giovedì 5 settembre 2019

Lo Stelvio


Gomagoi - Trafoi - Passo dello Stelvio - Trafoi - Gomagoi (Km 37)


La Salita per definizione. La Cima Coppi italiana. La leggenda del ciclismo. 48 tornanti. Donegani e Francesco II. La strada perfetta. Il serpentone iconico. Le moto, le macchine, i pullman e le bici. Il traffico e la solitudine. La pineta e le rocce. La vertigine della salita e quella della discesa. Lo sforzo ascetico e l'esaltazione della conquista. Il ghiacciaio dell'Ortles e il suk in vetta. "Quella" foto.

Cosa si può aggiungere dello Stelvio che non sia già stato visto, letto, sentito mille volte in altrettante foto, libri, siti, racconti? Il mio Stelvio non è così diverso da quello di chiunque l'abbia scalato senza la fissa dell'allenamento e del cronometro, spinto soltanto dal gusto di andare in bicicletta: concentrazione costante, gestione della fatica, adrenalina, difficoltà più o meno passeggere, convinzione di farcela dalla prima all'ultima pedalata, soddisfazione alle stelle quando infine si raggiunge il passo.
Però il mio Stelvio non è solo uno dei due traguardi più emblematici della mia storia ciclistica, al pari del Galibier, perché a differenza del mito francese non è arrivato in un momento casuale; nei pensieri da sempre, nel mirino da almeno dieci anni e nei programmi concreti da cinque, lo Stelvio è il compimento di un percorso lungo, contorto, impervio e fortemente identitario. La conquista del traguardo più ambito e sognato coincide di fatto con la chiusura di un cerchio, la gioia più grande con la consapevolezza un po' amara che più in su del cielo non si può andare.


il meglio del giro

Lo Stelvio.

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