domenica 15 settembre 2019

Il lago di Malciaussia


Viù - Lemie - Usseglio - Margone - Lago di Malciaussia - Margone - Usseglio - Lemie - Viù (Km 52)


Dura tornare sulla terra dopo aver toccato il cielo. Qualunque percorso avessi messo sul piatto, avrebbe sortito l'effetto di un brusco ridimensionamento, in più le batterie dopo lo Stelvio sono abbastanza scariche, nella testa prima che nelle gambe. Con poche idee e ancor meno voglia di sobbarcarmi una lunga trasferta, la scelta cade infine sulle valli di Lanzo, col ballottaggio tra val d'Ala e valle di Viù vinto da quest'ultima. I chilometri finali della lunga ascesa al lago di Malciaussia gode peraltro di una fama piuttosto sinistra che a fine giornata non posso che confermare: un paio di tornanti e un drittone appena prima dell'arrivo al lago presentano pendenze superiori al 15% che ribaltano il giudizio tecnico su una salita altrimenti poco significativa.

Come punto di partenza scelgo l'ampia piazza del mercato di Viù, da cui dovrò comunque percorrere oltre 25 chilometri per raggiungere i 1810 metri del lago. Dopo il primo paio di chilometri abbastanza nervosi con una discesa e successiva risalita, il tratto di strada fino a Lemie è una semplice formalità, lungo la quale faccio l'unico errore possibile, forzando inutilmente il ritmo, errore per cui il gran caldo pomeridiano mi presenterà presto il conto. Dopo un settore più impegnativo contrassegnato da un prima serie di cinque tornanti, l'accelerazione nel falsopiano che precede l'abitato di Usseglio mi costa un inatteso crampo al polpaccio destro che mi obbliga a una sosta non preventivata. Per qualche minuto sono tentato di rinunciare e fare una mestissima marcia indietro, poi provo a riprendere la salita e le pendenze relativamente regolari fino alla frazione di Margone mi permettono di proseguire senza ulteriori problemi di natura muscolare.
I problemi non tardano comunque a grandinare per le caratteristiche degli ultimi sette chilometri di salita, nei quali tratti molto pedalabili si alternano a tremende rasoiate che in una giornata di forma tutt'altro che memorabile mi mettono ripetutamente alla frusta. Sono momenti di grande sofferenza mitigati dalla selvaggia bellezza del luogo, che a dispetto di un'altitudine ben al di sotto della soglia dei 2000 metri ha tutto l'aspetto dell'alta montagna, fino a culminare nel paesaggio meravigliosamente bucolico in riva al lago di Malciaussia: peccato solo che qualche nuvola copra la piramide del Rocciamelone, ma il posto è davvero adatto a una bella gita lontano dalla confusione della città, e mi mette la voglia di testare presto anche la vicina val d'Ala.

il meglio del giro

Una salita non proprio nelle mie corde, ma un punto d'arrivo degno delle migliori mete nelle montagne piemontesi.

Nessun commento:

Posta un commento