaggio al quinto chilometro, ma nel complesso l'ascesa è regolare e non mi costringe mai a forzare il ritmo. Anzi, avrei tutto il tempo e il modo di apprezzare lo spettacolo delle colline circostanti, se non fosse che la foschia rende il paesaggio limitato e uniforme. Alle mie spalle vedo comunque l'inconfondibile collina di La Morra sulla quale terminerà il mio giro, mentre a destra spuntano le alture di Serralunga, che affronterò nella parte centrale del percorso.
Un paio di tornanti esposti al vento nel finale, ed eccomi a Diano che mi lascio alle spalle prima di iniziare un breve tratto in discesa seguito da un altro chilometro di agevole risalita. A questo punto, invece di proseguire per Montelupo, imbocco sulla destra una rapida discesa che mi riporterà nella fondovalle Talloria, un paio di chilometri prima di Sinio.
È una discesa veloce e quasi sempre filante, con asfalto recente e fondo in generale abbastanza buono. Unico problema, di nuovo il vento che in uscita di un paio di curve tende a sbilanciarmi, ma in definitiva la strada è divertente, per quanto poco significativa quanto a panoramica.
Raggiunta la fondovalle, mi aspetta una brutta sorpresa: i due chilometri di pianura su cui contavo per recuperare fiato prima della seconda salita sono in realtà battutti da un forte vento contrario che li rendono particolarmente dispendiosi, cosa che succederà anche nel tratto prima della salita di Perno. È quasi un sollievo quando abbandono la strada principale per svoltare a destra in direzione di Serralunga: è una delle nate stradine secondarie che tagliano le direttrici principali e che nel giro di un paio di chilometri mi riporterà in quota. La prima parte dell'ascesa stavolta è davvero dura, con un paio di lunghi drittoni al 10% che m'impegnano a fondo, poi la strada comincia a curvare e il secondo chilometro risulta più regolare e pedalabile.
Una volta sulla provinciale di cresta, in un paio di chilometri in leggera discesa raggiungo Serralunga, da dove le discesa prosegue per circa quattro chilometri arrivando infine alle tenute di Fontanafredda.
Da qui, giro a sinistra alla volta di Perno. Dopo un chilometro circa pianeggiante, la strada piega a destra e inizia decisamente a salire. È la terza asperità della giornata e per lunghezza sommata alla difficoltà di alcuni passaggi, è anche la più impegnativa. La ricompensa è comunque la bellissima visuale sulle alture circostanti che rende piacevoli anche i tratti più difficoltosi. Superato Perno dopo un'ennesima insidiosa rampetta, la strada dapprima spiana e poi riprende a salire seppure con pendenze più leggere.
Sto imprimendo al giro un ritmo abbastanza sostenuto, e nell'ultimo chilometro di salita sento per la prima volta un po' di pesantezza, ma raggiungo lo scollinamento prima di Monforte senza troppi affanni.
Strada ampia in discesa e vento finalmente alle spalle mi consentono di superare Monforte e piombare su Barolo in pochi minuti, e da qui riprendere a salire alla volta di La Morra. Quello che devo affrontare è certamente il versante meno duro tra quelli che portano alla 'cima Coppi' del giorno e dell'intero mese di marzo, con pendenze mai cattive intervallate da un paio di lunghi tratti in piano; so di dover spendere qui le ultime risorse della giornata e le centellino con cura, e tuttavia l'ultima velenosa rampa all'interno del paese mi trova ormai privo di spinta. Questione di pochi secondi, perché la salita finisce e non restano che gli ultimi 6-7 chilometri di discesa per chiudere un giro che ha pienamente ripagato le attese.

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