martedì 14 luglio 2015

Il colle delle Finestre

Susa - Meana di Susa - Colle delle Finestre - Meana di Susa - Susa (Km 37)


Smitizzazione di un mito. Da quando è stato percorso per la prima volta dal Giro d'Italia, il colle delle Finestre da Susa è diventato un'icona ciclistica: non c'è blog, forum o chiacchiera tra ciclofili in cui chi l'ha fatto non ne parli con smodato entusiasmo, il Finestre è per tutti la salita più bella, più dura e più affascinante, in una specie di pensiero unico che non ammette repliche. Dopo averlo finalmente toccato con mano vincendo non pochi e annosi dubbi, sono in grado di analizzarne pregi e limiti con una certa cognizione di causa, fermo restando che i giudizi sono assolutamente soggettivi e che nella parte tecnica molto ha pesato il fatto di averlo scalato con la bici da corsa. Ecco dunque la mia requisitoria sul mito Finestre, punto per punto.
Altitudine. 2176 metri sono un buon bottino, ma assolutamente nella norma per le Alpi Occidentali, e d'altronde nessuno cita la quota come elemento primario del Finestre.
Dislivello. Più o meno lo stesso discorso dell'altitudine: quasi 1700 metri costituiscono un dislivello di primissimo ordine, ma senza scomodare Stelvio e Galibier, dal Vallone dell'Arma al Gran San Bernardo, passando per il Nivolet, ci sono in zona salite con dislivelli maggiori.
Difficoltà. Qui devo concordare con il giudizio dominante, il Finestre è davvero un osso durissimo. 18 chilometri e mezzo al 9% di pendenza media basterebbero a collocarlo nel gotha delle salite più difficili delle Alpi, eppure non è questo a mio parere a determinarne la grande difficoltà. Anzi, la natura della strada, senza rimarchevoli sbalzi di pendenza dall'uscita da Meana al colle, favorisce l'impostazione di un ritmo regolare che consente di dosare lo sforzo con un certo agio per gran parte dell'ascesa; si tratterebbe in ogni caso di un notevole dispendio di energie, ma tutto sommato graduale e gestibile. Quello che fa diventare il Finestre un autentico moloch è però il lungo tratto sterrato, il che a mio avviso rende 'drogato' e poco classificabile il tasso finale di difficoltà, come se si dovesse giudicare una salita scalandola con una bicicletta di 30 chili o con un rapporto palesemente inadeguato.
Bellezza. È questo il punto più dolente per me che vado in bicicletta soprattutto per divertirmi e scoprire luoghi e strade sempre nuovi ed emozionanti. Detto che la prima dozzina di chilometri si snoda interamente nel bosco concedendo rarissime aperture sulla fondovalle (fa eccezione poco prima della fine dell'asfalto un'impressionante vista a strapiombo su Susa), il meglio dovrebbe arrivare dagli ultimi 4-5 chilometri con visuale aperta sulle alte vette circostanti, a partire dal dirimpettaio Rocciamelone. In effetti, i panorami di alta montagna hanno poco da invidiare a quelli più conosciuti, anche se manca un passaggio simbolico e memorabile come l'orrido di Elva, la Casse Deserte dell'Izoard o la diga sul Lac Agnel del Nivolet; il problema maggiore è tuttavia che ho avuto modo di godermi in minima parte la bellezza del posto, dal momento che gli occhi erano quasi costantemente fissi sui dieci metri di strada successivi, per evitare di portare le ruote dentro buche e accumuli di sabbia, o contro sassi di grosse dimensioni. Conclusione: è la prima volta che raggiungo un traguardo di questa portata imprecando tra me contro la strada che ho appena finito di percorrere.
Tratto sterrato. Eccomi dunque al punto cruciale. A parte pochi tratti sufficientemente battuti, a distanza di poco più di un mese (per nulla piovoso) dal passaggio del Giro, la strada è secondo me del tutto inadatta alla bici da corsa. Non che non si vada avanti o che si rischi troppo di cadere, anche se a me è successo in uno degli ultimi tornanti, finendo piantato in un banco di sabbia, credo più per incapacità mie che per reale intransitabilità della curva; il fatto è che se la strada diventa uno slalom polveroso condito mezze pedalate a vuoto, sobbalzi continui e timore costante di non poter proseguire 50 metri più in su, tutta l'impareggiabile fluidità (per quanto faticosa) del procedere su due ruote sottili che riducono al massimo l'attrito con la superficie va a farsi benedire e si entra in un altro sport, che può essere per molti eroico o seducente, ma è tutt'altra cosa.
Tratto asfaltato. I primi undici chilometri sono invece interessanti, i due iniziali fino a Meana difficili da interpretare per i continui cambi di ritmo (si tocca subito la pendenza massima del 14%), i successivi nel bosco sorprendentemete continui anche per una strada militare, un vera manna per chi come me ama le cadenze regolari. La vegetazione abbondante e rigogliosa garantisce frescura anche in giornate caldissime come quelle in corso, peccato che per contro chiuda quasi interamente la visuale, rendendo alla lunga un po' monotona la scalata.
Tracciato. Alla fine, l'aspetto che maggiormente mi ha soddisfatto è quello strettamente ingegneristico della strada. La serpentina di brevi tornanti che si inerpicano sul fianco boscoso della montagna, quelli più ampi e scenografici che risalgono gli alti pascoli fino alla parete rocciosa del vallone, i muraglioni di contenimento in pietra, la direzione nord-sud quasi 'a piombo' del tracciato complessivo, fanno del Finestre una sorta di monumento a cielo aperto all'abilità progettuale di chi lo concepì in tempi di mezzi forse limitati, ma di ingegno e intraprendenza a tutt'oggi insuperati.
Fascino. L'entusiasmo talvolta acritico di cui gode il colle delle Finestre è una moda, frutto da un lato dell'enfatizzazione mediatica a ogni passaggio del Giro (che valore aggiunto dà la lapide di Di Luca - avessi detto Bartali - in vetta?), dall'altro della contingente ricerca di novità, pezzi unici da collezionare, avventure più o meno estreme da sbandierare, in un ambiente in cui 8 cicloturisti su 10 preferiscono ormai cimentarsi su un Mortirolo e un Crostis piuttosto che su un Giau e un Agnello.
Discesa. Per non farmi mancare niente, per la cronica mancanza di tempo sono sceso dallo stesso versante. Che dire? Consigliata a chi ambisce a rovinarsi schiena, braccia e - non ultima - bicicletta... Molto piacevole invece la parte asfaltata, a parte qualche breve tratto con fondo un po' rugoso, che pare tuttavia un biliardo dopo l'esperienza appena lasciata alle spalle.
In definitiva, il Finestre è stato per me una mezza delusione proprio a causa di quello sterrato che lo rende celebre nel mondo. Ci tornerei molto volentieri e sicuramente portandomi a casa ricordi migliori il giorno che lo dovessero asfaltare, vale a dire, se tanto mi dà tanto, mai.

