venerdì 21 giugno 2019

Il Verbano dal lago ai monti


Verbania - Ghiffa - Oggebbio - Cannero Riviera - Viggiona - Trarego - Cima Ologno - Alpe Colle - Piancavallo - Premeno - Bee - Verbania (Km 59)


Per caso o per progetto, è il periodo dei laghi. Dopo quelli di Como e di Serrù, torno il riva al Maggiore per un altro giro di notevole contenuto tecnico, di quelli che segnano una stagione anche senza le stimmate della grande impresa legata a un nome altisonante. Al contrario, in materia di toponimi, tra le alture del Verbano sembra regnare una certa anarchia: tra Ologno, Pian Bello, Colle, Piancavallo e Segletta, nell'accavallarsi di monti e valli mille metri sopra il livello del lago, non mi è mai chiaro dove mi trovi realmente e se esista una corrispondenza tra nomi e punti di scollinamento più o meno misteriosi. Quel che è certo è che di 60 chilometri in sella alla bici non resta quasi niente da buttare, e tanto basta per collocare questo percorso, baciato anche da una giornata finalmente calda e soleggiata, sul podio di questa prima metà dell'anno.

Dal lungolago di Intra, la parte orientale di Verbania, parto dunque alla volta di Cannero, che raggiungerò dopo 15 rilassanti chilometri pedalati a filo d'acqua. Per non disperdere inutilmente energie in questa fase preliminare di un giro che richiederà in ogni caso un impegno elevato, appena fuori città battezzo le ruote di una coppia che sta procedendo in tutta tranquillità nella mia direzione e senza farmi troppi problemi mi adeguo alla loro andatura turistica.
Entrato in Cannero, uno stretto bivio a sinistra introduce a una salita poco conosciuta ma tanto bella quanto ostica, inserita una sola volta nel Giro edizione 2015, ma sufficiente a campioni come Gilbert e Contador per lasciare il segno con numeri di alta scuola. Per quanto mi riguarda, si tratta come sempre di portare a casa qualche bel ricordo senza pagare un dazio troppo pesante alla fatica, che pure si farà sentire.
I numeri parlano di una salita vera, dieci chilometri e mezzo con pendenza media vicina al 9% e qualche punta non lontana dal 15. Nessun preambolo, nemmeno mezza rampa per attaccare la salita con un minimo di tranquillità: si comincia subito con pendenze intorno al 10%, e da lì ci si schioda raramente per i primi cinque durissimi chilometri, che d'altro canto si faranno ricordare a lungo per le magnifiche viste sul lago.
Gli unici momenti di relativo recupero arrivano in prossimità degli abitati di Viggiona e Trarego, ormai oltre la metà della salita. Qui la strada è in generale meno ripida e concede anche un breve tratto in piano, ma come accade spesso in salite di questo tipo, una diminuzione delle pendenze è notizia buona solo a metà, perché prelude a un tratto durissimo.
Dalla svolta a destra in corrispondenza dell'ingresso nel paese, comincia infatti il chilometro in assoluto più difficile del giorno. La strada ora penetra nel bosco fitto, stretta e rovinata, con una serie di brevi e velenose rampette, ma il punto più duro arriva quando una serie di cinque ravvicinatissimi tornantini supera uno sbalzo del terreno che precede l'ultima inversione del senso di marcia della salita: da qui in avanti si procederà verso ovest, in direzione di Verbania.
Passato con fatica il tratto più difficile, nei tre chilometri che mancano alla fine della salita, si procede con più regolarità, su pendenze sempre impegnative, salvo un breve passaggio quasi pianeggiante che permette di respirare prima del chilometro finale, ancora bello tosto.
Al piccolo spiazzo con splendida vista sul lago in prossimità del GPM, in mancanza di cartelli, un bel segnala ricorda la tappa del 2015 con denominazione Cima Ologno che mi pare buttata un po' a caso: la verità è che non si tratta nemmeno di un vero scollinamento, è una semplice interruzione della salita, che dopo un paio di chilometri di profonda contropendenza, riprende per altri tre o quattro chilometri su pendenze più moderate, fino a toccare la quota massima sopra i 1200 metri, dalle parti dell'Alpe Colle; siamo a questo punto in un punto più interno e boscoso senza più vista sul lago, in compenso nel saliscendi che segue a un certo punto appare sulla destra la sagoma maestosa del Monte Rosa, purtroppo parzialmente coperto. Quando poi la strada ricomincia a scendere, è inevitabile una sosta sulla balconata di Piancavallo che regala viste meravigliose sul lago da Luino a nord sul versante Lombardo fino a Stresa e oltre a sud su quello piemontese. La giornata non è limpidissima, ma sono momenti che valgono la trasferta, a conti fatti di livello superiore a quella delle Centovalli di qualche mese fa.
I 25 chilometri che mancano al ritorno a Verbania, in discesa tranne un'ultima innocua contropendenza di un paio di chilometri prima di Premeno, chiudono in rilassatezza un giro superiore alle aspettative, di quelli che si ricordano per il piacere che lasciano dentro più che per il valore di una grande impresa: in ogni caso, una giornata di bici molto ben spesa.

il meglio del giro

Un percorso davvero completo da non cambiare di una virgola, con un'alternanza di ambientazioni e di proposte tecniche da far invidia ai più bei giri liguri.

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