martedì 27 novembre 2012

L'anello di Mongardino


Masio - Belveglio - Mombercelli - Montegrosso - Mongardino - Montemarzo - Azzano d'Asti - Castello d'Annone - Rocchetta Tanaro - Masio (Km 52,7)


Contrariamente alle mie abitudini, interrompo per un giorno il mio letargo invernale per agguantare l'ultimo pomeriggio di novembre e probabilmente dell'anno con temperature proponibili per un giro in bici senza grandi pretese se non quelle di distendere nervi e muscoli in stato di forma precaria: quanto basta per giustificare un'uscita estemporanea lungo strade note che include tuttavia un paio di salitelle mai affrontate in precedenza a Mongardino e Montemarzo.
Il cielo è denso di nuvole color latte ma non c'è minaccia di pioggia, ed anzi la bassa pressione garantisce per le due orette abbondanti di pedalata una temperatura costante intorno ai 10°, che solo sul finire si abbassa di un paio di gradi. Basta insomma un normale abbigliamento invernale per non patire il freddo.
Primi venti chilometri fino alla parte bassa di Vigliano intermante pianeggianti lungo una deserta provinciale della val Tiglione. Come sempre in questi casi, l'impegno maggiore sta nel mantenere un ritmo il più possibile costante evitando inutili accelerazioni, cosa non sempre banale quando la monotonia del movimento e del paesaggio circostante indurrebbero a 'tagliar corto'.
Quando infine giungo al bivio a destra per Mongardino, saluto con piacere il cambio di prospettiva e l'inizio dei quindici chilometri centrali del giro, un po' più vari e movimentati. La salita a Mongardino, massima asperità della giornata, è divisa in due tronconi intervallati da una contropendenza che di fatto annulla tutto il dislivello guadagnato nel primo chilometro di ascesa. Le pendenze non sono mai impegnativa e senza troppi sforzi arrivo ad approcciare la seconda parte della salita da S. Pietro Stazione, un po' più lunga della prima. In questo settore che si snoda tra vigneti ormai scheletriti immersi nel grigio di una leggera foschia, ho la piacevole sorpresa di sentire la gamba girare molto bene: so che si tratterà di una brillantezza di breve durata, ma è comunque una bella sensazione percepire una risposta positiva anche a basse temperature e dopo più di un mese di sosta. Il passaggio a Mongardino con la successiva discesa attraverso Serra d'Asti, oltre che essere un tratto inedito, rappresenta anche il momento più significativo dal punto di vista panoramico, con la strada che scende dalla collina disegnando ampi curvoni tra i filari del Barbera.
Sceso a Torrazzo in prossimità della tangenziale di Asti, dopo un lungo rettilineo in piano e un breve dosso di circa mezzo chilometro, mi attende la salita a Montemarzo, anche questa una novità assoluta. Rispetto a quella di Mongardino, questa è leggermente più breve e pedalabile, cosicché supero con un certo slancio anche questa seconda relativa difficoltà, prima di affrontare il chilometro e mezzo in quota che mi separa da Azzano, caratterizzato da un paio di fastidiosi saliscendi.
Da Azzano, comincia una discesa piuttosto ripida di un chilometro e mezzo che mi porta in riva al Tanaro all'altezza di Castello d'Annone. La decina di chilometri pianeggianti che seguono sono i più freddi e segnano il progressivo calo delle forze a mia disposizione. Dopo Rocchetta, faccio attenzione a non disperdere ulteriori energie nel successivo tratto in piano, ma questo non basta a evitare di affrontare l'ultima e pù dura salita ai Mogliotti in apnea, con la velocità che scende a vista d'occhio e le gambe per la prima volta indurite dall'acido lattico. Tengo duro per pochi ma lunghissimi minuti e infine mi guadagno gli ultimi quattro chilometri in discesa che chiudono un anello improvvisato ma comunque ben calibrato sugli obiettivi di giornata.

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