lunedì 2 marzo 2009

Dal Po a Superga

 La Basilica di Superga dalla strada di Baldissero

Torino - S. Mauro - Castiglione - Cordova - Baldissero - Superga - Pino - Eremo - Torino (Km 44,1)



Salita verso CordovaPrima uscita nel torinese, un po' presto per affrontare gli strappi più impegnativi della zona, quindi opto per un percorso un po' più lungo ma più morbido, anche se tutto è stato costruito sulla carta. Non conosco la collina dietro Superga e nessuna mappa può chiarire fino in fondo la natura del terreno; se - come credo - non mancherà qualche strappo assassino, lo scoprirò solo pedalando, è il bello di avventurarsi in itinerari sempre nuovi.
Ancora salita prima di CordovaDecido di partire in piena ora di pranzo nella speranza di evitare traffico nei primi 10 chilometri da percorrere tra Torino (corso Casale) e lungo Po. In effetti va abbastanza bene, in città non serve nessuna acrobazia per evitare rischi, e anche il pezzo di statale fino a Castiglione è discretamente libero, in più rotonde e semafori a ripetizione riducono la velocità delle macchine. Prima di S. Mauro riesco anche ad agganciare la ruota di un ciclista e farmi trainare per un paio di chilometri. Insomma, chiudo il tratto pianeggiante di riscaldamento senza alcun problema, e a Castiglione posso svoltare a destra per Baldissero con una certa tranquillità, anche se mi aspetta la salita più impegnativa della giornata.
Il primo chilometro e mezzo lungo una larga provinciale è soltanto un falsopiano buone per scaldare i muscoli, ma la musica cambia in fretta non appena si svolta di nuovo a destra per la frazione Cordova: strada stretta e dopo poche centinaia di metri brusca impennata con lungo rettilineo e due tornanti in successione davvero molto duri, direi sopra il 10%. L'ultima rampetta dopo il secondo tornante è ancora una volta molto ripida, e arrivato al cartello del primo chilometro di salita mi rendo conto di essere andato completamente fuori giri, sia di gambe che di fiato, tanto vale fermarsi un attimo per una foto prima di attaccare i successivi 3 chilometri di salita più pedalabile senza affanni.
SupergaLa strada è molto bella e praticamente deserta, gira molto attraverso boschi e prati lasciando intuire scorci spettacolari verso la pianura, ma c'è parecchia foschia e i panorami vanno immaginati più che goduti.
La salita prosegue regolare e la buona notizia è che lo strappo iniziale ha sciolto i polpacci, così faccio ingresso a Cordova con buona gamba: da qui, tenendo sempre la destra, raggiungo Baldissero in pochi minuti di discesa, ripida solo nel primo mezzo chilometro. Giunto in paese, constato che non ci sono segnalazioni per Superga, è chiaro che devo tenere la destra, ma la strada che entra nel centro del paese è in salita, mentre proseguendo diritto c'è un bel pianoro. Nel dubbio evito la salita, pensando che più avanti ci potrebbe essere una circonvallazione che mi eviti il cucuzzolo, ma un paio di ciclisti incrociati dopo cento metri mi confermano che la strada giusta era quella in salita, secondo la più consolidata legge del ciclista.
Strada panoramica Superga - PinoPiù o meno è la stessa storia di prima, il tratto duro è il primo, stavolta in pieno paese fino a raggiungere il cimitero, ma va decisamente meglio e appena lasciato alle spalle Baldissero posso godermi i pochi chilometri che mancano a Superga divertendomi a vedere la Basilica comparire, sparire e ricomparire dietro le colline, a ogni curva più nitida e vicina. Al bivio per Pino, potrei svoltare a sinistra evitando le ultime dure rampe per il piazzale di Superga, ma ormai sono lì e tanto vale raggiungere la vetta e concludere il mio 'pellegrinaggio al contrario' nella settimana che precede derby e ritorno col Chelsea, chissà mai che qualcuno apprezzi il gesto...
Torino è coperta dalla foschia, ma c'è un bel sole e mi sdraio qualche minuto su una panchina prima di buttarmi nell'ultima ventina di chilometri che non dovrebbero presentare grosse difficoltà, se non fosse che teoria e pratica sono sempre due mondi in contrapposizione.
Rotonda di Pecetto prima del colle dell'EremoLa verità è che anche oggi la benzina a disposizione è insufficiente e l'ascesa a Superga, anche se è stata abbastanza sciolta, ha quasi prosciugato le energie. La panoramica per Pino è comunque talmente scorrevole e divertente, tra pini, curvoni e per la prima volta un bel numero di ciclisti nel senso inverso,che raggiungo il bivio per l'Eremo quasi senza accorgermi che adesso le forze sono davvero finite e ogni pedalata costa fatica. Alla rotondona per Pecetto mi appare impietoso l'ultimo tratto di salita della giornata, sarà un chilometro scarso prima di buttarmi giù verso Torino, ma devo affrontarlo con rassegnazione, non è ancora il momento di godersi un giro dal primo all'ultimo metro. Torino da Villa della ReginaMetto il 25 e cerco di pensare ad altro, nel giro di pochi minuti ecco il piazzale dove si scollina: lo sgobbo è finito, rimane una manciata di chilometri tutti in discesa fino alla Gran Madre.
Un bel giro, in definitiva, vario, equilibrato, rilassante e nel finale faticoso il giusto, per ricordare nel caso ce ne fosse bisogno che si era ancora per qualche ora in febbraio. La prossima settimana potrebbe uscire il primo itinerario sopra i 50 km con primi bocconi di Langa, sicuramente ancora fatica nel finale, ma la stagione sta andando fin troppo bene.

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