mercoledì 21 agosto 2019

L'Alpe di Siusi


Siusi - Alpe di Siusi - Siusi (Km 29)


Un'idea nata quasi per caso, spulciando la cartina pochi giorni prima di partire. Scendendo da Chiusa a Bolzano, sulla sinistra si trova il grande altopiano dell'Alpe di Siusi, nel cuore delle Dolomiti altoatesine. È uno dei luoghi più scenografici delle regione e l'idea era di sfruttare un giorno di riposo per raggiungere la località in funivia, in navetta o a piedi, dal momento che la strada è interdetta alle auto. Una volta sul posto, però, mi ricordo di essere da queste parti per pedalare e decido di aggiungere un'ulteriore scalata in bicicletta, a costo di rischiare di pagare l'azzardo nei giorni successivi.

Da Siusi all'Alpe ci sono poco più di dieci chilometri di salita dura e costante, con media sopra l'8% e punte oltre il 10, ma per me l'imperativo è non sprecare nemmeno un grammo di energia, per cui me la prenderò con molta calma, approfittandone per godermi uno spettacolo ancora superiore alle mie aspettative, a testimonianza che nessuna foto, filmato o racconto può rappresentare appieno la realtà.
L'abitato di Siusi, da cui comincio il giro, è dominato dalla testata del massiccio dello Sciliar, che mi accompagnerà lungo tutta l'ascesa sotto diverse prospettive.
L'abbrivio in direzione di Castelrotto è subito impegnativo e purtroppo parecchio trafficato, ma dopo circa un chilometro si raggiunge il bivio per l'Alpe e gran parte dei veicoli a motore viene evitato. La prima parte della salita, che attraversa la frazione di San Valentino, è straordinariamente panoramica, e subito dopo il centro abitato regala l'unico tratto relativamente agevole, poi la strada riprende a salire con decisione e di lì a poco si raggiunge un piccolo piazzale da cui ha origine la strada a traffico limitato che da qui in poi mi consentirà di procedere in piena tranquillità all'interno di una rigogliosa pineta.
Tra un tornante e una serpentina, si prosegue su pendenze sempre vicine alla doppia cifra che mi impongo di superare a cadenza controllata per evitare di indurire i muscoli e compromettere i giri che seguiranno, più che quello che sto percorrendo e che in un modo o nell'altro porterò a termine. Per una volta, mi viene in soccorso la buona sorte, nelle vesti di un ciclista che procede a un'andatura di poco inferiore alla mia: raggiunto senza forzare la mano, proseguo insieme a lui per alcuni chilometri, col risultato di riprendere un po' di fiato e di arrivare senza problemi agli ultimi chilometri, quando la strada torna all'aperto e mi lascio alle spalle il compagno di avventura.
Ancora una serie di rampe dure, poi raggiungo un'installazione che ricorda un passaggio del Giro e infine le strutture turistiche di Compaccio, poste all'inizio dell'altopiano, da cui già si intravvedono le cime inconfondibili del Sasso Lungo e del Sasso Piatto. Prendendo una stradina sulla sinistra, si potrebbe raggiungere nel giro di poco più di due chilometri un albergo situato sopra la quota 2000, ma oggi sono qui per godermi uno dei più bei paesaggi montani che abbia mai visto, e così decido di proseguire diritto per circa tre chilometri fino a raggiungere un rifugio in località Saltria da cui si gode una delle viste più straordinarie che si possa immaginare, con la distesa di pascoli contornata in lontananza da cime e massicci dei monti pallidi ovunque si posino gli occhi: un panorama da favola su Sass Putia, Odle, Sasso Lungo e Sasso Piatto, gruppo del Sella, Marmolada, Catinaccio, Sciliar.
Il percorso più breve e relativamente meno impegnativo della trasferta alla fine mi resterà impresso nella mente come il più bello: ancora una volta, il gioco è valso la candela, quanto all'impatto che quest'uscita supplementare e inizialmente imprevista mi lascerà nelle gambe e nei polmoni, le risposte non tarderanno ad arrivare lungo la strada della val Sarentino, teatro della prossima tappa.

il meglio del giro

L'apoteosi della natura all'Alpe di Siusi, semplicemente indimenticabile.

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