giovedì 22 ottobre 2009

Il cuore del Monferrato



Fubine - Vignale M.to - Camagna M.to - Conzano - Lu - Quargnento - Fubine (Km 31,2)



Potrei riassumere questo breve giro su e giù per le alture monferrine come la cronaca di un amore che non ce la fa a sbocciare definitivamente. Ormai ho percorso in lungo e in largo queste belle e dolci colline, ho imparato ad apprezzarne panorami, colture e architettura che hanno ben poco da invidiare a quelli delle Langhe, eppure a fine giornata mi rimane sempre una vaga sensazione di incompiutezza. Certamente incide l'aspetto strettamente tecnico, il fatto non incontrare mai una salita o una discesa più lunghe di un paio di chilometri, il fatto di non salire mai sopra i 300 metri, limitano di molto la diversificazione degli ambienti attraversati, solo avvicinandomi a Crea ho intravisto per esempio la boscaglia fitta alternarsi ai pendii coltivati.
In più, devo aggiungere una questione evidentemente emotiva, il paesaggio del Monferrato non riesce ad accendermi quel qualcosa dentro che moltiplica il piacere di una scampagnata in bicicletta, e questo nonostante i paesini sparsi a macchia di leopardo sui vari cucuzzoli abbiano non di rado una valenza estetica superiore a certi borghetti dimenticati da Dio nell'alta Langa o a certi paesi ormai inflazionati dal turismo invadente nei dintorni di Alba.
È dunque una bella e calda domenica di ottobre quando mi dirigo a Fubine per iniziare un anello che prevede di penetrare nel cuore di quelle colline appena sfiorate nel giro della settimana precedente. Ho in mente di lasciare subito la provinciale per salire a Cuccaro, ma purtroppo devo constatare che la frana che chiude la strada da mesi è ancora al suo posto, e sono costretto a improvvisare una variazione di percorso. Via libera quindi verso Vignale lungo la strada principale, pianeggiante per qualche chilometro, poi in salita a partire dalla rotonda di Altavilla. Vignale è una delle 'vette' del Monferrato, eppure bastano poco più di un paio di chilometri moderatamente all'insù per raggiungere la piazza sottostante il centro storico, dalla quale svoltando a destra si imbocca la stradina che conduce a Camagna.
È l'inizio del tratto più divertente dell'itinerario, un bellissimo saliscendi tortuoso che tra radi boschetti e vigne di barbera a perdita d'occhio, mi porta prima al cimitero e poi nel mezzo del paese, che attraverso in tutta la lunghezza continuando poi a scendere fino all'incrocio per Conzano.
Da qui, per un altro chilometro abbondante, la strada riprende a salire dolcemente guadagnando il crinale della collina: è un tratto sostanzialmente in falsopiano che brucio in fretta spingendo il 53. Entrato in paese, è già ora di scendere un'altra volta lungo un paio di tornanti fino a fondovalle, dove comincia l'ultima asperità della giornata che mi condurrà a Lu. Anche in questo caso sono un paio di chilometri, ma le pendenze in un paio di drittoni e in ingresso in paese sono discrete, intorno al 6-7%, quanto basta per scaldare la gamba e dare un senso tecnico all'uscita. Peccato che l'ora sia già un po' tarda, altrimenti valeva la pena proseguire verso Mirabello e S.Salvatore, invece non mi resta che girare a destra e e ridiscendere alla volta di Quargnento, distante 7 chilometri.
L'ultimo tratto, 5 chilometri dritti lungo uno stradone abbastanza trafficato, serve soltanto a riportarmi al punto di partenza, in attesa delle ultime uscite nella seconda metà del mese.

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