venerdì 24 luglio 2015

Alle pendici del Monte Rosa

Pont-Saint-Martin - Lillianes - Fontainemore - Issime - Gaby - Gressoney-Saint-Jean - Gressoney-La-Trinité - Gressoney-Saint-Jean - Gaby - Issime - Fontainemore - Lillinaes - Pont-Saint-Martin (Km 68)


Veloce puntata in Valle d'Aosta, in fuga dalle temperature tropicali che opprimono la pianura padana. Il tempo a disposizione è ancora meno del solito, e così la scelta ricade sulla non esaltante valle del Lys, la prima che si incontra arrivando dal Piemonte. Meta del giro è Gressoney, posta al termine di una salita eterna (ben oltre i 30 chilometri), ma mai cattiva, con una media intorno al 4%, e rari e brevi picchi tra l'8 e il 10%. Quello che a lungo andare renderà più faticosa l'ascesa è il gran caldo incamerato nei primi chilometri pedalati ad altitudine collinare, che mi causerà qualche problema di crampi nei frequenti cambi di ritmo lungo il percorso.

La partenza da Pont-Saint-Martin mi riserva subito una sorpresa, perché in paese di lì a un'oretta è previsto l'arrivo di tappa del prestigioso Giro della Valle d'Aosta, ma un addetto alla corsa cui chiedo informazioni mi rassicura: gli atleti arriveranno da Perloz e percorreranno in discesa solo gli ultimi chilometri del vallone, per cui ho tutto il tempo di salire anticipando il loro arrivo. I primi tre chilometri al 7% sono i più continui e tortuosi di tutta la salita, poi la pendenza comincia ad addolcirsi consentendomi di raggiungere Lillianes e Fontainemore senza ulteriori difficoltà, non fosse che in un tratto in cui la strada spiana comincio a sentire un fastidioso principio di crampi ai polpacci che mi accompagnerà saltuariamente per tutta la salita; non è evidentemente conseguenza della fatica, fin qui molto relativa, quanto il risultato della perdita di sali e liquidi negli ultimi afosissimi giorni.
Paradossalmente, le cose si rimettono a posto quando la strada riprende a salire con una certa decisione per un paio di chilometri dopo Fontainemore, mentre torno a soffrire quando devo spingere un rapporto più duro nel lungo falsopiano che precede e segue il paese di Issime fino a raggiungere Gaby, poco oltre i 1000 metri di quota, più o meno a metà salita. Dopo Gaby, si affronta uno dei passaggi più impegnativi fino a Pont Trenta e ai due successivi tornanti, rara avis in questa strada ampia e dritta come un fuso, ma successivamente un nuovo lungo tratto in falsopiano mi porta fino a Gressoney-Saint-Jean, non prima di aver superato un altro attacco di crampi al polpaccio destro. A compensare in parte una condizione fisica deficitaria, l'apparizione al fondo della valle del grandioso massiccio del Monte Rosa, purtroppo in buona parte coperto dalla tipica nuvolaglia pomeridiana che solo a brevi tratti si dirada.
Raggiunto a Saint-Jean l'obiettivo minimo di giornata, decido di proseguire almeno fino a La-Trinité, sei chilometri più in su. Anche in questo caso, la salita è discontinua e mai troppo complicata, solo nei tre chilometri centrali si sale intorno al 7%, per il resto si procede in falsopiano, ma quando arrivo alla frazione i chilometri di salita sono ormai 34 e non ho più molte energie da scialare. Ci sarebbero ancora quattro chilometri per raggiungere Staffal e la fine dell'asfalto, è chiaro che con qualche sforzo e una piccola sofferenza ce la farei, ma nel frattempo si è fatto davvero tardi e per questa volta decido che può bastare. Mi godo per un buon quarto d'ora il fresco dei 1600 metri e la maestosa cornice del Rosa finalmente quasi libera dalle nubi, poi giro la bici per gustarmi una delle discese più semplici e rilassanti che abbia mai percorso. Quando rientro a Pont-Saint-Martin, la nostalgia è più per i 20 gradi di Gressoney che per una delle conquiste meno significative in terra valdostana.

il meglio del giro

Il Monte Rosa che da Gressoney fa da sfondo a una pedalata tranquilla e forse più adatta a fine primavera che in piena estate. Peccato la giornata non limpida, ma lo spettacolo è davvero di prim'ordine.

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