martedì 13 marzo 2012

Vento, neve e sudore a Montabone



Masio - Cortiglione - Incisa Scapaccino - Nizza Monferrato - Calamandrana - Rocchetta Palafea - Montabone - Castel Boglione - Casalotto - Castelnuovo Belbo - Bergamasco - Oviglio - Masio (Km 63,8)



Giro abbastanza interessante con l'obiettivo di allungare il chilometraggio, salire alle soglie dei 500 metri e casomai intravedere i rimasugli dell'ultima neve dell'anno. Tutto seconod i propositi, alla fine, ma non tutto benissimo, perché in qualche tratto di salita ho faticato più del previsto e perché il vento sul finire mi ha messo alle corde.
Parto alla volta di Calamandrana con 20 chilometri pianeggianti, a parte la solita salitella di Cortoglione, e va tutto a gonfie vele, con cielo sereno, temperatura mite e una bella brezza che per ora mi soffia alle spalle, rendendo il primo terzo del giro una simpatica scampagnata in cui i chilometri volano via veloci senza alcuno sforzo, merito anche di una condizione lentamente in crescendo.
Quando a Calamandrana giro a sinistra per Castelboglione, per un altro paio di chilometri la strada sale moderatamente alternando anche qualche breve tratto in piano; poi, dopo una semicurva, ecco un deciso cambio di pendenza: è una strada che non conosco e non posso sapere se si tratta di una sola rampa o se è l'inizio di una salita più impegnativa, per il momento supero un paio di tornantini e cerco di godermi i primi accenni di primavera che colorano un panorama che si amplia a ogni pedalata. La risposta al mio dilemma sulla durezza della salita arriva al curvone a destra successivo, molto duro e prologo di un chilometro abbondante davvero difficile che mi impegna a fondo. Alcune rampe superano il 10% e per il resto non è che si scenda molto al di sotto, ma è il primo sforzo della giornata e lo supero abastanza bene; il problema semmai è che sono in pieno sole e malgrado abbia aperto la giacca, mi tocca sudare prima di entrare nella parte più esposta al vento del giro.
La salita intanto arriva a un primo scollinamento che precede una contropendenza altrettanto ripida che mi fa perdere buona parte della quota faticosamente guadagnata, prima di arrivare al bivio per Rocchetta Palafea che imbocco sulla destra. Mancano ancora tre chilometri buoni al termine della salita, ma tranne un paio di rampe più impegnative, il resto è molto pedalabile e raggiungo il bivio per Montabone senza altri patemi.
I quattro chilometri in cresta tra Rocchetta Palafea e Montabone erano il vero obiettivo di giornata, e devo dire che ripagano in pieno l'aspettativa. Per circa un chilometro, la strada continua a salire nella boscaglia conservando qualche sprazzo di neve negli avallamenti più in ombra; per i tre successivi, è tutto un saliscendi molto panoramico velato solo da una leggera foschia. Ciclisticamente, questo tratto è molto divertente, ma reso freddo da un vento laterale piuttosto forte, per cui non perdo tempo, una volta raggiunto Montabone, a scendere verso la provinciale Terzo - Castelboglione. La discesa è piuttosto tecnica in almeno un paio di passaggi ripidi con fondo in condizioni imperfette, e richiede la dovuta attenzione.
Raggiunta la strada principale, giro a sinistra per Castelboglione. Ho ormai superato la metà del percorso totale, ma da qui fino a Oviglio mi troverò a pedalare controvento. Per qualche chilometro, la strada riprende a salire in falsopiano, quindi seguono cinque chilometri in prevalente discesa prima del bivio per Casalotto. Svoltato a sinistra, mi attendono i 300 metri più difficili dell'itinerario, ma è davvero troppo poco per impensierirmi prima di un'altra discesa per Bazzana, bella e filante.
Dopo altri quattro chilometri pianeggianti fino a Castelnuovo Belbo, mi infilo nella stradina che porta a Bergamasco in un continuo mangia-e-bevi con vento contrario. Sono ormai sulla soglia critica dei 50 chilometri e un paio di rampette mi costano il dispendio delle energie residue.
Restano poco più di una decina di chilometri, ma i cinque che mi separano da Oviglio, ancora col vento in faccia, sono i più faticosi del giorno; fortuna vuole che a Oviglio mi aspetta un ultimo cambio di direzione, col vento che torna a soffiarmi sulla schiena, rendendomi più facile la strada che mi rimane per chiudere l'anello.

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