mercoledì 13 maggio 2009

Il santuario negato



Masio - Felizzano - Fubine - Vignale - Ottiglio - Cereseto - Castellazzo - Grazzano Badoglio - Casorzo - Vignale - Fubine - Felizzano - Masio (Km 76)



Imprevisto cambio di programma. Al posto del preventivato giro delle basse Langhe, devo inserire un'escursione in pieno Monferrato, con meta fissata al Santuario di Crea. Diminuisce il dislivello, difficile da calcolare con precisione nel continuo saliscendi delle colline tra Vignale, Cereseto e Grazzano Badoglio; dovrebbe aumentare il chilometraggio che si attesterebbe sugli 80 km a fronte dei 65 previsti in prima battuta.
Non c'è sole pieno, ma la giornata è calda, intorno ai 25 gradi. L'obiettivo di giornata è reggere la lunghezza del percorso senza tracollo finale, posto che le salite non rappresentano un problema, data la brevità e la dolcezza dei pendii monferrini. I primi 20 chilometri attraverso Felizzano, Fubine e Altavilla sono pianeggianti, salvo qualche cavalcavia e l'impercettibile pendenza di qualche lungo rettilineo. Li pedalo con andatura costante, attento a non forzare il ritmo e a tentare di vincere la noia di una strada senza sorprese e di un paesaggio senza fantasia. L'ideale sarebbe agganciare qualche buon traino, ma non raggiungo né vengo raggiunto da nessuno, quindi mi sciroppo il trasferimento in solitudine, pensando già a quando e come lo affronterò al ritorno.
Il primo tratto di salita è il lungo rettilineo che affianca il cimitero di Vignale, poco più di un chilometro con pendenza che stimo al 6-7% fino al bivio del Tronco, dove mi lascio Vignale sulla destra e svolto a sinistra in direzione Moncalvo, su strada che si restringe sensibilmente immergendosi finalmente tra le colline. Nel giro di poche centinaia di metri, il panorama cambia radicalmente, adesso sono circondato da vigneti e prati di un verde straordinariamente acceso che ricoprono il susseguirsi delle alture, punteggiate da paesi e borgate che purtroppo non sono in grado di identificare con precisione.
Anche l'altimetria si adegua al paesaggio circostante, la decina di chilometri che mi separano da Ottiglio sono un mangia-e-bevi con tendenza a salire nella prima parte fino all'ingresso in Casorzo, poi a scendere nel tratto fino a Ottiglio. Sento la gamba rispondere abbastanza bene lungo le rampe sempre pedalabili che si presentano lungo il tragitto e proseguo con buon morale verso Cereseto. Sono luoghi che non ho mai percorso, per cui scelgo la prudenza tanto in salita, dove evito di forzare nel paio di chilometri che servono a scollinare; quanto in discesa, perchè la strada è diventata stretta e in qualche tratto abbastanza sporca. Questo pezzo di percorso, in un contesto più aspro e boscoso di quello appena lasciato alle spalle, mi riserva un paio di scorci da ricordare: il sacro monte di Crea che svetta ben visibile a sinistra, al di là della statale che percorre la fondovalle, e l'improvvisa apparizione dietro una curva di Cereseto dominata dal suo castello, uno dei più imponenti dell'area. Prima di entrare in paese, consulto ancora la cartina e svolto a sinistra dove, dopo un altro chilometro di discesa, raggiungo la statale Moncalvo-Casale, una strada piuttosto trafficata e veloce che non vedo l'ora di abbandonare.
Dopo poche centinaia di metri, incontro sulla sinistra il bivio per Castellazzo: una stradina semidissestata che non promette niente di buono, ma in effetti Google me la segnala come alternativa alla strada principale per salire al santuario. Decido di imboccarla fiducioso che dopo il paese i due percorsi si ricongiungano. castellazo è solo un chilometro più in su, ma stavolta la salita è vera, con tornati e rampe che si snodano nel bosco con pendenze in qualche tratto molto impegnative. Raggiunto il paese, non trovo nesuna indicazione, ma un bivio che dà su due strade apparentemente uguali. Chiedo informazioni e raccolgo la brutta notizia di giornata: non solo le due strade diventano sterrate dopo poche centinaia di metri, ma pure il percorso principale è interrotto da una frana. Per arrivare al santuario, l'unica strada percorribile sarebbe quella che avrei affrontato in discesa, ma in quel caso il chilometraggio aumenterebbe sensibilmente, e non mi fido. In buona sostanza, non mi resta che tornare sui miei passi, rinunciare alla meta prevista in partenza e percorrere 5 chilometri di statale fino al bivio per Grazzano Badoglio, poco prima di Moncalvo.
La buona notizia è invece che appena lasciata la statale, la strada torna molto bella e godibile. Le due brevi ascese a Grazzano Badoglio prima e a Casorzo poi non presentano particolari difficoltà, ma nel frattempo ho superato la soglia dei 50 km e sento le energie diminuire gradatamente. Uscito da Casorzo, mi ricongiungo alla strada già percorsa all'andata con l'idea di lì a poco di fare una variante deviando per Altavilla, ma anche stavolta mi va male: un'altra frana mi costringe a seguire lo stesso giro in senso inverso.
Dal bivio per Vignale a Fubine e Felizzano, con l'eccezione di un breve dosso in località Fugassa, mi rendo conto che la strada scende leggermente, facilitandomi la vita, cosa che non impedisce alle gambe di cominciare a dolere una volta passati i 70 km.
L'arrivo è comunque vicino, la lunghezza definitiva si rivela un po' inferiore al previsto, ma posso archiviare l'itinerario con una certa soddisfazione. Resta il dubbio di non aver ancora affrontato una salita vera a meno di 10 giorni dall'appuntamento con Moncenisio. Tempo permettendo, sabato o domenica si fa sul serio.

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