lunedì 28 febbraio 2011

L'anello di Mombaruzzo



Masio - Oviglio - Borgoratto Al.no - Gamalero - Mombaruzzo - Bruno - Castelnuovo Belbo - Masio (Km 45,5)



Pomeriggio molto freddo, con nuvole basse e venticello che penetra nelle ossa per almeno due terzi del giro, poi si decide a uscire un debole sole quando ormai sono sulla via del ritorno dopo che ho tagliato un breve excursus tra Mombaruzzo e Nizza, riducendo il chilometraggio finale a un pur dignotoso 45,5.
Parto con una certa titubanza, e in effetti i primi 4-5 chilometri pianeggianti alla volta di Oviglio sono piuttosto fastidiosi, con l'aria fredda che mi punge in faccia. Non c'è comunque alcun pericolo di pioggia e soprattutto mi pare che pedalata dopo pedalata il corpo cominci a riscaldarsi a sufficienza per continuare. Dopo circa 15 chilometri, poco prima di Gamalero, mi imbatto in un passaggio a livello abbassato. Mi fermo aspettando pazientemente in passaggio del treno, ma dopo oltre un quarto d'ora non c'è traccia del convoglio e mi convinco a passare lo stesso: esperienza mai troppo simpatica, ma la visuale è abbastanza ampia da escludere qualsiasi rischio. Nel frattempo mi ha raggiunto un altro ciclista insieme al quale affronto la salitella di ingresso in paese, ma non c'è altro tempo per fraternizzare perché al bivio successivo lui procede dritto mentre io svolto a destra in direzione di Mombaruzzo.
Mi aspettano gli unici dieci chilometri inediti, che in teoria dovrebbero essere anche i più interessanti del giro. Dal punto di vista paesaggistico, la stagione e la giornata grigia rendono il tutto più cupo, anche se si intuiscono begli scorci dalla parte di Acqui; probabilmente varrà la pena ripercorrere questo tratto in discesa e in un periodo dell'anno più luminoso. Tecnicamente, l'ascesa a Mombaruzzo da questo versante si riduce a un lunghissimo falsopiano con solamente tre brevi rampette nell'ultimo chilometro: di fatto la 'cima Coppi' di febbraio viene raggiunta quasi senza dover cambiare il ritmo della pedalata.
Ho ormai alle spalle quasi 30 chilometri e decido a questo punto di chiudere l'anello scendendo direttamente a Bruno e Castelnuovo, dove mi attende la seconda salitella del giro, stavolta breve quanto velenosa. Il cartello in uscita dal paese, nei presi del cimitero, indica addirittura un terrificante 25% di pendenza. La realtà sarà piuttosto lontana da quanto minacciato, ma è vero che una lunga traversa è parecchio al di sopra del 10% e mi costringe per la prima volta a forzare al massimo.
Una volta raggiunta la dorsale tra le valli Belbo e Tiglione, restano gli ultimi 7-8 chilometri prevalentemente in discesa prima di chiudere l'anello rimandando alla prossima uscita asperità più lunghe e impegnative.

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