lunedì 26 ottobre 2009

Una terra che attende e non dice parola


S.Stefano Belbo - Vesime - Perletto - Cortemilia - Castino - Scorrone - Cossano Belbo - S.Stefano Belbo (Km 49,7)



Mi perdonerà Cesare Pavese, se prendo a prestito una delle sue frasi asciutte ma esaustive per descrivere il territorio che fa da sfondo e nello stesso tempo da protagonista a uno degli ultimi giri della stagione. Mai e poi mai sarei d'altronde in grado di definire in una manciata di parole il carattere fisico e umano di questo angolo estremo della provincia di Cuneo reso noto nel mondo dall'opera pavesiana.
Fa abbastanza freddo per la stagione, inizialmente avevo addirittura pensato di lasciar perdere per questa settimana e forse per tutta la stagione, ma poi nel pomeriggio il sole comincia a scaldare quanto basta per decidermi a montare in sella. Non ho molto tempo per studiare il percorso, sondo due o tre ipotesi e alla fine opto per un itinerario già collaudato e di ottimo spessore tecnico e cicloturistico: una cinquantina di chilometri a sud di S.Stefano scavalcando la valle Bormida, dove l'alta Langa raggiunge i margini della Liguria.
Parto dalla piazza centrale di S.Stefano con giacca a vento senza maniche e gambali, e devo dire che l'aria è molto frizzante. Non ho tuttavia il tempo di raffreddarmi troppo che dopo circa un chilometro è già ora di svoltare a sinistra e affrontare la prima salita della giornata, la più lunga e più facile, che nel giro di 8 chilometri e mezzo mi porterà a passo Faidal, spartiacque tra le province di Cuneo e Asti. È un'ascesa dolce e regolare, intorno al 5% fino al quinto chilometro, ancora più agevole negli ultimi tre e mezzo: il risultato sono comunque circa 400 metri di dislivello guadagnati attraversando una stradina di raro fascino e assoluta tranquillità, ideale per la bicicletta.
La discesa verso Vesime, in territorio astigiano, è leggermente più corta e soprattutto nella parte conclusiva gira molto, proponendo una bella serie di tornanti. La pendenza moderata e il fondo in condizioni ottimali rendono più agevole e rilassante il ricongiungimento alla fondovalle Bormida, che imbocco in direzione di Cortemilia. Sono all'incirca cinque chilometri quasi pianeggianti e anche in questo caso poco trafficati che mi conducono al bivio di Perletto, che prendo alla mia sinistra. Superato il caratteristico ponte con struttura di metallo sul Bormida, la strada ricomincia a salire per tre chilometri. In questo caso le pendenze sono un po' più impegnative, intorno al 7%, ma la brevità dello strappo mi permette anche questa volta di raggiungere l'obiettivo senza problemi, ed anzi godendomi i tipici scorci collinari tra vigne, noccioleti e prati adesso perfettamente illuminati dal sole che ha spazzato via la foschia.
A Perletto, imbocco la stradina per Cortemilia, molto stretta ma altrettanto spettacolare: un chilometro circa di saliscendi in quota e poi discesa ridipa e tecnica in mezzo al bosco fino al paese delle nocciole, dove entro dopo aver riattraversato il Bormida.
Attraverso il lungo viale alberato che esce da Cortemilia, e in capo a un paio di chilometri la strada ricomincia a salire verso Castino, offrendomi l'ultima asperità della giornata. Sono circa cinque chilometri con pendenza moderata intorno al 6%, tranne l'ultimo dove la strada spiana e posso raggiungere lo scollinamento col lungo rapporto. È un tratto a dire il vero che ha poco da raccontare, strada ampia e scorrevole in un versante piuttosto chiuso che riduce l'ampiezza del panorama circostante, immersa in una boscaglia dall'aspetto vagamente 'ligure'.
Riguadagnato lo spartiacque tra le valli Bormida e Belbo, abbandono la statale per svoltare a destra in direzione di Cossano, località di fondovalle che raggiungerò dopo 9 chilometri di morbida discesa, con la strada che a poco a poco scivola giù nella pace più assoluta in un tripudio di vigneti multicolori, stupendo congedo dalle colline della zona, non so se più silenziose o vitali, più primordiali o accurate.
Tornato sulla strada di fondovalle, la gamba sarebbe ancora abbastanza buona da farmi assaporare un'ultima escursione dalle parti di Mango o Camo, ma il pomeriggio sta trascorrendo velocemente e per questa volta chiudo il giro con gli ultimi chilometri pianeggianti che servono a rientare a S.Stefano, ancora una volta degnissimo punto di
partenza e di arrivo per uno degli itinerari più appaganti e attesi dell'intera stagione.

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