il meglio del giro

Il colle delle Finestre, unito alla strada dei Cannoni, rappresenta un percorso perfetto per la MTB. Per la bici da corsa, il piacere termina con l'asfalto.

2 commenti:

  1. Spero proprio che non lo asfaltino mai!! Io abito a 8 km dall'inizio del Finestre che ho sempre fatto in mtb. Quest'anno in una splendida giornata di settembre ho deciso di salirlo in bdc. Vero, non è più adatto alle ruote fini, pietre e sabbia fine abbondano soprattutto negli ultimi km, però non sono d'accordo sul fascino: 18km di salita regolare ambiente spettacolare e ( a settembre) privo di traffico, animali e mucche che ti osservano dall'alto e gli splendidi colori della montagna. Un consiglio: se avete le gambe seguite i passi del giro, scendete in Val Chisone e risalite al Sestriere per scendere poi nuovamente a Susa. Se avete la fortuna di farlo in un giorno feriale di settembre o giugno troverete tutti i panorami che volete e vedrete che il Colle delle Finestre è a tutti gli effetti da includere nelle grandi salite del ciclismo. Bisogna solo andare appena dopo passato il giro così è ben spianato altrimenti lasciamolo alla mtb è meglio che non lo asfaltino....chissà quante auto passerebbero di lì. Meglio sia sterrato!
    Marcello

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  2. Caspita, lasciamolo pure sterrato, è conosciuto nel mondo per quello, anche se devo dire che quando l'ho percorso (un pomeriggio feriale di giugno) ho incontrato molte più macchine e moto che su altri colli, proprio perché ormai è un'icona più che una strada di montagna.
    Per il resto, i giudizi sono ovviamente personali e mi rendo conto che sul Finestre mi trovo in netta minoranza... :-)
    Ciao e grazie per il tuo commento.

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