mercoledì 8 ottobre 2014

Il Monferrato astigiano


Masio - Rocchetta T.ro - Castello d'Annone - Asti - Callianetto - Cossombrato - Villa San secondo - Montechiaro d'Asti - Cortanze - Piea - Cunico - Zanco - Alfiano Natta - Portacomaro - Refrancore - Quattordio - Masio (Km 101)


Prima uscita di ottobre in una giornata con clima da fine agosto a zonzo per il Monferrato. Negli anni passati ho esplorato in lungo e in largo le colline alessandrine, per cui stavolta cerco una variazione sul tema puntando in prevalenza sull'astigiano, con conseguente allungamento del percorso al limite dei cento chilometri. Quel che ne esce è un giro con alcuni spunti interessanti annacquati purtroppo in tanti chilometri anonimi sia tecnicamente che turisticamente: il passaggio più spettacolare lo incontrerò nel breve rientro in provincia di Alessandria all'altezza di Alfiano Natta, Cima Coppi di giornata a meno di 300 metri di altitudine.
Partenza da Masio in abbigliamento estivo che sarà sufficiente per tutta la giornata, salita tranquilla ai Mogliotti e successiva discesa a Rocchetta prima di immettermi nella statale per Asti e percorrere dieci chilometri su strada comunque scarsamente trafficata. Quando arrivo ai margini della città del palio ho già una ventina di chilometri alle spalle, e svolto a destra imboccando una bella stradina che in quattro chilometri mi porta a Madonna di Caniglie, da dove mi collego alla provinciale per Callianetto, raggiunto al chilometro 30: fino a questo punto, davvero pochissimo da segnalare.
Le cose migliorano proseguendo verso Villa San Secondo con un percorso un po' più mosso, ma è solo superando Cossombrato in capo a un bel rettilineo in salita di circa un chilometro che finalmente la vista si amplia sul panorama delle basse colline di questa parte di Monferrato. Cominciano a questo punto quindici chilometri abbastanza movimentati con brevi ma continui saliscendi attraverso i passaggi a Montechiaro, Cortanze, Piea e Cunico: strappi mai più lunghi di un chilometro e mai particolarmente impegnativi, ma sempre meglio del piattume precedente, ed è così che arrivo al giro di boa dell'anello.
La seconda metà del giro è leggermente più nervosa della prima, con la salita a Zanco e il successivo mangia-e-bevi fino ad Alfiano Natta: è in questo settore, come detto, che si possono apprezzare i migliori punti panoramici del giorno. Dopo il passaggio ad Alfiano Natta, ritorno in territorio astigiano attraverso una bella discesa fino alla stazione di Tonco, poi mi dirigo verso Portacomaro percorrendo inizialmente una bella stradina di campagna che mi propone un dosso al 10%, il passaggio più difficile di tutto il giro.
Scavalcato anche Portacomaro sulla soglia degli 80 chilometri, comincio a sentire un po' di stanchezza, e l'ultimo quarto del giro, costellato di saliscendi, diventa abbastanza faticoso. I cinque chilometri che separano la frazione Valenzani da Refrancore, in particolare, sono caratterizzati da un paio di chilometri di salita al cui inizio campeggia minaccioso un cartello che indica addirittura il 12% di pendenza: non so chi abbia piantato quel segnale, di sicuro qualcuno che non ha mai percorso quella strada in bicicletta, visto che a stento si raggiunge il 6-7%. Sta di fatto che anche queste asperità molto relative adesso mi obbligano a scalare rapporti da salita alpina, ma dopo aver superato anche l'ultima salitella da Refrancore ad Arrobbio non resta che la decina di chilometri finale nella quale spendere le residue energie per chiudere un giro un po' più dispendioso e un po' meno divertente di quanto mi aspettassi. Segnali di fine stagione alle porte.

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