lunedì 18 febbraio 2019

Il giro del disgelo


Torino - Cavoretto - Moncalieri - Trofarello - Cambiano - Santena - Fontaneto - Pessione - Poirino - Tetti Elia - Favari - Villastellone - Moncalieri - Torino (Km 64)


Prima finestra dell'anno con temperatura intorno ai 10 gradi e prima occasione di mettere qualche chilometro nelle gambe sulle strade tra Torino, Chieri e Poirino. Non è ancora tempo di faticare in salita, per quello basterà superare la soglia dei 50 chilometri; dunque percorso interamente pianeggiante, mirato a percorrere un paio di brevi stradine di campagna scovate tra le provinciali. Obiettivo a dir poco limitato, ma per tutto il resto ci sarà tempo da marzo in poi.

I primi 10 chilometri in Torino sono anche gli unici nei quali inserisco un po' di salita: prima l'ingresso in Cavoretto attraverso la strada vecchia, lungo la quale trovo il modo di farmi venire un accenno di fiatone; poi, dopo la discesa di via del Fioccardo, la salitella al castello di Moncalieri da cui ridiscendo velocemente alla statale per Asti. Fine dei sussulti altimetrici e inizio di una pedalata che richiederà essenzialmente di dosare con pazienza le forze per evitare brutte sorprese nell'ultima parte del giro.
Superati nell'ordine Trofarello, Cambiano e Santena, svolto a sinistra in direzione Chieri per la strada di Fontaneto, una manciata di chilometri nei quali ho riposto una certa aspettativa che andrà invece parzialmente delusa. Non solo la strada non ha niente di memorabile, ma risulta anche più larga e trafficata di quanto prevedessi, cosicché poco cambia quando raggiungo la circonvallazione di Chieri e successivamente inverto il senso di marcia per dirigermi a Pessione e Poirino, dieci chilometri rettilinei lungo i quali l'unica distrazione è data dai residui di neve nei campi, sempre più consistenti man mano che ci si allontana dalla città.
A Poirino, evito di imboccare la strada principale per Carmagnola, optando per quella che attraversa la frazioncina di Tetti Elia, una piccola variante di tre chilometri che stavolta si rivela azzeccatissima: massima tranquillità, un minimo di ondulazione e belle distese di neve. Varrà la pena in futuro studiare un percorso in questo labirinto di stradine ai margini del Roero.
Terminato il breve excursus e raggiunta la frazione di Favari, non resta che immettersi nella provinciale per Villastellone e da qui proseguire fino a Torino. Mancano 25 chilometri privi di difficoltà, sennonché la condizione è ai minimi e comincia a fare un po' freddo, una miscela che tante volte mi ha mandato in crisi in passato e che anche in questo caso mi presenta il conto nel finale, con gli ultimi chilometri che sembrano lunghi il doppio. Niente comunque di inatteso e niente che non possa essere risolto con una doccia calda e un'ora di riposo.

il meglio del giro

La variante di Tetti Elia, una di quelle stradine dove è più facile incontrare ciclisti e gente a spasso con il cane che mezzi motorizzati.

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