Alba - Madonna di Como - Mango - S.Stefano Belbo - Valdivilla - Neive - Tre Stelle - Alba (Km 55,1)
Con l'avanzamento di settembre, arriva il periodo dell'anno più propizio per le uscite in collina, con i vigneti dapprima verdisismi e carichi di uva da vendemmiare e successivamente, verso fine ottobre, colorati di gialli e rossi in attesa di spogliarsi di lì a poche settimane.
Ancora una volta parto da Alba, ma questa volta scelgo di tenermi a sud-est della città impostando un anello con giro di boa a S. Stefano Belbo. Come sempre, non c'è praticamente un metro di pianura, ma un paio di salite con relative discese seguite nella parte finale da un dispendioso saliscendi a chiudere l'itinerario.
La partenza è subito in salita, per quanto moderata. Uscito da Alba in direzione di Neive-Barbaresco, svolto quasi subito a destra per il santuario di Madonna di Como, per raggiungere il quale mi aspettano circa tre chilometri di morbida ascesa in cui solo la parte centrale presenta pendenze di poco superiori al 5%. Raggiunto il santuario con splendida vista sul versante opposto della valle Belbo, proseguo per un paio di chilometri in falsopiano immerso in un vero e proprio mare di viti che mi accompagnano fino al bivio per Treiso, che tuttavia ignoro per procedere verso la cresta. da questo momento, le vigne vengono sostituite da noccioleti e prati, mentre la strada torna a salire regolare sotto i pedali.
Nel giro di pochi minuti, raggiungo comunque la rotondona che segna il termine della salita a quota 600 mslm circa. Da qui ha inizio un tratto di 6-7 chilometri in cresta, con prevalenza di discesa, che conduce a Mango, prima meta di giornata dove sosto per una bevuta nella piazzetta antistante il castello.
Alla ripartenza, imbocco una strada inedita che mi deve portare direttamente all'uscita di Cossano Belbo, sulla provinciale per S. Stefano. È una discesa molto tecnica, con strada stretta e curve chiuse, che come mio solito affronto con prudenza fino a superare il ponte sul Belbo e immettermi sulla strada principale. Dal bivio sulla fondovalle, sono in tutto 4-5 chilometri interamente pianeggianti, praticamente gli unici di tutto il percorso, che portano al paese natale di Pavese da cui inizia la seconda parte del giro, più impegnativa della prima. In uscita dal paese e riattraversato il Belbo, svolto a sinistra imboccando la strada per Valdivilla, distante 6 chilometri. Anche in questo caso, la strada che da S. Stefano mi porterà fino a Neive è inedito, sebbene avessi già percorso in discesa il tratto fino a Valdivilla. In effetti, l'impressione che ne avevo ricavato era quella di una salita piuttosto difficile, soprattutto nei primi chilometri, com'è comune per quasi tutte le strade che risalgono la valle Belbo. Invece, seppur con qualche breve rampa più ripida, in generale la salita è molto pedalabile, attorno al 5-6%, e gira molto, alternando ai rettilinei frequenti curvoni e tornanti. Meglio così, c'è maggior possibilità di godersi un'altra volta il magnifico panorama collinare, con i colori intensi delle coltivazioni che contrastano col bianco dei muretti a secco e il grigio della striscia d'asfalto. Allo scollinamento, nuova pausa a Valdivilla in un bel circolo Acli ricavato in una chiesina sconsacrata.
Rimontato in sella, punto per Neive rinunciando a passare per Coazzolo ma svoltando a sinistra in direzione di Mango all'altezza di Romanino. So che di lì a poco dovrò prendere una stradetta a destra, ma la prima che trovo è priva di indicazioni. Do un'occhiata in giro per orientarmi tra paesini e bricchi, e concludo che la strada deve essere proprio quella. Raggiungo in fretta la cima di una collinetta e da lì scorgo finalmente Neive in fondo alla valle. È una delle tante stradine che tagliano le colline su versanti semisconosciuti, dove non si incontra anima vive, e che contribuiscono a farmi amare le Langhe incondizionatamente: anche i paesaggi più familiari riescono a ogni volta a regalare qualche scorcio e qualche sensazione nuova, aggiungendo fascino al piacere insito in una pedalata a diretto contatto con una natura magistralmente rimodellata dal lavoro dell'uomo.
Giunto a Neive all'altezza della stazione, evito di salire sulla parte alta del paese e prendo direttamente per Alba, distante ormai soltanto una decina di chilometri. Sono in un tratto di fondovalle boscoso e in leggero falsopiano con salitella finale per raggiungere Tre Stelle, il tipico terreno che succhia energie obbligandoti a spingere il lungo rapporto, senza nel contempo ricompensarti con l'ampiezza che quasi sempre caratterizza i panorami della zona. Gli ultimi cinque chilometri corrono via veloci in prevalente discesa, salvo un ultimo strappetto un paio di chilometri prima di Alba, degna conclusione di un itinerario che con qualche variante non mi faccio mancare sul finire dell'estate.
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