Villeneuve - Introd - Degioz - Pont - Degioz - Introd - Villeneuve (Km 55)
Giro pomeridiano in valle d'Aosta per la chiusura di agosto. Tra le varie opzioni sul campo, la scelta cade infine sulla Valsavarenche, lunga strada cieca che porta ai quasi 2000 metri di Pont, minuscola frazioncina ai piedi del Gran Paradiso. La salita è una versione un po' più cattiva di quella di Gressoney, nel senso che copre più o meno lo stesso dislivello in circa otto chilometri in meno, ma non può in ogni caso definirsi particolarmente impegnativa, per quanto non manchino passaggi abbastanza duri. Per quanto riguarda l'aspetto turistico, basti dire che la strada si snoda all'interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso, uno degli ambienti meglio conservati dell'intero Paese.
Il punto di partenza è posto nel paesino di Villeneuve, pochi chilometri dopo Aosta. Il tempo di uscire dall'abitato costeggiando la Dora e di superare il sottopasso dell'autostrada, e si comincia subito a salire: non si smetterà che 26 chilometri dopo.
I primi sei chilometri attraverso il paese di Introd, di cui numerosi cartelli ricordano la frequentazione papale, sono i più continui e propongono una dozzina di bei tornanti in successione a superare il primo sbalzo, una rarità per una salita altrimenti molto dritta, che da qui in poi presenterà soltanto altre tre coppie di tornanti ben distanziati gli uni dagli altri. Le pendenze non sono mai proibitive in questo tratto iniziale, ma si mantengono costanti tra il 6 e l'8%, richiedendo un certo impegno per mantenere una buona andatura senza bruciare troppe energie in vista del lungo prosieguo. Lasciati alle spalle i bivi per Les Combes e per la val di Rhêmes, fa nel frattempo la sua comparsa a nord-ovest la mestosa sagoma del Monte Bianco, che sparirà non appena oltrepassato l'ultimo tornante, quando la strada si inoltra decisamente nella boscosa valle del torrente Savara.
Cominciano a questo punto una decina di chilometri abbastanza interlocutori del percorso, con la strada che risale moderatamente la vallata stretta e rocciosa attraverso una serie di brevi gallerie, per fortuna sempre sufficientemente illuminate, fino a doppiare quasi senza accorgersene la metà della lunghezza totale della salita.
Alla soglia dei 1400 metri di altitudine comincia la seconda parte dell'ascesa, non necessariamente più dura della prima, ma senz'altro più discontinua e complicata da decifrare. Il sedicesimo chilometro, probabilmente il più difficile del giro con pendenze costanti intorno al 10%, supera un ulteriore gradone, oltre al quale la valle finalmente si apre su vasti pascoli, con la strada che sale affiancata alle bianche acque del torrente, in un ambiente ora tipicamente valdostano. Dopo una breve contropendenza, la salita prosegue senza ulteriori difficoltà per circa cinque chilometri, nei quali ci si lascia alle spalle l'abitato del capoluogo Degioz.
Si arriva così agli ultimi quattro chilometri, resi impegnativi da pendenze a tratti a doppia cifra, dalla quota ormai prossima ai 2000, da una temperatura che sta scendendo rapidametne e soprattutto dall'accumulo della fatica. Con passo lento ma regolare, supero le ultime difficoltà portandomi all'altezza del campeggio, poi le ultime rampe un po' meno ripide delle precedenti mi conducono fino all'agognata meta di Pont e quindi al grande spiazzo circondato dal teatro di cime del gruppo del Gran Paradiso, solo in parte offuscato da qualche nuvola che stanzia sullo spartiacque con la piemontese valle dell'Orco.
Il tempo per assaporare la conquista appena conseguita è come al solito pochissimo, poi comincia la lunga discesa, sicura e divertente come quasi tutte quella della Vallée, che senza problemi mi riporta velocemente al punto di partenza, non prima di avermi regalato le ultime spettacolari viste sulle vette del Gran Paradiso, della Grivola e del Bianco.
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