giovedì 20 dicembre 2018

Chiare, fresche e dolci Langhe


Monchiero - Monforte - Roddino - Pedaggera - Serravalle Langhe - Bossolasco - San Benedetto Belbo - Niella Belbo - Mombarcaro - Bragioli - Pedaggera - Murazzano - Belvedere Langhe - Dogliani - Monchiero (Km 73)


Un giro classico, quasi naturale per chi vuole raggiungere Mombarcaro partendo dal Tanaro, confine delle Langhe per eccellenza. Strade che tra poco avranno i solchi delle ruote della mia bicicletta per le volte che le ho percorse, e che più di qualunque traversata alpina hanno segnato il mio ormai trentennale pellegrinaggio a pedali, al punto che non mi faccio mai mancare una puntata all'anno sulla Vetta delle Langhe, che in questo caso raggiungerò da uno dei versanti meno problematici, via San Benedetto e Niella. Poca fantasia, dunque, ma alla fine di un'annata balorda come poche, l'imperativo di quella che potrebbe essere l'ultima uscita della stagione è divertirmi e prendermela comoda, gustandomi ogni chilometro e ogni vista che spunta dietro ogni curva come se fossero bocconi di uno di quegli interminabili pranzi in cui da queste parti è ancora possibile imbattersi; il fatto di collocare il tutto negli ultimi giorni di ottobre è poi come accompagnare ogni portata con un vino eccellente: garanzia di massima soddisfazione sensoriale ed emozionale.

La partenza da Monchiero significa primi 17 chilometri in salita per raggiungere i 720 metri della Pedaggera; salita abbastanza relativa, visto che il dislivello è di soli 500 metri, ma tra lunghi tratti in falsopiano e un paio di significative contropendenze, ogni tanto si incontrano pendenze al 7-8% che richiedono un certo impegno, in particolare nel primo chilometro e successivamente prima di Monforte e dopo la discesa di Roddino. Nel complesso, non si tratta comunque di un ostacolo che possa creare problemi di sorta, e anzi preso con la giusta tranquillità mi permette di godermi lo spettacolo delle vigne in tutte le tonalità di rosso, giallo e marrone che trasformano le colline in immense tavolozze di colori.
Il passaggio dall'ambiente caldo della Bassa langa a quello austero dell'Alta Langa avviene più o meno all'altezza di Roddino, quando alle ultime vigne si sostituiscono prati e boscaglia: si entra di fatto in un altro mondo, lasciandosi alle spalle le colline Patrimonio dell'Unesco per addentrarsi in un territorio fatto di case in pietra, pascoli e ampi spazi persi nel silenzio, dove al posto dell'oro rosso dei grandi vini si trovano altri tesori meno luccicanti ma ugualmente frutto di duro e sapiente lavoro, dalle tome, alle nocciole e alle patate: è una salto improvviso che mi ha sempre colpito e che dopo la consacrazione globale dei paesaggi vitivinicoli è diventato ancora più stridente.
Nel frattempo, la salita dopo aver superato il bivio per Sinio si è addolcita, e dopo un ultimo tratto pianeggiante prima della frazione di Cerretta, l'arrivo alla Pedaggera e al congiungimento con la meravigliosa strada di cresta che porta fino a Montezemolo, avviene senza ulteriori difficoltà. La dozzina di chilometri successiva, attraverso Serravalle e Bossolasco, fino al quadrivio del passo della Bossola, è un morbido e panoramico saliscendi con vista sulla pianura e sull'arco alpino, poi si svolta a sinistra e una rapida discesa di un paio di chilometri porta al ponte sul Belbo all'altezza di San Benedetto.
Inizia qui la seconda salita del giorno, simile per caratteristiche alla prima, con 300 metri di dislivello distribuiti in dieci chilometri abbondanti, mai tecnicamente esigenti. E' un'occasione buona per raggiungere Mombarcaro in tranquillità, a differenza di tante altre volte in cui ho scalato la collina più alta da versanti molto più impegnativi o in condizioni climatiche meno favorevoli. Dallo scollinamento, quattro chilometri di discesa mi riportano a superare il Belbo, e da qui ad affrontare l'ultima asperità del giorno, stavolta corta ma molto più cattiva delle precedenti. La salita di Bragioli è lunga poco più di un chilometro, ma in un paio di rampe le percentuali sono sopra il 10%, e stavolta l'impegno è superiore al piacere; si tratta comunque di uno sforzo secco quanto breve, e una volta riguadagnata la strada di cresta, la salita vera termina per proseguire in falsopiano fino a lambire gli 800 metri all'altezza della Pedaggera e del bricco Berico, poco prima di Murazzano.
I 12 chilometri di bella discesa fino a Dogliani mi regalano infine l'ultima magnifica fotografia del giorno, con la scenografica apparizione della piramide del Monviso a sfondo delle colline, tornate coloratissime. Una chiusura perfetta per il giro probabilmente più sereno e godibile della stagione, ma non per un anno come quello appena trascorso; ragione per studiare un'ulteriore avventura, fuori tempo massimo per il calendario, ma non per il tempo dell'anima.

il meglio del giro

Le Langhe di fine ottobre non hanno bisogno di presentazione, una grande fortuna averle a un tiro di schioppo. Non resta che inforcare la bici e godersi lo spettacolo.

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