Torino - Pino T.se - Chieri - Riva p. Chieri - Villanova d'Asti - Dusino San Michele - Villafranca d'Asti - Baldichieri - Bramairate - Asti - Serravalle - Chiusano d'Asti - Cortanze - Piea - Gallareto - Casalborgone - San Sebastiano da Po - San Raffaele Cimena - Gassino T.se - Castiglione T.se - San Mauro T.se - Torino (Km 122)
Nessuna idea per il primo giro settembrino dopo il ritorno in Piemonte, o meglio troppe idee confuse che spaziano dal semplice allenamento in collina all'escursione in altissima quota, così alla fine a prevalere è un percorso lungo e (apparentemente) innocuo, tagliato con l'accetta in tre parti seguendo le statali tra Torino, Asti e Chivasso, che tracciano una sorta di triangolo isoscele con vertice principale nella città del palio.
I primi 50 chilometri servono quindi a raggiungere Asti, ma è nei primi 10 che si incontra la massima asperità del giorno, con la classica salita a Pino, cinque chilometri di ascesa regolare al 6-7%, che ben definisce la natura di un percorso molto scorrevole dal punto di vista altimetrico. Dopo la discesa a Chieri, i 35 chilometri successivi sono infatti interamente pianeggianti, salvo un veloce tratto ancora in discesa dalle parti di Villafranca e un breve saliscendi poco prima di toccare l'estrema periferia a nord-ovest del capoluogo.
Con una secca svolta a sinistra prima ancora di proseguire verso il centro città attraverso corso Torino, inizia un secondo lungo tratto di altri 50 chilometri che mi condurrà fino alle porte di Chivasso. Rispetto al tracciato di andata, questo è leggermente più ondulato e presenta qualche tratto di salita in più tra Montechiaro, Cortanze, Piea e Aramengo, prima di ridiscendere al livello del Po all'altezza di Casalborgone. Si tratta sempre di saltella e pendenze innocue, ma nel frattempo i chilometri continuano ad aumentare e il gran caldo comincia a farsi sentire appesantendo progressivamente la pedalata.
Il risultato è che quando raggiungo la statale per Torino poco prima di Chivasso mi sento improvvisamente stanco e assetato come mi era capitato la settimana prima tra Albenga e Diano, con ancora 25 chilometri vallonati da affrontare. Non si può mai parlare di salita vera e propria, ma la strada presenta ancora una serie di strappetti che alla lunga mi sfiancano fino a rendere gli ultimi 10 chilometri faticosi oltre ogni logica e indurmi per il prossimo giro a più miti consigli.
il meglio del giro
Percorso quanto mai monocorde e senza squilli, di cui si fa fatica a ricordare qualche chilometro mosso intorno a Cortanze.
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