martedì 25 luglio 2017

L'entroterra di Albenga


Diano Marina - San Bartolomeo al Mare - Cervo - Capo Cervo - Andora - Capo Mele - Laigueglia - Alassio - Albenga - Cisano sul Neva - Zuccarello - Castelvecchio di Rocca Barbena - Colle di Scravaion - Bardineto - Giogo di Toirano - Toirano - Borghetto Santo Spirito - Ceriale - Albenga - Alassio - Laigueglia - Capo Mele - Andora - Capo Cervo - Cervo - San Bartolomeo al Mare - Diano Marina (Km 106)


Chiudo un intenso trittico ligure spostando le ruote verso nord-est, destinazione colle di Scravaion e Giogo di Toirano, nell'entroterra di Albenga; ne esce il giro più lungo dei tre, ma anche quello con lo sviluppo meno interessante, pur mantenendo quello standard qualitativo elevato, garantito dal mix di mare e montagna di ogni percorso in Liguria che si rispetti. Una variante un po' più impegnativa avrebbe potuto includere il vicino Melogno, ma la scelta finale del Giogo di Toirano mi ha permesso di scoprire una discesa altamente spettacolare da tenere in considerazione anche per il futuro, mentre la strada, troppo larga ed esposta al sole, non mi è sembrata adatta a essere percorsa in salita.

Parto da Diano di primo mattino, e i primi 20 chilometri fino ad Albenga lungo un'Aurelia semideserta mi permettono di godermi la bellezza del lungomare e di testare le gambe sulle dolci pendenze dei capi Cervo e Mele: sembra impossibile aver sofferto in passato su queste salitelle, ma è l'ennesima conferma che in bicicletta quando le energie finiscono anche un cavalcavia può diventare un ostacolo insormontabile, e sarà bene non sottovalutarle al ritorno, quando dovrò ripercorrerle con 100 chilometri sulle gambe. Nel frattempo, i chilometri si susseguono in fretta, e dopo Alassio l'apparizione della Gallinara precede l'ingresso in città e l'inizio di un lungo anello di circa 60 chilometri che rappresenterà il cuore del giro.
La prima dozzina di chilometri lungo la statale per Garessio è in realtà piuttosto noiosa e trafficata, poi entro nel bel borgo di Zuccarello, e da qui comincia di fatto la salita di 14 chilometri che mi condurrà al colle di Scravaion. I primi tre chilometri si snodano ancora lungo la statale in direzione di Erli, ma un chilometro prima di arrivare in paese, si piega a destra imboccando la strada per Castelvecchio di Rocca Barbena.
La salita non è mai difficile, e dopo pochi tornanti si raggiunge l'abitato di Castelvecchio, che si suoera fino a raggiungere un ulteriore tornante da cui si gode di una splendida vista sui ruderi del castello, sul paese e sulla valle del Neva che dergada verso il mare. Da qui, la strada penetra nel bosco, e salendo su pendenze sempre intorno al 5% prosegue per altri nove chilometri fino ad arrivare agli 814 metri del colle Scravaion, Cima Coppi del giorno, sul quale incombe sulla destra la mole della Rocca Barbena; vale poi la pena percorrere ancora qualche centinaio di metri della stradina che porta al colle di San Bernardo (asfaltata solo per un breve tratto), per raggiungere un ottimo punto panoramico da cui ammirare l'estendersi delle Alpi Liguri.
Sceso velocemente a Bardineto, rinuncio all'idea di proseguire per Calizzano e il Melogno, e dopo una breve sosta per mangiare qualcosa, risalgo in sella verso il Giogo di Toirano. non si può quasi parlare di salita, perché i quattro chilometri che servono a raggiungere gli 807 metri del valico hanno una pendenza massima del 4% e quasi sempre inferiore al 3. Quel che non ha dato la salita, si ottiene comunque in discesa, molto bella e filante; la vallata che si ridiscende fino a Borghetto, nota per le grotte, è contornata da impressionanti pareti calcaree che contrastano con il verde della vegetazione e l'azzurro del cielo e del mare che presto compare all'orizzonte, una vera pacchia che termina solo con l'ingresso in paese al chilometro 75.
Il più è ormai fatto, ma restano ancora 30 chilometri lungomare per chiudere il giro. Supero in successione Ceriale, Albenga, Alassio e Laigueglia, da cui parte la salita al Capo Mele, che per una volta si rivela per quello che è in realtà: un piccolo dente sull'altimetria di un percorso che pur senza aver proposto ostacoli particolarmente impegnativi ha comunque offerto salite e quote ben più rilevanti. Stessa sorte per l'ancor più facile Capo Cervo e finale in gloria di un'uscita che se ha confermato un ottimo stato di forma, non era forse la più attendibile in vista dei prossimi due giri, che segneranno il clou della stagione.

il meglio del giro

La discesa di 15 chilometri dal Giogo a Toirano, in un ambiente quasi dolomitico, è la sorpresa che non ti aspetti in una regione che di sorprese ne riserva ogni volta di nuove.

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